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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Cavallino

Fabbrica di betonaggio a Cavallino. Roberto Pesino contro l’amministrazione

Il consigliere di opposizione si schiera chiaramente contro la scelta del governo cittadino di avallare la realizzazione dell’impianto: “Lo stile industriale è in linea con le biomasse che la Regione Puglia ha già bocciato”

CAVALLINO – “L’amministrazione comunale di Cavallino ha avallato la realizzazione di una fabbrica di betonaggio e conglomerati bituminosi”. A parlare è il consigliere di opposizione, Roberto Pesino, che prosegue: “Cosa sarà mai? Nulla di particolarmente buono. D’altronde, lo stile industriale è in linea con le biomasse che la Regione Puglia ha bocciato”.

Pesino spiega come la fabbrica in questione “accompagnerà i già fastidiosi (e speriamo solo quello!) cattivi odori della discarica, con gli idrocarburi policiclici aromatici, contenenti polveri di silice cristallina, sostanze basiche e acide disperse nell’atmosfera e sul suolo”: “L’ultimo consiglio comunale – racconta - ha approvato con delibera la trasformazione di un terreno considerato agricolo dal piano regolatore generale in terreno adatto all’insediamento industriale. D’altronde, dopo una mostra sul barocco romano pareva doveroso ‘respirare un po’ di modernità’”.

Pesino ripercorre i fatti: “Un’azienda ha chiesto al Comune di Cavallino di insediarsi nei pressi della discarica per produrre conglomerati bituminosi e cementiti. È stato individuato un terreno agricolo di circa 2,5 ettari sul quale sarà possibile a seguito delle decisioni prese nell’ultimo Consiglio Comunale  costruire gli impianti adatti a tale scopo. I cittadini di Cavallino (ma anche dei Comuni vicini) è bene sappiano cosa comporta questa scelta: emissioni in atmosfera di varie sostanze gassose più o meno tossiche tra cui gli Ipa (cancerogeni); emissione in atmosfera di polveri tra cui la silice cristallina (cancerogena o sospetta tale); emissione di composti irritanti (acido solfidrico, acido cloridrico, soda caustica); acque di lavaggio sporche che verranno smaltite con relative problematiche”.

Il consigliere ricorda che la Provincia di Lecce, poi, in una sua comunicazione, letteralmente evidenzi “ove la ditta, nel corso della sua attività, intendesse utilizzare, per la produzione di conglomerati bitumosi e cementiti, rifiuti speciali non pericolosi, dovrà sottoporsi agli ulteriori adempimenti di cui alla parte II (procedure di VIA), parte IV (rifiuti) o parte V (emissioni) del D.lgs. 152/06, tenendo, inoltre, conto dei vincoli localizzativi imposti dal Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali della Regione Puglia”.

“Ora – prosegue -, è vero che l’azienda è vincolata dal D.lgs. 152/2006 al rispetto delle norme inerenti le emissioni, ma dopo quanto è successo con la discarica (continui cattivi odori): Chi di voi metterebbe la mano sul fuoco sul rispetto della normativa? E il Comune di Cavallino come si è attrezzato per controllare cosa c’è o ci sarà nell’aria e nel suolo di nocivo? Perché, prima di autorizzare, non si è proceduto ad un controllo dell’attuale situazione di inquinamento dell’aria nella zona di costruzione dell’impianto allo scopo di capire se già siamo a un livello di compromissione tale da sconsigliare un insediamento produttivo di tale natura?”.

“Insomma – insiste -, i nostri amministratori sono fatalmente attratti da impianti industriali che sviluppano forti problematiche ambientali e che rischiano di mettere a dura prova la salute dei cittadini. Perché una logica di industrializzazione così invasiva? Ci siamo salvati dalla distruzione del territorio che ha colpito le aree maggiormente industrializzate, pagandone il prezzo in termini occupazionali, perché ostinarsi a seguire lo stesso itinerario con decenni di ritardo? Ora possiamo vederne i limiti, ne conosciamo i risultati di distruzione di habitat e sacrifici umani. La storia di Taranto ha prodotto qualche insegnamento? Possiamo e dobbiamo scegliere strade alternative, dobbiamo avere la forza di dire no a questo tipo di ‘progresso’”.

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