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Elezioni Politiche 2013

"Fare per fermare il declino". Il movimento di Giannino si presenta a Lecce

Alla manifestazione di sabato 19 gennaio alle Officine Cantelmo, presente il cofondatore Alessandro De Nicola. Con lui, il coordinatore regionale, Marco Carone, e il presidente del coordinamento di Lecce, Carlo de Nitto Personé

LECCE - Anche nel Salento approda il movimento nazionale “Fare per fermare il declino”, che ha nel giornalista economico Oscar Giannino una delle figure di spicco e il candidato premier in pectore. Per presentare il movimento sarà a Lecce Alessandro De Nicola, uno dei cofondatori del movimento, protagonista di un pubblico incontro che si terrà sabato prossimo, 19 gennaio, alle ore 11.30 presso le Officine Cantelmo, in viale De Pietro a Lecce.

Moderati dal giornalista Adolfo Maffei, all’incontro sono previsti gli interventi dell’avvocato Marco Carone, coordinatore regionale del movimento, e dell’avvocato Carlo de Nitto Personé, presidente del comitato di Lecce. Nell’occasione, inoltre, l’ingegnere Emiliano Matera, coordinatore di Lecce e provincia, nonché candidato per la Camera dei Deputati, presenterà i componenti del comitato cittadino di “Fare per fermare il declino”.

Classe 1961, laureato all'università Cattolica di Milano in legge e con un master Cambridge, Alessandro De NicolaAlessandro De Nicola-2 è docente di Economic Analisys of Corporate Law e Diritto Commerciale alla Bocconi. Da sempre appassionato di politica, scrive di economia e affari pubblici su vari giornali: prima sul Gazzettino, poi per dodici anni sul Sole 24 Ore, ed oggi su Repubblica ed Espresso. Avvocato, è socio di uno studio legale internazionale, presiede la Adam Smith Society che sta per compiere 20 anni e riunisce molti di coloro che, in Italia, si richiamano ai principi del mercato, concorrenza e libera iniziativa.

Con altri economisti e giuristi, è cofondatore del movimento “Fare per fermare il declino”, che, nelle prossime elezioni politiche, si propone non con una “ricetta” per rilanciare il Paese, basata sulla generazione di mobilità sociale e competizione, rimettendo al centro lavoro, professionalità, libera iniziativa e merito individuale.

Secondo “Fare per fermare il declino”, affinché l'interesse di chi lavora – o cerca di farlo, come i giovani e tante donne – diventi priorità, bisogna smantellare la rete di monopoli e privilegi che paralizzano il Paese. I problemi odierni sono gli stessi di vent'anni fa, solo incancreniti: l'inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse che lo finanziano stanno stremando l’Italia. Perdendo lavoro e aziende, migliaia di persone non sono più in grado di produrre e milioni di giovani non lo saranno mai.

Tagliare e rendere più efficiente la spesa, ridurre le tasse su chi produce, abbattere il debito anche attraverso la vendita di proprietà pubbliche, premiare il merito tra i dipendenti pubblici, promuovere liberalizzazioni e concorrenza anche nei servizi e nel sistema formativo, eliminare i conflitti di interesse, liberare e liberalizzare l’informazione, dare prospettive e fiducia agli esclusi attraverso un mercato del lavoro più flessibile ed equo. Sono queste le discriminanti che separano chi vuole conservare l’esistente da chi vuole cambiarlo, partendo proprio dalla classe politica, per far sì che il Paese goda i benefici dell’integrazione economica europea e mondiale.

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