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Gli attentati visti dal Meridione: il turismo, le coste e i venti di guerra

Bruxelles è un dolore vivo. Ma le risposte dei politici al terrorismo variano da chi punta alla coesione dell'Europa a chi chiede un atto deciso di forza. Di mezzo ci sono i valori. E l'economia

BARI – Poca voglia di commentare. Un attacco, quello al cuore dell’Europa, che ha colto tutti impreparati. Un’organizzazione minuziosa nella sua fredda ferocia, un atto di sfida che arriva dopo l’arresto di Abdeslam Salah. Il gancio, feroce, violento, imprevisto, di un pugile che sembrava alle corde e che invece non vuole saperne di finire al tappeto.

In queste ore in cui le notizie da Bruxelles continuano a essere convulse e confuse, in cui persino il numero di morti e feriti ancora non sembra definitivo, dalla politica pugliese non sono giunte molte sottolineature. Forse perché non c’è davvero molto da dire, la vicenda sfianca ed è ancora da metabolizzare una realtà che non tutti hanno ben recepito, nonostante le cruente e pesanti avvisaglie in due atti di Parigi: si è entrati, e non dalle 8 di oggi, in uno stato permanente di guerra.

Ma quale la risposta? C’è chi punta soprattutto sulla coesione degli Stati membri per fare quadrato e chi, di petto e senza troppi giri di parole, pretende un deciso atto di forza. Di mezzo ci sono i più alti ed eterei valori, certo, ma anche la più concreta economia. Specie quella locale. Nessuno, o quasi, lo dice apertamente per non dare il senso di macchiare il sacro del sangue con il profano della moneta in un giorno di dolore. Ma i giri di parole si scoprono facilmente. In fine dei conti, è la tasca gonfia che muove il mondo. E la difesa di una civiltà non è nientr'altro che quella degli interessi.

Il presidente regionale Michele Emiliano è stato raggiunto dalla notizia degli attentati questa mattina, mentre si trovava a Bari, presso la Fiera del Levante, per il primo incontro di avvio dei lavori partecipati Puglia 365 – piano strategico del turismo 2016-2025. Già, ma che strategia turistica si può approntare, viene da chiedersi, se il mondo sta scivolando nella follia e se il solo pensiero di infilare un piede in un aeroporto fa venire i brividi? Per non andare lontano, anzi, restando a pochi chilometri, anche nello scalo di Brindisi è stato innalzato il livello d’allerta. Ed è come portare i venti di guerra sotto i cieli del Salento.

“Siamo qui a organizzare le idee per il futuro, contro chi pensa di azzerarlo con la violenza”, ha esordito Emiliano aprendo lavori turbati, e non poco, dagli echi dell’immensa e destabilizzante tragedia. “Il nostro modello turistico vuole essere fondato sull'amore per gli altri e per noi stessi”. Da qui un messaggio di speranza. “Questo Forum del turismo oggi si presenta quasi come una bandiera di libertà, una bandiera di resistenza, che abbraccia tutti i viaggiatori che in questo momento sono stati colpiti dagli eventi di Bruxelles”. “Guardiamo il mondo – ha aggiunto -, guardiamo i gravi fatti odierni, ma vogliamo e dobbiamo continuare a vivere e a immaginare la nostra vita anche dal punto di vista turistico, in modo tale che chi tenta di cambiare le nostre abitudini non vinca e non abbia a sopraffare la civiltà e i diritti”.

Aldo Patriciello, di Venafro, quindi di una regione, il Molise, che vive quasi in connubio con la Puglia, è fra coloro che respirano pienamente l'aria di Bruxelles. In prima persona. Eurodeputato forzista, ritiene che “la sfida lanciata dal terrorismo internazionale sia qualcosa di più di un atto di violenza contro la nostra sicurezza: è un attacco alla nostra libertà e al nostro sistema di valori democratici”. L’appello all’Europa è quindi di “ritrovare quell’unità e quell’unione d’intenti necessaria per fare fronte comune a una minaccia che mina il nostro vivere quotidiano e i nostri diritti”. “Avremo modo, nei prossimi giorni, di discutere e pianificare le misure da mettere in campo contro il terrorismo. Ora, però, è bene che simili ragionamenti lascino spazio alla solidarietà e a un rispettoso silenzio”.

