Eolico offshore, Salvemini al ministro: "Subito la pianificazione pubblica"
L'Italia non ha ancora dato seguito a una direttiva del 2014 che impone l'adozione del Piano di gestione dello spazio marittimo. Senza questo strumento sono solo i privati a individuare i siti
LECCE – Senza il Piano di gestione dello spazio marittimo, che in base a una direttiva europea del 2014 è pure obbligatorio adottare, il governo italiano sta lasciando in mano ai soggetti proponenti l’individuazione dei siti per gli impianti eolici offshore.
Il rischio imminente è stato paventato dal sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, nella sua veste di delegato di Anci per Energia e Rifiuti in una lettera inviata al ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini,
“La perdurante assenza di una pianificazione di parte pubblica – ha scritto il primo cittadino – sta alimentando a livello territoriale contrarietà, conflitti, perplessità; anche in quanti sono convinti della necessità di incrementare la produzione di energia da eolico offshore. È quello che sta accadendo in Puglia e nel Salento, per effetto di richieste di parchi eolici nel basso Adriatico, tra Bari e Leuca, senza alcuna considerazione, tra l'altro, dell'impatto cumulativo”.
Salvemini ha ricordato all’esponente del governo che anche il “Decreto Rinnovabili” del 2021 prevede il piano di gestione come riferimento per i procedimenti di autorizzazione: “La conseguenza di questa vacatio legis – ha scritto Salvemini – è che a tutt'oggi i meccanismi autorizzatori operano in assenza di regole che stabiliscano la corretta localizzazione dei parchi eolici offshore; in sostanza l’individuazione dell'area è rimessa ad una valutazione del soggetto proponente, che dopo aver acquisito la concessione demaniale per un determinato sito presenta il progetto ai fini della Via e del rilascio dell'autorizzazione unica”.
Il decreto 199 del 2017 – si fa presente anche questo - prevede ‘una razionale pianificazione degli impianti offshore, preventiva rispetto alla assegnazione in concessione degli spazi acquei dedicati e attenta ai valori paesaggistici’.
Il tema è più attuale che mai: nel giugno scorso il ministero per la Transizione energetica ha pubblicato un bando in seguito al quale sono state avanzate numerose richieste da parte di privati di installazione di impianti davanti alle coste italiane.
“Le scrivo, dunque – conclude Salvemini -, per chiederle in ragione della responsabilità assegnata al suo ministero di adottare ogni iniziativa utile perché il nostro Paese, nell'interesse di investitori e comunità locali, possa presto avere il tanto atteso Piano di gestione dello spazio marittimo e perché i procedimenti autorizzativi che si attiveranno, a seguito dell’ultimo avviso Mite, non prescindano da esso. Per sostenere convintamente lo sviluppo delle rinnovabili a mare serve dotarci necessariamente di questo strumento che l'Europa ci chiede dal 2014 e che gli italiani attendono”.