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Elezioni, Abaterusso fa un passo indietro. E nel Pd si libera un posto in lista

Il coordinatore della segreteria provinciale, condannato anche in secondo grado per bancarotta per distrazione, ha annunciato di non candidarsi: "E' una scelta di responsabilità politica", ha detto tra gli applausi. Ora il partito deve fare in fretta per trovare un nome che sia garanzia degli equilibri interni

LECCE – Gabriele Abaterusso rinuncia alla sua candidatura alle elezioni regionali e per il Pd salentino si apre una fase delicata: il coordinatore della segreteria provinciale, infatti, non era fino ad oggi un solo candidato eccellente, ma anche il nesso di congiunzione degli equilibri nella maggioranza del partito. Una vicissitudine giudiziaria, però, si è messa di traverso nel cammino che dalla roccaforte di Patù, di cui è vice - sindaco lo avrebbe dovuto portare a Bari.

L'annuncio in conferenza.

Figlio del già onorevole Ernesto, il dirigente del Pd sabato scorso si è visto confermare anche in sede di appello la condanna di bancarotta per distrazione relativamente alla vicenda del calzaturificio “Vereto” di Morciano di Leuca, fallito nel 2008. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa presso la sede provinciale del partito, Gabriele Abaterusso ha comunicato di aver scelto di fare un passo indietro rispetto all’imminente competizione elettorale.

“Non faccio attività politica in attesa del mio turno” ha dichiarato il coordinatore provinciale che ha confermato la propria estraneità ai rilievi contestatigli dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone. Il coordinatore provinciale della segreteria ha precisato di essersi orientato al ritiro della disponibilità alla candidatura - pur non essendovi obbligato né dal codice etico né dalla legge Severino - avvertendo “un senso di responsabilità politica” rispetto ad un partito nel quale proseguirà a ricoprire tutti gli incarichi di cui è titolare: coordinatore del circolo della sua città, di tutti circoli del Capo di Leuca e della segreteria provinciale guidata da Salvatore Piconese il quale, seduto al suo fianco, gli ha confermato la piena fiducia del partito.

Abaterusso ha ricordato di essere stato il primo a chiedere in sede processuale che la sentenza arrivasse prima delle elezioni, convinto, oltre che della propria innocenza, anche della necessità di fare chiarezza: "Avrei potuto tergiversare fino magari alla prescrizione, ma non l'ho fatto perché ricopro un ruolo politico di primo piano", ha spiegato prima di concludere che il suo obiettivo è quello di rendere protagonista il Pd salentino nella esperienza di governo democratico che si aprirebbe in caso di vittoria di Emiliano.

L'appello dei 40: "No condannati in lista".

E’ chiaro però che non tutti sono d’accordo. Proprio nella tarda serata di ieri, nell’imminenza quindi della conferenza stampa, è stato diffuso un appello con cui una quarantina di giovani esponenti del Pd, alcuni dei quali amministratori locali, hanno chiesto di non presentare candidati con condanne a carico.

“Crediamo che per migliorare la nostra Regione – scrivono i quaranta tesserati, la cui sortita questa mattina non era ancora nota agli organi dirigenti del partito - sia fondamentale che le persone per bene siano parte attiva di un cambiamento che faccia sempre rima con miglioramento. E affinché ciò accada, punto di partenza imprescindibile, è  colmare il solco che sempre di più separa i cittadini dalla politica e le persone dall'interesse verso la cosa pubblica. Un solco motivato dalla disillusione, dalle fatiche della crisi, da una parte di classe dirigente troppo spesso sulle prime pagine della carta stampata per notizie legate al malaffare.

“Per questo, noi, chiediamo al nostro partito, al Partito Democratico, di ritessere la tela con gli elettori e con la cittadinanza attraverso l'impegno concreto e diretto: nessun candidato alle prossime elezioni regionali dovrà avere alcuna condanna in alcun grado di giudizio. Una proposta di buonsenso, un primo passo verso una partecipazione sempre più attiva, una democrazia sempre più compiuta ed un Sud senza più l'ombra delle illegalità”.

Alla ricerca di un candidato.

Preso atto dell’indisponibilità di Abaterusso, la segreteria provinciale dovrà tirar fuori un altro nome per la lista di dieci candidati riferita alla circoscrizione della provincia di Lecce: sono già da tempo della partita i consiglieri uscenti Loredana Capone, Sergio Blasi e Antonio Buccoliero (transitato di recente nelle fila democratiche), ai quali si aggiungono Ada Fiore, sindaco a Corigliano d’Otranto e Paolo Foresio, capogruppo al Comune di Lecce. Nel migliore dei casi, cioè se Emiliano dovesse vincere con oltre il 40 per cento, la coalizione vincente avrà sei seggi: di questi uno dovrebbe essere per la civica a sostegno del segretario regionale e uno per la lista riconducibile a Emiliano e a Vendola. E poi c’è l’incognita Udc.  

Il ritiro di Abaterusso rappresenta una gatta da pelare, del resto, rappresenta anche una gatta da pelare per il candidato presidente consapevole di dover fronteggiare il centrodestra in un territorio in cui Forza Italia non crolla come accade altrove e dove il Pd è impegnato in una lenta e faticosa risalita dopo gli insuccessi delle ultime elezioni. Emiliano avrebbe quindi fatto un sondaggio con Ernesto Abaterusso, uomo di esperienza e tra i principali registi politici del nuovo corso del partito nel Salento, ma questa soluzione corre il serio rischio di apparire un aggiramento dell’incidente di percorso del figlio. Circolano dunque i nomi di alcuni amministratori locali, ma anche quello di Sandra Antonica, vice segretario regionale: la sua candidatura servirebbe anche a contribuire a ridimensionare le polemiche dopo la bocciatura in consiglio regionale del cosiddetto “pacchetto parità” che una buona parte del Pd ha contribuito ad affossare.

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