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Un fronte internazionale per fermare le ricerche di gas e petrolio in mare

La Regione Puglia è pronta a continuare il contenzioso amministrativo, ma si lavora per una strategia comune con i paesi che si affacciano sull'Adriatico

LECCE - La Regione Puglia e la Provincia di Lecce sono sulla stessa lunghezza d'onda nel ritenere indispensabile un'opposizione netta alle autorizzazioni concesse dal minisitero dell'Ambiente per la ricerca di idrocarburi in mare.

Questa mattina, nell'aula consiliare di Palazzo dei Celestini, si è riunita la commissione Ambiente alla quale ha partecipato anche l'avvocato Giuseppe Sisto, in rappresentanza della Regione e il presidente dell'ente, Antonio Gabellone, che in un primo momento aveva convocato un incontro sullo stesso argomento. E' parsa opportuna, allora, la scelta di mettere insieme i due appuntamenti.

Ribadendo lo schema già visto in occasione del referendum dello scorso aprile istituzioni di diversa connotazione politica fanno fronte comune. La consultazione di primavera chiedeva agli italiani di esprimersi sull'ipotesi di fermare, alla scadenza delle concessioni, i giacimenti in attività nelle acque territoriali anche se c'è ancora gas o petrolio. Il referendum è stato invalidato dal mancato raggiungimento del quorum (affluenza al 31,2 per cento), ma in oltre 13 milioni si sono espressi per il sì. Segno che esiste, soprattutto nelle regioni della dorsale adriatica, l'idea che gli ecosistemi marini siano stati già messi a dura prova e che la tutela del mare rappresenti essa stessa una condizione essenziale per un'economia fondata sul turismo.

Oggi la questione più immediata riguarda il decreto di “compatibilità ambientale” concesso il 18 ottobre dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, con il quale si autorizza la società Schlumberger Italiana a procedere alla registrazione di profili geofisici con la tecnica sismica di riflessione a tre dimensioni e l’utilizzo degli air gun, in un’area situata nel Golfo di Taranto, di fronte alle coste della Puglia, della Basilicata e della Calabria per una superficie di circa 4030 chilometri quadrati e si trova ad oltre 12 miglia dalle coste. A nulla, dunque, sono valse le osservazioni contrarie presentate dalla Provincia di Lecce nel dicembre del 2014 (rivolte anche ad un'altra richiesta, avanzata dalla Med Lld).

L'avvocato Sisto ha dichiarato che la Regione è pronta a impugnare davanti al Consiglio di Stato le sentenze con le quali il Tar del Lazio aveva respinto i ricorsi presentati per cercare di fermare le richieste avanzate, ma ha anche aggiunto di non attendersi molto altro di diverso che una dilazione dei tempi. Più articolata sarà la mobilitazione a livello politico: è diffusa, infatti, la consapevolezza che soltanto un'azione strategica in comune con gli altri paesi che si affacciano nel Mediterraneo possa incidere sul serio: vietare una prospezione nelle proprie acque territoriali ha poco senso se qualche miglio più in là la concessione viene data da un altro governo. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano si sta facendo dunque promotore di un confronto che interessi tutta l'area adriatico-balcanica. 

Intanto è stata approvata la proposta avanzata dal consigliere Danilo Scorrano di una seduta monotematica dell'assise provinciale, alla quale sarà invitato anche il governatore Emiliano.

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