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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sant’Oronzo, non più tempo di sfilate. L'arcivescovo: "Sia momento di comunione"

Monsignor D'Ambrosio annuncia: "Farò della chiesa fuori le mura un luogo di devozione, cultura e incontro", mentre il sindaco Perrone invita al rispetto e al senso civico nei giorni della festività. E il patrono parlerà nel linguaggio dei segni

LECCE  - Momento apicale dell’estate che volge al termine ed evento intriso di valori tradizionali e religiosi per l’intera comunità leccese, la festa patronale dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato offre, come ogni anno, un importante spunto di riflessione non solo per i fedeli, ma per chiunque abbia a cuore il senso di appartenenza a un territorio che, se da una parte sembra aprirsi al mondo della comunicazione e del turismo globale, dall’altra si chiude su se stesso, quasi per timore di essere svenduto come un prodotto da bancarella ai visitatori di passaggio.

Ed è proprio questo il primo punto che Monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, arcivescovo metropolita di Lecce, ha tenuto a sottolineare durante l’odierna conferenza, svoltasi in una delle splendide sale del vescovato, per la presentazione ufficiale del programma di eventi rituali e di spettacolo che si terranno a partire dal prossimo 24 agosto, e a cui hanno preso parte insieme al sindaco Paolo Perrone e al delegato del vescovo, don Damiano Madaro, anche il presidente del comitato feste patronali Gianni Renna e il consigliere comunale delegato all’organizzazione delle faste patronali Rocco Ciardo.

“Quella che ci stiamo preparando a celebrare nei prossimi giorni – ha detto D’Ambrosio – è la festa di una comunità complessa e permeata di valori umani e tradizionali, ma anche ricca di contraddizioni. Ricordiamo l’esempio di Oronzo, come uomo e martire, prima che santo: un esempio di fedeltà ai valori che l’hanno portato a compiere una scelta di partecipazione all’invito di Cristo a seguirlo. Allo stesso modo, vorrei che quest’anno si vivesse la festività, come un invito a seguire e a partecipare vivamente e con intensità, intimità, la processione per le strade cittadine, piuttosto che come un evento di spettacolo cui assistere a distanza."

Fa appello alla partecipazione Mons. D’Ambrosio, ma non a quella che spinge tanti a frequentare le festività patronali per il puro gusto di trascorrere una serata tra musica, colori e svaghi, anch’essi benvenuti, s’intende, ma a quel sentimento popolare che, frammisto alla fede e all’evoluzione delle tradizioni in chiave contemporanea, si fa vettore di un messaggio profondo di comunione cristiana. E non si allude, per carità, allo smodato e abusato vezzo comune a molte piccole realtà di snaturare il senso di ricorrenze e celebrazioni religiose, che pure abbondano nella provincia salentina, con improbabili eventi legati a un’enogastronomia che di tipico, assai spesso, ha solo il conto salato.

“Troppo spesso – rimarca lo stesso arcivescovo – ci si limita ad accendere ceri e a venerare i martiri della fede, invece di soffermarsi a intendere il significato vero della loro parabola esistenziale, delle scelte che li hanno segnati e che, di conseguenza, hanno segnato le comunità che ne hanno poi fatto dei simboli della passione e del sacrificio.”

Il riferimento al recupero dei valori di spiritualità e devozione non è casuale per il religioso il quale accenna, subito appresso, alla positiva esperienza delle visite nelle altre vicarìe (circoscrizioni territoriali su cui si estende la giurisdizione della Curia, ndr) della diocesi leccese non senza porre l’accento sul calo d’interesse che, al contrario, riguarderebbe i cittadini di Lecce. Il condizionale è d’obbligo.

“O si tratta di un momento di crisi anche nella fede?” si domanda, poi, il vescovo ricordando, che l’undena, ovvero la ricorrenza di undici giorni che culmina con i festeggiamenti del 26 agosto, è ormai seguita da non più di una ventina di fedeli.

 “Sarà uno dei momenti più intensi – spiega D’Ambrosio, con una lieve inflessione nella voce che fa da contrappunto all’espressione del volto un po’ tirato a causa, forse, della stanchezza, o forse delle “infondate voci” apparse nei giorni scorsi sulla stampa, rea, a suo dire, di aver sollevato questioni inesistenti che lo riguarderebbero, – che spesso viene disatteso insieme al giorno dei ringraziamenti. Aspetti di un rito religioso che sono altrettanto importanti e che, purtroppo, si sono trasformati in una sorta di vetrina da rimirare distrattamente.”

