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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Tangenziale Est, il Comune chiede a Leadri i danni per la maxi ipoteca da 90 milioni

La giunta ha stabilito la costituzione in giudizio presso la Corte di Cassazione e il Tribunale di Bari, che si pronuncerà su un pignoramento da 14,4 milioni per il quale l'azienda ha iscritto una ipoteca su tutti i cespiti del Piano delle alienazioni

LECCE – L’amministrazione comunale di Lecce passa al contrattacco della Leadri Srl. La giunta che si è riunita oggi ha infatti deciso di reagire alla pressione dell’azienda aprendo due fronti sul piano giudiziario. Oggetto del contendere i crediti milionari che l'impresa rivendica per inadempimenti e ritardi, sanciti con tre diversi lodi arbitrali per un totale di oltre 23 milioni di euro, oltre a interessi per circa 11 milioni di euro.

La reazione di Palazzo Carafa arriva giusto alla vigilia della pronuncia da parte del giudice dell’esecuzione di Lecce sul primo dei due pignoramenti che Leadri ha disposto. La giunta ha votato una apposita delibera - illustrata dall'assessore al Contezioso, Luigi Coclite - per promuovere un’azione per la riduzione dell’ipoteca anche davanti al Tribunale di Bari, competente per il secondo pignoramento, annunciando inoltre più la richiesta di risarcimento danni.

L’amministrazione è infatti convinta – lo aveva già anticipato ieri l’assessore al Patrimonio, Attilio Monosi – che ci sia una ingiustificabile sproporzione tra il presunto credito (14,4 milioni) e il patrimonio immobiliare aggredito, cioè quello compreso nel Piano delle alienazioni, per circa 90 milioni. E che la paralisi che si è determinata di conseguenza sulle attività finanziarie dell'ente, che non può procedere ad esempio alla stipula dei lotti già aggiudicati, costituisca un grave pregiudizio per le casse comunali oltre ad esporre l'amministrazione a eventuali azioni di rivalsa da parte degli acquirenti (questa ipotesi, in realtà, era stata smentita da Monosi, ieri, nel corso della commissione Bilancio)

Il governo cittadino ha inoltre stabilito con una seconda delibera di costituirsi presso la Corte di Cassazione – con l’ausilio dell’avvocato Gianluigi Pellegrino - nel giudizio che Leadri Srl ha promosso a metà dicembre per l’annullamento della sentenza con cui il Consiglio di Stato, in riforma di una sentenza del Tar, aveva disposto per il creditore l’obbligo di presentare una dichiarazione di accettazione dei 14 milioni (da parte della Regione Puglia) a chiusura e stralcio definitivo di ogni pretesa. Cosa che l’azienda ha fatto precisando però un termine di 30 giorni per la liquidazione dell’importo. Termine che invece è passato invano e che ha portato quindi ai pignoramenti. Secondo l’avvocatura comunale quella dichiarazione ha fatto venir meno ogni presupposto di legittimità del pignoramento. 

Che sia, quella adottata oggi, una tattica dilatoria oppure un'iniziativa fondata, lo stabiliranno i giudici chiamati in causa. Intanto la minoranza consiliare ha chiesto ufficialmente la costituzione di una commissione di indagine per accertare le eventuali responsabilità di amministratori, tecnici, dirigenti e direttori dei lavori coinvolti in questa lunga  querelle che solo di parcelle di avvocati e arbitri è costata importi milionari. 

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