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"Estimi, provvedimento sbagliato della Giunta Perrone. L'impegno a rimediare"

Per Carlo Salvemini bisogna "ripristinare il principio di capacità contributiva sancito dall'articolo 53 della Costituzione"

LECCE - “La sentenza del Consiglio di Stato, che ha dichiarato tardivo il ricorso presentato nel 2013 dalle associazioni dei consumatori per ottenere l'annullamento del riclassamento delle rendita catastali operato dall'Agenzia del Territorio su incarico del Comune di Lecce nel 2010, è una brutta notizia per i leccesi. Significa che nonostante le iniziative politiche e legali assunte negli anni non s'è riusciti a disinnescare gli esiti di un provvedimento sbagliato, fortemente voluto dall'amministrazione Perrone nel 2010”.

A parlare è Carlo Salvemini, sindaco per diciotto mesi, di nuovo candidato e che commenta la vicenda. Una batosta per i leccesi. Perché, chi non ha impugnato, da subito, atti e avvisi di accertamento dinnanzi alla commissione e ai giudici tributari, intraprendendo solo il ricorso amministrativo, ora deve incassare l’aumento delle rendite così come disposto con quei provvedimenti.

Come riportato ieri, i giudici di Palazzo Spada, ribaltando il precedente pronunciamento del Tar, hanno infatti dichiarato irricevibile il ricorso proposto dinanzi al tribunale amministrativo respingendo le ragioni dei contribuenti che, anche con l’ausilio delle associazioni dei consumatori, avevano cercato di bloccare l’aumento degli estimi.

“È utile ricordare, non per appuntarsi medaglie al petto ma per dovere di verità – prosegue Salvemini  che ho assunto ogni iniziativa politica per contrastare una scelta che sin dall'inizio si annunciava sbagliata: dapprima informando la cittadinanza con una conferenza stampa delle potenziali conseguenze del procedimento attivato, fino a quel momento ignote; successivamente presentando, nel novembre del 2012, una mozione in Consiglio comunale con la quale invitai a ritirare in autotutela la delibera”. Si tratta di quella con cui “la Giunta chiese l'attivazione del processo di revisione del classamento delle unità immobiliari private nelle microzone comunali (bocciata dall'allora maggioranza per semplici ragioni di contrapposizione e indifferente alla tutela degli interessi dei cittadini); infine invitando i contribuenti leccesi a presentare ricorso alla commissione tributaria attraverso un volantinaggio diffuso nei quartieri”.

“Fu una corsa contro il tempo, il tentativo complicato – ricorda Salvemini - e oggi possiamo dire parzialmente fallito, di fermare un treno. Solo 7mila contribuenti, quelli che deciso di tutelarsi davanti al giudice tributario, hanno infatti ottenuto l'annullamento degli avvisi di accertamento; a fronte di altri 23mila circa che decisero di non agire contro l'Agenzia delle Entrate. Col paradosso che cittadini che abitano sullo stesso piano in appartamenti uguali del medesimo condominio pagheranno tasse diverse”.

E Salvemini affonda il coltello nella piaga, invitando a leggere le parole dell’avvocato Maurizio Villani, “tributarista di riconosciuta preparazione e terzietà - sottolinea Salvemini - che ha definito ‘contraddittorio il comportamento del Comune; che deliberando dapprima gli aumenti del classamento e delle rendite e, successivamente, insinuandosi nel giudizio amministrativo innanzi al Consiglio di Stato accanto alle associazioni di categoria e chiedendo il rigetto dell’appello proposto dall’Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha ingenerato disorientamento nei cittadini che si sono illusi di poter vedere accolte le loro pretese’”. Insomma: “Una bocciatura senza appello che finiscono per pagare i contribuenti”.

Morale? “Il danno è stato compiuto, purtroppo. Più che polemizzare sul passato occorre concentrarsi sul futuro. Oggi – dice Salvemini - bisogna agire per verificare come rimediare ad una situazione di evidente iniquità che finisce per trattare diversamente, dal punto di vista tributario, situazioni identiche. Sono convinto che sia interesse della stessa Agenzia del Territorio a voler correggere questa stortura. Il prossimo sindaco – conclude - dovrà chiedere l'immediata convocazione di una riunione tecnica per ripristinare il principio di capacità contributiva sancito dall'articolo 53 della Costituzione, oggi violato. Per quanto mi riguarda questo è l'impegno che assumo”.

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