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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Filobus, ultima fermata per Cavaliere: “Fondamentali i trasferimenti pubblici”

Scade il contratto per il direttore di esercizio, giunto peraltro al limite di età previsto. Atteso per luglio l'avvio sperimentale linea per Ecotekne. E così l'ingegnere tarantino conta di aver chiuso la fase emergenziale di questa tormentata opera

LECCE – Bilancio di fine mandato per Salvatore Cavaliere, direttore d’esercizio del filobus di Lecce, ma solo per un anno. Per limiti di età, infatti, l’ingegnere originario di Taranto, ma vissuto per lo più nel Nord Italia, si deve fare da parte e le procedure per la sua sostituzione sono state attivate da tempo.

Nel corso della seduta della commissione Controllo, Cavaliere ha riassunto i passaggi principali dal momento in cui ha assunto la responsabilità della gestione dell’infrastruttura che tanto ha fatto discutere la città e che è oggetto anche di attenzione da parte dell’autorità giudiziaria. Il sindaco, Paolo Perrone, ha ripetuto più volte che, in caso i presunti reati dovessero trovare conferma, sarebbe disposto anche a smantellare i pali che costituiscono il supporto per oltre 40 chilometri di rete. Il primo cittadino, del resto, non ha mai fatto mistero di considerare il filobus come un’ingombrante eredità ricevuta dalla precedente amministrazione, guidata da Adriana Poli Bortone, di cui pure era autorevole esponente.

Al momento del suo arrivo a Lecce, Cavaliere aveva trovato una sola linea funzionante, la 3, e quattro mezzi su dodici in circolazione. Oggi lascia con un solo vettore in assistenza e l’impegno assunto dalle aziende che gestiscono la parte infrastrutturale di avviare ai primi di luglio l’esercizio sperimentale della linea per il campus di Ecotekne. Dopo di che tutte le competenze dovrebbero passare ad Sgm. La situazione emergenziale si può considerare conclusa, ha aggiunto il direttore, e con l’intera infrastruttura a regime è prevedibile un contenimento dei costi che nel primo anno sono stati gonfiati dall’inattività pressoché totale del periodo precedente .

I consiglieri presenti hanno ascoltato con attenzione l’esposizione di Cavaliere e poi lo hanno sollecitato più o meno con le domande di sempre, quelle che disegnano lo scenario del trasporto pubblico in città come soggetto a diverse variabili, nessuna delle quali ancora precisamente definita: quali sono le politiche della mobilità che l’amministrazione intende adottare complessivamente? Come incentivare i cittadini ad utilizzare il filobus rinunciando finalmente al veicolo privato? Interrogativi, questo, che chiamano in causa il socio di maggioranza di Sgm, cioè il Comune di Lecce, come ha sottolineato Ugo Guacci, direttore di esercizio della società, presente anch’egli alla commissione.

Su una questione, posta da Bernardo Monticelli Cuggiò, eletto con Futuro e Libertà, la risposta del direttore è stata netta: senza trasferimenti pubblici il filobus, così come il trasporto pubblico, in generale non ce la può fare a sostenersi economicamente. Ecco perché, ha aggiunto, Palazzo Carafa ha buon diritto a rivendicare dalla Regione Puglia e dal fondo nazionale per il settore l’erogazione non solo dei servizi minimi, ma di tutto quel 65 per cento previsto dalla normativa di settore. Mentre la restante parte dovrebbe essere finanziata con biglietti e abbonamenti.

Antonio Torricelli, del Partito democratico, ha posto il problema della manutenzione, particolarmente onerosa: il contratto vigente è in scadenza ad agosto e il compito dovrebbe passare direttamente a Sgm. C’è poi il tema, non secondario, messo in evidenza da Carlo Salvemini, del numero dei passeggeri raggiunti dal servizio: è chiaro oramai che le previsioni iniziali che vorrebbero 4 milioni e mezzo di utenti sulle tre linee del filobus non potranno essere raggiunte, nemmeno lontanamente, nel breve periodo. Anche perché, intanto, il Comune di Lecce si è visto costretto per problemi finanziari a tagliare completamente i trasferimenti ad Sgm e questo ha portato ad una diminuzione delle corse e delle frequenze. 

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