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Salvemini: "Taglio agli sprechi, giunta a sei, stop ai carrozzoni comunali"

Il candidato alle primarie del centrosinistra ha illustrato ai leccesi le linee guida del suo programma. Prioritari i servizi ai cittadini, la riduzione dei costi della macchina amministrativa, riorganizzazione di Lupiae e Sgm

LECCE - Controllo della spesa pubblica, riorganizzazione dei servizi  al cittadino, uguali opportunità per i giovani e i professionisti di Lecce.  Sono alcune delle priorità contenute nel discorso programmatico illustrato da Carlo Salvemini ai leccesi che si sono ritrovati alle ex Officine Cantelmo per aprire l'ultimo e decisivo mese di campagna elettorale in vista delle primarie del 22 gennaio. E subito, dal palco allestito con una scenografia senza fronzoli, un messaggio chiaro che diventa un impegno pubblico: "Giunta con sei assessori, di cui la metà donne". Un limite impegnativo, considerando il numero attuale, dodici più il sindaco Paolo Perrone, e al di sotto delle nuove previsioni di legge che attribuiscono un numero di amminsitratori pari a otto.

Fino ad oggi Salvemini aveva tessuto la tela del suo percorso di avvicinamento alla scadenza elettorale con incontri tematici, mentre oggi ha voluto tracciare una sintesi complessiva del lavoro fatto inquadrandolo in maniera più sistematica, quasi fosse il perimetro delle linee guida di un'idea di governo della città rispetto alla quale predica "l'alternativa e non la semplice alternanza". Nell'esposizione non ha lo stile trascinante di altri politici, ma il ritmo del suo racconto è come quello di un passista, che in sella alla sua bici sa da dove parte e dove può arrivare.  In platea ci sono i dirigenti locali dei partiti della sinistra, e c'è anche l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefano che, tra i primi, ha deciso di sostenere Salvemini nella sua scommessa. E' stato avvistato anche Sergio Ventura, responsabile provinciale del Pd per la mobilità e i trasporti, forse incuriosito, forse semplicemente di passaggio.

Abituato a far le pulci ai conti di Palazzo Carafa, il promotore di Lecce2.0dodici è partito da una considerazione realistica che fa quasi a pugni con l'atmosfera elettorale che, in genere, porta con sè grandi promesse: "Bisogna fare bene con poche risorse" . Sì, ma come? "Concentrando gli investimenti sui servizi al cittadino". E via con l'elencazione di tutto quanto non gli va a genio: da una mobilità sostenibile ostentata ma inconsitente, alle prestazioni sociali viste come favore e non come diritto. Se mai a Palazzo Carafa dovesse entrarci, ha garantito, lo renderà accessibile anche da casa perchè "non basta attivare internet per tutti se poi il Comune resta chiuso nei suoi atti, nelle determine dei dirigenti, nell'affidamento degli incarichi". Salvemini ha fatto ampiamente capire come, in caso di sua elezione, intende procedere ad una rigorosa riorganizzazione di quelli che sono stati messi su negli anni passati semplicemente per fungere da "ammortizzatori sociali", dice lui elegantemente, ma si può tradurre con "carrozzoni elettorali": Lupiae Servizi e Sgm, senza dimenticare le retribuzioni dirigenziali che sono spesso assurte agli onori della cronaca.

DSCN4626-2Ma, prima di questa carrellata delle cose da fare, il candidato alle primarie ha voluto aprire una parentesi sul filobus, proprio mentre a poca distanza si concludeva l'interrogatorio di Massimo Buonerba, ex consulente di Adriana Poli Bortone. Rivendicando il merito di aver denunciato l'inutilità dell'opera e la torbidezza di alcuni aspetti collaterali molto prima che il caso diventasse una questione penale. E sottolineando un punto, invece, dal sapore squisitamente amministrativo: "Quello che nessuno dice è che costerà alle casse del Comune circa 2 milioni di euro all'anno, se dovesse entrare pienamente a regime, e non aggiungerà alcun servizio perchè sostituirà le corse effettuate oggi da tra autobus. Una spesa che il Comune di Lecce, tecnicamente in dissesto, non si può permettere. A meno che non pensiamo di passare dai mille e 500  utenti giornalieri di oggi a circa 13 mila".

Il passaggio sul centro storico ha posto una questione molto sentita in queste settimane in città: basti pensare all'aggressione del fioraio bengalese nei pressi dell'ex Convitto Palmieri e alla successiva protesta dei residenti, spaventati e scoraggiati per una condizioni di abbandono soprattutto nelle ore notturne. "Dopo aver rivalutato il cuore della città con interventi sia privati che pubblici, ora il rischio paradossale è di tornare alla condizione di degrado che precedeva la riqualificazione. Perchè i servizi di controllo, di pulizia, di arredo urbano sono rimasti gli stessi di venti anni fa a fronte di una fruizione dieci volte maggiore di cittadini e turisti". Tra il rilancio della "coppia di fatto", Lecce e Università del Salento, "che in realtà vivono come separati in casa"  e l'annunciato sostegno alle piccole e medie imprese della città, l'incontro si è avviato a conclusione mentre al banchetto allestito all'ingresso si raggiungevano le 200 firme per ufficializzare la candidatura. La sfida entra nel vivo.

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