Gas: i venti di guerra gonfiano la vela dei sostenitori del Poseidon
Se ne parla da una quindicina di anni, ma dopo l'entrata in esercizio del Tap, il progetto sembrava destinato a rimanere sulla carta. Il governo Draghi ha accordato una proroga per l'avvio dei lavori
LECCE - Di potenziare la capacità attuale dei gasdotti, come il Tap, si discute da quando si è paventato prima e concretizzato poi l'incremento del costo dell'energie con le sue inevitabili ripercussioni sulle bollette dei cittadini.
Ora che la Russia ha avviato un'operazione militare su vasta scala in Ucraina, il tema diventa ancor più d'attualità per i sostenitori della costruzione di infrastrutture energetiche che possano diversificare l'approvvigionamento europeo rendendolo meno dipendente da Mosca. E in questa strategia, la Puglia, naturale piattaforma del Vecchio Continente nel Mediterraneo, ha un ruolo importante.
Fabiano Amati, presidente della commissione regionale Bilancio e Programmazione, è tra coloro che ritengono giunto il momento per accelerare sulla realizzazione di un altro gasdotto: “Il potenziamento delle infrastrutture di importazione del gas in Puglia attraverso il gasdotto Poseidon con approdo a Otranto, ossia un Tap bis, è una prospettiva da accelerare al massimo, perché riguarda un’opera compatibile con l’ambiente, di forte impatto economico e pure di libertà, come è chiarissimo in queste ultime ore con l’invasione russa ai danni dell’Ucraina. In questo senso mi occuperò di capire nei prossimi giorni lo stato di avanzamento del programma Poseidon, considerata la necessità di avere informazioni dettagliate sui giacimenti a cui collegarsi e sui tempi di realizzazione”.
Il Poseidon è pensato per portare metano dai giacimenti del Mediterraneo orientale. Di questo progetto si iniziò a discutere una quindicina di anni addietro, ma fu presto sopravanzato dall'iniziativa per il Tap che prese il sopravvento nell'agenda della politica. Sembrava che l'ipotesi del Poseidon sfumasse definitivamente in coincidenza con la scadenza del termine per l'avvio dei lavori (giugno 2021) e invece il ministero della Transizione Ecologica ha concesso una proroga di due anni, fissando una nuova data, a ottobre del 2023.
Secondo l'esponente del Pd “in queste ore si stanno mostrando dinanzi ai nostri occhi tutte le ragioni che giustificavano l’investimento italiano e pugliese in infrastrutture energetiche e l’irrazionalità di tutti gli argomenti che ostacolavano tali prospettive, eccitando le paure delle persone al fine di raccattare qualche voto. Stiamo infatti vedendo sia l’innalzarsi dei prezzi delle bollette, che sarebbero stati ben più alti se non avessimo avuto Tap, che il pericolo di dover soggiacere alle decisioni politiche dispotiche di nazioni finalmente democratiche: prova ne sia l’invasione russa dell’Ucraina e la correlativa necessità di utilizzare sanzioni economiche di rappresaglia che sono l’unica alternativa credibile per dissuadere l’aggressore e invasore senza ricorrere al fuoco”.