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Fuoco amico sul regolamento Ztl: in consiglio possibile l'ostruzionismo

Come già aveva fatto Martini, della Lega, anche Valente, di Puglia Popolare, chiede di non eliminare i pass per i consiglieri. La minoranza, che oggi avrebbe dovuto presentare gli emendamenti, rinvia tutto all'assise

LECCE – Un film già visto 20 anni addietro. Con interpreti per gran parte nuovi, ma su un copione trito e ritrito, sta per andare in scena in consiglio comunale un altro melodramma sulla proposta di nuovo regolamento Ztl.

Rispetto a quello attualmente in vigore, ci sono delle misure che l’amministrazione comunale ritiene correttive per conciliare le esigenze delle singole categorie interessate – residenti, esercenti, utenti degli uffici pubblici, fornitori e chi più ne ha più ne metta – con quelle di una vivibilità decente e di una vocazione turistica, condizioni che appaiono inconciliabili con il carico di veicoli che sostano e, soprattutto, transitano ogni giorno per la parte antica della città.

Le novità proposte rispetto allo status quo

In buona sostanza la novità più rilevante è quella che prevede l’estensione a 18 ore della Ztl nei giorni feriali, in modo da allentare la pressione delle auto durante il giorno. Oggi la Ztl è operativa solo per 9 ore, tutte nella fascia serale e notturna, mentre è disattivata dalle 6 alle 21. La proposta è quella di ridurre il libero transito dai varchi in due finestre (9-12 e 16-19). Poi ci sono delle modifiche sul numero dei permessi in circolazione: in pratica si incide, riducendolo, sul 6 per cento di nuclei familiari che ne hanno più di due (fini a sei, sette e più) e su alcune categorie, per esempio gli studi professionali che ora godono di tanti pass quanti sono gli associati. Sono numeri piccoli presi per singola tipologia ma che, tutti insieme, servono a limare verso il basso il dato complessivo: questa è la rotta seguita nella preparazione del testo, redatto anche sulla base di analisi dei flussi registrati dalle telecamere dei varchi.

Allo stesso modo si propone di annullare ogni agevolazione per giunta, consiglieri comunali e dirigenti, limitando a un veicolo di servizio per ogni settore la possibilità di accesso: è una cosa che suona logica, pensando per esempio ai servizi sociali o all’ufficio Ambiente, chiamati tutti i giorni a interventi last minute.  Non meraviglia che la coperta sia corta, perché è inevitabile che ogni minimo cambiamento crei malcontento e sacche di resistenza, ma sorprende invece come il dibattito sia incardinato in una sorta di eterno presente dove, in ragione di rivendicazioni che guardano, magari pure legittimamente, al proprio ombelico, si perdano di vista il senso del tempo – siamo nel 2020 - e l’interesse generale.

La politica c’entra fino a un certo punto

E non è tanto una questione di contrapposizione politica, perché un certo ostruzionismo serpeggia anche in pezzi della maggioranza, ma proprio di modo di vivere la città, di concepire gli spostamenti: un fatto culturale, si potrebbe dire.

Tutti, per esempio, sanno che le auto inquinano e che un numero eccessivo di veicoli nel budello del centro storico – caratterizzato da vie per lo più strette e mancanza di spazi verdi - porta a una densità di emissioni nocive. Questo è un fatto che si può pure decidere di ignorare, ma che sviluppa le sue conseguenze sulla salute. Pochi però accettano con serenità l’idea di fare la propria piccola parte (questa testata, per esempio, ha sempre rifiutato di esercitare il diritto al pass previsto dal vigente regolamento, che pure sarebbe giustificato per interventi relativi a fatti di cronaca che, per definizione, non sono preventivabili).

Una dimostrazione di quanto immutabile sia il dibattito, si è avuta questa mattina nella seduta congiunta delle commissioni Mobilità e Statuto: da una parte la minoranza che, dopo aver chiesto due settimane di tempo per preparare gli emendamenti, decide di non farlo rinviandone la presentazione al consiglio comunale, sede in cui le rimostranze palesate da singoli portatori di interessi ma anche da associazioni di categoria (commercianti in primis) avranno sicuramente una eco maggiore; dall’altra alcuni consiglieri del centrosinistra che aprono brecce nella maggioranza rivendicando la necessità di non eliminare i pass per gli amministratori di Palazzo Carafa: è il caso di Gigi Valente, di Puglia Popolare, per il quale la conciliazione tra la propria attività lavorativa e gli impegni istituzionali passa dalla possibilità di avvicinarsi quanto più possibile a Palazzo Carafa, non riuscendo a trovare parcheggio nei dintorni del centro.

Il centrodestra: “Prima i parcheggi”

Due settimane addietro Severo Martini, esponente della Lega, aveva sostanzialmente detto le stesse cose, annunciando un emendamento in tal senso. Altri consiglieri, di entrambi gli schieramenti, tacciono ma, sostanzialmente, concordano. La posizione del centrodestra, nonostante dichiarazioni di apparente non belligeranza, sembra orientata a mettersi di traverso rispetto a una pacifica approvazione della proposta: prima i servizi (parcheggi, collegamenti), ha chiesto Gianpaolo Scorrano, poi il via libera.

Adriana Poli Bortone non ha nascosto la possibilità che ci possano essere in consiglio emendamenti a valanga, con chiaro intento ostruzionistico. Fu proprio lei, quando era sindaco, a introdurre tramite un’ordinanza un principio di regolamentazione di accesso al centro storico, incontrando allora una serie di resistenze molto simili a quelle attuali. Il peso delle scelte “impopolari”, del resto, Adriana Poli Bortone lo conosce bene: sono un capitolo di storia cittadina le barricate e anche gli insulti personali che dovette subire quando decise di trasferire il mercato coperto dall’area del castello alla zona di Settelacquare. Il suo rammarico, ha detto oggi ai colleghi in riferimento al regolamento, è quello di ritenere che negli anni intanto trascorsi dalla fine del suo secondo mandato non si sia fatto un solo passo in avanti in tema di vivibilità del centro storico e di sviluppo dei servizi per la sosta e il trasporto.

La seduta di commissione si è conclusa con un nulla di fatto, visto che anche il tentativo di Ernesto Mola (presidente della commissione Mobilità) di approvare il testo, proprio perché la minoranza non aveva emendamenti da proporre, è naufragato. L’assessore Marco De Matteis, che ha rinnovato la sua disponibilità al confronto sulla base di proposte concrete di cui però non ha ancora traccia, ha assistito sostanzialmente da spettatore ed ora si deve preparare a una sorta di sabotaggio, magari rinforzato anche da fuoco amico. Nella maggioranza l'obiettivo resta quello di stringere i tempi per l'approvazione (Civica, Lecce Città Pubblica, Pd, Coscienza Civica), anche se da parte di qualcuno non mancano riserve su singoli punti del provvedimento.

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