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Filobus e dintorni. L’ironico pentimento e i quesiti di Antonio Torricelli

Il consigliere del Partito democatico, tirato in ballo nella replica dell'amministratore delegato della società, risponde con una serie di considerazioni riproponendo sul tavolo tutte le questioni sorte attorno negli anni sulla gestione della filovia

LECCE –  Se Antonio Rotundo ha risposto a Tommaso Ricchiuto, presidente di Sgm, come presidente della decima commissione (Controllo), il collega del Pd, Antonio Torricelli lo fa in maniera diversa, con un intervento di seguito si pubblica integralmente. Come noto, è da ieri in corso un’accesa polemica tra minoranza consiliare e l’amministratore delegato di Sgm sull’annosa vicenda filobus.

Sono rimasto molto toccato dalla reazione dell’amministratore Ricchiuto, mi sono sentito piccino e mortificato, mi ha turbato, comunque ho riflettuto, ho rivissuto il confronto in commissione e mi sono convinto che Ricchiuto ha assolutamente ragione.

E’ sfuggito a me, come ai miei colleghi di minoranza, che i consiglieri hanno un solo mandato dai loro elettori, quello di “stare in silenzio” e non disturbare, che le commissioni di controllo sono un inutile orpello istituzionale e soprattutto ho dimenticato che il diritto di giudizio e di critica è stato abolito sin dal tempo del fascismo e non me ne sono accorto! E’ vero, ho perso “l’occasione di stare zitto”, ha ragione l’amministratore, non dovevo permettermi di fare “considerazioni”, esprimere “giudizi”, sono stato  “ingeneroso” a ragionare dell’ormai accertata e riconosciuta alta qualità del trasporto pubblico e della filovia e me ne dispiace, quindi voglio riparare, giuro, non rivolgerò più domande all’azienda, tanto meno ad amministratori o al management.

Se mai avessi qualche curiosità, almeno quelle mi saranno permesse, le rivolgerò, ma solo eccezionalmente e senza rumore, al collegio dei revisori, alla Corte dei conti, magari alla stessa Regione,  previa attenta documentazione e  per evitare improvvisate, ne anticipo sommessamente qualcuna: e’ normale che le due linee si fermino, con ricorrenza accertata e ultimamente per mesi a causa della potatura degli alberi? e’ difficile, per esperti e tecnici, programmare l’uso dei mezzi alternativamente a motore e ad elettricità in funzione dei tratti di strada interessati al servizio di potatura?

E’ normale che il Comune sostenga spese per centinaia di migliaia di euro per danni strutturali al parco filovia per mezzi non ancora utilizzati e consegnati alla responsabilità della Sgm, senza indagare e verificare responsabilità e mancato controllo? E, viste le rosee previsioni finanziarie che hanno consentito l’ingente impegno economico per la realizzazione e la gestione della filovia, è equo che il comune rimborsi  le spese di manutenzione e funzionamento dell’impianto appena concesso in comodato d’uso gratuito?

E’ congruo che poco più di un anno fa comune e socio privato si siano distribuiti utili per oltre 3 milioni maturati anche per il contributo ai servizi minimi del trasporto da parte della Regione  ed è legittimo, senza la verifica dei costi complessivi del personale e delle priorità, utilizzare autisti vincitori di concorso in ausiliari del traffico e continuare a corrispondere straordinari ed incentivi?

Siamo sicuri che questa ingente distribuzione di utili si concili con l’utilizzo dei proventi dei parcheggi a pagamento che confluiscono nei costi generali della partecipata e quindi anche a copertura delle evidenti perdite dei conti del trasporto se il nuovo Codice della strada prescrive che debbano essere destinati solo e obbligatoriamente per l’installazione, costruzione e gestione dei parcheggi in superficie, sopraelevati o sotterranei, al loro miglioramento.

E’ legittimo che da anni il consiglio comunale approvi bilanci e rendiconti senza gli allegati conti della partecipata Sgm e senza la valutazione, di quei conti, da parte dei revisori, prescritto e obbligatorio? Siamo anche sicuri che non si sarebbe potuto fare di più per evitare il ritardo di oltre tre anni per mettere in funzione la linea, sicuramente la più innovativa, di collegamento con l’università, che ancora oggi insegue azzardati impegni di attivazione, della stessa azienda, sistematicamente disattesi? E se su queste ed altre curiosità e stimoli si avesse voglia di registrare un clima di moderazione e di rispetto dei ruoli, l’asprezza dei toni e l’aggressività verbale non serve a nessuno, forse faremmo cosa buona e giusta per il servizio e per la città.

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