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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Gallipoli

"Fasano deve tornare a guidare i Ds in Provincia"

Dopo Sergio Blasi anche la Quercia gallipolina invoca il rientro del capogruppo sugli scranni di Palazzo dei Celestini per spazzare i venti di crisi

"Fasano deve tornare in Consiglio provinciale", firmato i Ds di Gallipoli. Ma l'appello accorato era già giunto nelle ore precedenti dal segretario provinciale Sergio Blasi. Il terremoto politico che si è consumato in queste ore all'ombra del Consiglio provinciale di Palazzo dei Celestini continua a far discutere. Così come continuano far discutere le rocambolesche dimissioni del capogruppo dei Ds Flavio Fasano in rotta di collisione con la condotta del presidente Giovanni Pellegrino. Due dimissioni nel giro di poco più di una settimana per l'esponente gallipolino della Quercia e componente nazionale dell'Enit, che dopo il pasticcio del Bilancio della cittadina ionica ha abbandonato gli scranni di palazzo Balsamo.

E ieri è stato nuovamente costretto ad utilizzare l'extrema ratio in seguito alle esternazioni di Giovanni Pellegrino sul dopo voto a Lecce e sulla candidatura "metodologicamente" sbagliata di Antonio Rotundo. Una bagarre, nuovi strappi. Come già accaduto in un recente passato per le nomine della società mista Alba Service per esempio. Fasano, investito anche dall'amarezza dell'intero partito della Quercia salentina, ha fatto subito sentire la sua voce in Consiglio: "E' giunto ormai il momento che il Presidente Pellegrino dia conto al nostro partito del suo operato e delle sue esternazioni". In parole povere Fasano e i Ds chiedono la verifica politica in Provincia.

E questo perché l'analisi politica, a caldo, di Pellegrino rimbalzata mediaticamente dalle antenne di una televisione locale, "ha offeso il partito ma anche Antonio Rotundo che non è certo il responsabile della debacle del centrosinistra in quel di Lecce". Fasano ha parlato in quanto capogruppo dei Ds e quindi per conto degli umori e dei risentimenti dell'intero partito. Anche se, nonostante le smentite di rito, i riferimenti alla controversia legale sul destino dell'amministrazione di Gallipoli ha giocato il suo bel ruolo di bastian contrario. Fasano minimizza, ma per chi lo conosce bene è facile capire che non gli è certo andata giù senza colpo ferire. Lui da politico di razza e da uomo di partito deve sdrammatizzare, calmierare, gettare acqua sul fuoco. Niente personalismi, le vecchie ruggini con Pellegrino sulle macerie del Lido San Giovanni ormai superate. Ma a chi farebbe piacere presentare un ricorso al Tar e difendere le ragione del suo partito e trovarsi di fronte l'amministrazione comunale difesa e traghettata versa la vittoria (tesi difensive accolte e ricorso di Fasano presentato per conto dei Ds gallipolini respinto) dal figlio, avvocato, del "suo" presidente della Provincia?

Un altro "pasticcio d'interessi" com'è stato definito in questi giorni, che il partito della Quercia e Fasano in primis non intendono più tollerare e difendere. Soprattutto dopo il tiro al bersaglio di Pellegrino sul "povero" Rotundo. Fasano lascia ma dalla sua Gallipoli arriva oggi un appello a chiare lettere: "Noi Democratici di sinistra di Gallipoli, così come fatto dal segretario provinciale, Sergio Blasi, esortiamo Flavio Fasano a tornare in carica come capogruppo dei Ds alla Provincia". E ancora in lunga sequenza: "Flavio Fasano, il primo degli eletti, si è distinto a Palazzo dei Celestini per la grande capacità di tenere insieme una maggioranza che non sempre ha navigato in acque serene; durante i periodi burrascosi, quando le polemiche sul conflitto d'interessi imperversano sul Presidente Pellegrino, il capogruppo della Quercia Fasano lo ha sempre difeso e sostenuto dando prova di grande lealtà e solidarietà. Comprendiamo l'amarezza di Flavio Fasano e di Sergio Blasi per le dichiarazioni di Pellegrino sull'analisi del voto perchè sono ingiuste ed ingenerose nei confronti di un candidato sindaco come Antonio Rotundo dal prestigioso curriculum personale, che ha trovato forte consenso nelle primarie e che si è speso incondizionatamente, affrontando una lunga e molto dura campagna elettorale".

"Noi riteniamo, anche dopo il risultato, che la candidatura di Antonio fosse la più autorevole, facile e pretestuoso fare ipotesi diverse ora. Condividiamo pienamente la difesa che Sergio Blasi fa delle Primarie come strumento di autentica democrazia: i dirigenti non devono essere selezionati dalle segreterie dei partiti ma, devono avere un comprovato radicamento sul territorio. Quello che è accaduto rende necessario un chiarimento nel nostro Partito che è stato molto generoso nei confronti di chi oggi approfitta della sconfitta elettorale per attaccare. Flavio Fasano deve ritornare, e come giustamente dice Blasi dovrebbe essere per primo il Presidente Pellegrino a chiederlo, a quel posto che lui ha svolto sin ad ora più con grande competenza, capacità e mediazione e non si deve più ripetere che le personalità che tanto si spendono per il bene e la crescita del nostro partito vengano immolate sull'altare del calcolo di prestigio personale e di puro interesse di parte".

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