Ambito su cui è intervenuto anche don Damiano Madaro, il quale ha ribadito che: “I sacerdoti hanno più volte effettuato un richiamo su tale atteggiamento, insistendo sul fatto che la processione non è un evento da vedere ma da vivere pienamente." Anche se, sullo stesso argomento, Mons. D’Ambrosio, un po’ rassegnato, ammette che sia tardi per cambiare le cose: “L’auspicio, ciò nondimeno, è che quei pochi che vi assisteranno lo facciano con seria partecipazione. Stiamo parlando della festività che rappresenta la culla della nostra fede. A tal proposito, ricordo che quest’anno sarà proprio la vicarìa di Lecce a offrire l’olio per la lampada del Santo.”

E poi il metropolita annuncia: “Vorrei manifestarvi la mia intenzione di fare della chiesa di Sant’Oronzo fuori le mura un luogo di devozione, d’incontro e di cultura. M’impegnerò affinché il luogo del martirio diventi un punto di riferimento fondamentale per la comunità.”

“L’aspetto religioso che caratterizza questa ricorrenza è anche il momento d’incontro più importante in cui la nostra comunità si riconosce – ha aggiunto il sindaco Paolo Perrone, sottoscrivendo le parole dell’arcivescovo di Lecce – in cui si ritrovano le radici di un popolo antico e fiero. Questo non vuol dire soltanto dare pane e giochi alla gente, come facevano gli imperatori romani, ma ritrovarsi attorno a un elemento di comunione per rinsaldare l’identità e il senso di appartenenza a una cultura comune.”

Un territorio eterogeneo e parcellizzato in ben 97 realtà comunali, con altrettante festività patronali che rappresentano una koinè culturale e religiosa tra le più complesse e affascinanti del Belpaese ma al tempo stesso molto fragile e piena di emergenze che riguardano, tra tante, anche lo svilimento proprio di quell’identità sul banco del pressappochismo e della speculazione tout-court.Mons. Domenico Umberto D'Ambrosio-2

“La raccomandazione che mi sento di fare – ha concluso Perrone, chissà se avendo in mente le recenti polemiche sorte in seno alla cittadinanza gallipolina per gli esiti poco felici di certo turismo “maleducato”, – tanto ai cittadini quanto a coloro che giungeranno nel capoluogo da ogni parte della provincia, e da fuori, è che la festa per i nostri santi patroni sia vissuta con gioia e rispetto, per tutelare quello che è indiscutibilmente un patrimonio di tutti.”

E tra le novità di quest’edizione ci sarà anche la traduzione in Lis (il linguaggio dei segni) del pontificale del 26 agosto.

Gli eventi in calendario, che l’amministrazione comunale ha distribuito gratuitamente e si possono trovare presso una quantità di bar e luoghi di ritrovo della città, sono davvero tanti e, per citare Mons. D’Ambrosio si distinguono per “la particolare sobrietà e attinenza anche agli aspetti della celebrazione.”

Si parte già da oggi con una serie di attività ludico ricreative (gonfiabili e giochi e gare per i più piccoli) presso la villa comunale dalle 18 alle 22.

Domani, 23 agosto, la banda Città di Squinzano eseguirà “La ballata del caffè di Rach” presso piazza G. Quarta (Porta Rudiae).

Il 24, dopo la santa messa delle 19:30, si svolgerà la solenne processione delle statue dei santi patroni Oronzo, Giusto e Fortunato per le vie cittadine, mentre dopo il discorso inaugurale di sua Ecc. Mons. D’Ambrosio, saranno accese le splendide luminarie che daranno avvio ai tre giorni conclusivi delle celebrazioni.

Il 25 agosto, alle 19:00, in cattedrale si terrà il rito d’offerta dell’olio che arde perennemente nella lampada accesa per i nostri santi e che quest’anno sarà affidato alla vicarìa di Lecce.

Il 26 agosto presso il Duomo, 08:00-09:30, Solennità dei santi patroni. Alle ore 11:00 Solenne pontificale presieduto da Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali. Alle 19:00 in cattedrale la celebrazione eucaristica di ringraziamento presieduta da Mons. Domenico D’Ambrosio.

A ciò si aggiungono i tantissimi appuntamenti che potrete trovare sul programma distribuito presso i più noti e centrali punti informativi e di ritrovo della città.

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