“Ai cittadini il compito di non lasciarsi soggiogare dalla paura, ai politici il compito di dare risposte forti e decise”, dice invece il consigliere regionale salentino del Pd, Ernesto Abaterusso, in un suo intervento. “Quanto avvenuto questa mattina a Bruxelles ha dell'incredibile. Un attentato di una brutalità unica e il cui unico obiettivo era colpire l'Europa nel suo cuore pulsante. E l’ha fatto, nel peggiore dei modi, prendendo di mera la città che più di altre è simbolo di unità, di democrazia e crocevia di culture”.

“Non possiamo nascondere la paura davanti a eventi di tale portata”, aggiunge. “Ma di fronte a tanto dolore, violenza e fanatismo, abbiamo il sacrosanto dovere di unire le nostre forze per costruire un mondo migliore. Solo con l'unità riusciremo a respingere con determinazione la follia del terrorismo islamico che vuole fare a pezzi la nostra democrazia”.

Punta dritto al nodo il parlamentare Roberto Marti, dei Conservatori e riformisti. “I terribili attentati di Bruxelles dimostrano che siamo in guerra. Non possiamo più negare questa evidenza”. “I terroristi islamici vogliono portare morte e distruzione nelle nostre vite, nelle nostre case e scuole. Dobbiamo resistere a queste barbarie. Le nostre istituzioni devono mantenere alta la guardia, non possiamo farci intimidire. Abbiamo il dovere di non arrenderci alla paura. Siamo stati trascinati in un conflitto da assassini che usano il nome di Dio per infliggere morte e dolore. I terroristi islamici odiano le nostre libertà, il nostro stile di vita, i nostri valori. Dobbiamo reagire al loro piano di dolore e morte – conclude - per affermare i valori della nostra civiltà”.

Il suo collega parlamentare Trifone Altieri, barese di Conversano, si muove sulla stessa falsariga. “Oggi i cittadini europei non si sentono liberi di prendere un aereo, una metro, un treno, di recarsi al lavoro e di fronte a tutto questo non si può continuare a pensare che non siamo sotto attacco”.

“I terroristi islamici hanno portato la paura nelle nostre città, nelle nostre vite e non possiamo permetterci altri tentennamenti e debolezze. Dobbiamo difendere il nostro Paese e dobbiamo scongiurare  il rischio di infiltrazioni terroristiche dall’estero”. Per Altieri “l’Italia è pericolosamente esposta a una nuova ondata migratoria per effetto della chiusura delle frontiere da parte dei Paesi balcanici”. E le coste pugliesi potrebbero essere tra i varchi. La storia recente l'ha già insegnato. Salah, sebbene sotto le vesti quasi di un anomino turista diretto in Grecia, ad agosto è passato proprio da Bari. 

Il suo timore è ora un arrivo in massa “già nei prossimi mesi, con il rischio che i terroristi possano nascondersi tra gruppi di migranti”. Cosa che potrebbe comunque essere avvenuta in passato. E chiede quindi “una strategia reale di difesa contro i terroristi fondamentalisti, una risposta forte e decisa contro un nemico che non possiamo ancora far finta che non esista. La situazione è seria, Renzi venga a riferire in Parlamento e non in conferenza stampa”. 

E Paolo Pagliaro, dell'ufficio di presidenza di Forza Italia, osserva con il binocolo Mosca, ritenendo che "l'unico riferimento serio nella lotta al terrorismo sia Putin, dalla lontana Russia, mentre l'Ue e l'Italia arrancano". "Le nostre strade, la nostra civiltà - aggiunge - sono nel mirino di efferati killer a cui nessuno, se non la Russia, ha dichiarato guerra seriamente. L'Italia sta dimostrando un'autorevolezza inesistente sulla scena internazionale. In un giorno di dolore come questo non si può fare polemica politica". "Ma certamente - conclude - possiamo e dobbiamo rinnovare l'appello alla fermezza, affinché questa guerra non ci trovi impreparati e si possano salvare sul serio vite umane e i fondamenti della nostra civiltà".

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