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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Taurisano

Futuro a rischio? Salumificio Scarlino, 98 lavoratori sono in stato d'agitazione

Flai Cgil, Ugl e Cisal, sindacati tutti uniti, i quali hanno firmato un documento inviato quest’oggi all’azienda, ma anche a Confindustria e alla Prefettura di Lecce. Tre le motivazioni, la scadenza degli ammortizzatori sociali, la retribuzione e altri accordi che sarebbero stati disattesi

TAURISANO - “Siamo costretti a proclamare lo stato di agitazione, dietro la pressante richiesta dei lavoratori, iscritti e non”. Flai Cgil, Ugl e Cisal, sindacati tutti uniti che hanno firmato un documento inviato quest’oggi all’azienda Scarlino, ma anche a Confindustria e alla Prefettura di Lecce.

Non c’è pace per il noto salumificio di Taurisano, già coinvolto nella vicenda della morte di un suo operaio, avvenuta nell’agosto del 2013, con tutto il corollario di indagini, e che ora, a distanza di due estati esatte da quella tragedia, si ritrova a fare i conti anche con l’agitazione del personale.

Una scelta, quella dei 98 dipendenti, dettata da vari motivi. Il primo, spiegano i sindacati in una nota congiunta, riguarda l’imminente scadenza degli ammortizzatori sociali. Settanta lavoratori sono in cassa integrazione ordinaria, e vige il contratto di solidarietà. Ma c’è di più.

“Nella riunione del 5 giugno scorso”, fanno sapere i sindacati, “l’azienda si era impegnata a far rientrare al lavoro almeno una ventina di unità”. Ma la ripresa produttiva nel sito di Taurisano è stata attuata da solo decina di lavoratori: “Le figure professionali richiamate”, spiegano Flai Ugl e Cisal, “non sono sufficienti nemmeno a ricoprire le mansioni richieste per il normale svolgimento dell’attività”.

Proprio in queste ore, poi, la comunicazione che dal 6 luglio vigerà la cassa integrazione anche per quella decina di lavoratori. E per le sigle sindacali questo significa solo una cosa: gli accordi presi non hanno per loro più alcun valore.

C’è poi un discorso legato alla retribuzione. I lavoratori lamentano che, nonostante il regime di ammortizzatori sociali, i pagamenti sarebbero solo parziali. Le preoccupazioni aumentano, insomma, e crescono “i dubbi, le angosce e i problemi” di chi opera in azienda e delle loro famiglie, spiegano le tre organizzazioni, anche davanti alla constatazione che, mentre quesra ferma il sito produttivo di Taurisano e mette i lavoratori in cassa integrazione e in regime di solidarietà, nel frattempo avvia un sito produttivo in Polonia e vi investe, trasferendovi anche i macchinari che prima erano nella fabbrica salentina. Flai, Ugl e Cisal preannunciano che, in assenza di risposte, sarà attuata ogni eventuale forma di protesta.

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