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Nuova stazione, "trasparenza per non finire come il filobus"

Carlo Salvemini esorta l'amministrazione a "svelare" il progetto su scalo ferroviario ed ex cave di Marco Vito. "Badare al come, non al quanto si spende". E cita il fallimento della riqualificazione di viale dell'Università

LECCE - Con un piano regolatore scaduto da oltre venti anni e con il piano urbanistico ancora in fase preliminare, tutte le operazioni di trasformazione della città - che di di per sè incidono sulla qualità di vita dei cittadini - devono essere gestite nella massima trasparenza. Come del resto prevedeva il bando del concorso del 2010 sul ribaltamento della stazione ferroviaria e sulla riqualificazione delle ex cave di Marco Vito, che annunciava una mostra su tutti i progetti presentati e la realizzazione di incontri tecnici.

Lo ha chiesto Carlo Salvemini, esortando l'amministrazione comunale a tener fede agli impegni presi in quella sede ed a fare anche qualcosa di più: aprire un Urban Center, sull'esempio di altre città italiane, dove il governo cittadino presenta, discute in tempo utile e orienta le trasformazioni da imprimere al territorio. Un invito, insomma, e non una polemica poltica. Fatto che ha sorpreso qualche cronista presente alla conferenza: "Io credo nella qualità del discorso pubblico - ha spiegato Salvemini - e nel confronto con gli avversari. Del resto non penso di dover tirare fuori ad ogni occasione tutte le battaglie che ho fatto su alcune gravi scelte di questa e delle precedenti amministrazioni".

carlo2-3Per il candidato alle primarie del 22 gennaio, nell'ambito di una generale riqualificazione della spesa pubblica imposta con sempre maggiore urgenze dalle dinamiche finanziarie nazionali e non, bisogna badare al come si spende e non al quanto: "Altrimenti si rischia di ripetere la fallimentare esperienza di Viale dell'Università, i cui interventi non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi prefissati: dal decongestionamento del traffico alla creazione di una rambla. Oppure quella del filobus, con lo scempio che ne è conseguito".

Un aspetto non secondario, dunque, è quello dell'utilizzo dei finanziamenti: "Si annunciano due tranche in atto che dovrebbero consentire l'attuazione dei progetti ma non è per nulla chiara la geografia della spesa. Quello che interessa quando si parla di nuove infrastrutturazioni, di scelte strategiche non è l'opportunità del finanziamento in sè quanto l'oggetto e la qualità dell'investimento".

"Un grande maestro indiscusso dell'architettura conteporanea di fama internazionale ha firmato il progetto della città dell'arte e della musica (il riferimento è alle ex cave, ndr) ma il suo progetto è quelli che anche da oltre i confini nazionali sono pervenuti all'amministrazione non sono ancora visibili", ha aggiunto Salvemini prima di concludere: "Noi pensiamo che sia fondamentale che tutti i soggetti che concorrono a disegnare il volto della città, istituzioni, cittadini, associazioni, ordini professionali, rappresentanti del mondo economico e sociali trovino spazi per costruire informazione e conoscenza".

 

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