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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Perrone, meglio tardi che mai: “L’obiettivo è durare cinque anni”

Il sindaco smentisce che sia l'attribuzione della quota rosa a ritardare la formazione della giunta: "Avrei potuto farla il giorno dopo, ma non ho voluto essere l'uomo solo al comando". Mancherebbero solo alcuni dettagli

 

LECCE – Potrebbe anche superare il precedente record, quello dei 42 giorni di attesa per la formazione della sua prima giunta. Era il 12 luglio del 2007. Ma, siccome è scaramantico, Paolo Perrone sceglierà un altro giorno per varare il suo secondo governo e non è detto che sia prima di quel termine perché, in fondo, una settimana passa in fretta, tra incontri molto riservati ed interminabili telefonate.

“Il problema non è la quota rosa”, ha dichiarato il sindaco riconfermato,  a margine di una conferenza. “Voglio partire bene in modo da avere un esecutivo che abbia una prospettiva di cinque anni”,  ha ribadito Perrone riferendosi alla fase piuttosto travagliata, la prima, della scorsa consiliatura. Dopo due anni, infatti, fu costretto a fare un check-up alla giunta con l’estromissione di Adriana Poli Bortone e dei suoi fedelissimi, tra cui l’allora assessore Luciano Battista oggi tornato in auge ed accreditato di una poltrona pesante. Per evitare sussulti simili, Perrone ha fatto di capire di volersi prendere tutto il tempo necessario, anche per incontrare tutti i consiglieri che alla sua maggioranza fanno riferimento.

Il primo cittadino continua ad essere abbottonato e tesse la sua tela nella massima riservatezza e torna a ripetere concetti già espressi: “Avrei potuto fare la giunta il giorno dopo, ma non ho voluto apparire come l’uomo solo al comando. La mia sarà una giunta politica che avrà come base di riferimento i risultati elettorali, sia per la composizione che per la scelta delle persone”. Insomma, non ci saranno stravolgimenti rispetto alle proporzioni tra le liste e, al loro interno, peseranno i “cavalli di razza”, vecchi e nuovi, come Andrea Guido cui andrà con ogni probabilità la delega all’ambiente.  

Tornando alla presenza femminile nella squadra di governo, sembrano tramontate le tentazioni interne, che portavano a Francesca Mariano di Io Sud e a Giordana Guerrieri di Grande Lecce. Non a caso Perrone ha fatto riferimento, con rammarico, all’assenza di donne elette nella fila della sua maggioranza: detto in altre parole, non c’è la legittimazione sufficiente per entrare nell’esecutivo e dunque entrambe, prime dei non eletti, si “accontenteranno” di occupare il posto lasciato vacante da consiglieri promossi ad assessori. "La quota rosa, per me, è un'opportunità, non un semplice adempimento di legge", ha concluso.

La strada che Perrone sta battendo sin dall’inizio è quella di una figura esterna, ma comunque d’area. Una o forse due, perché, per non creare eccessivi malumori tra alcune liste che sarebbero inevitabilmente penalizzate nella ripartizione dei posti, potrebbe farsi largo la soluzione di un assessore esterno anche tra gli uomini. 

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