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Gli strani intrecci. "E se su Iskenia invece sapevate?"

Il Partito democratico consegna fotocopia dell'atto notarile siglato in Lussemburgo per la costituzione di una società in cui compaiono l'amministratore di Iskenia ed il figlio di Adriana Poli Bortone

La notizia diramata questa mattina a Lecce dal Pd che siede dietro i banchi dell'opposizione a Palazzo Carafa sulle ultime novità riguardanti il caso "Iskenia", ha origine in un atto notarile sottoscritto in Lussemburgo lo scorso 30 gennaio 2007. Scopo oggi del centro sinistra è mettere in guardia i cittadini mentre è in via di definizione il nuovo Piano urbanistico generale e controbattere ancora una volta il centro destra sulla scia delle affermazioni emerse nella campagna elettorale per l'elezione dell'attuale sindaco Paolo Perrone, quando l'allora Casa della libertà affermava che sulla presunta speculazione edilizia che si stava perpetrando sui suoli agricoli lungo la tangenziale Est non erano certamente coinvolti leccesi, né politici, né imprenditori locali. Anzi. Come si ricorderà, tutti i candidati assunsero evidentemente l'impegno a contrastare ogni possibile speculazione sui quei terreni tuttora agricoli in prossimità di Torre Veneri, Parco regionale di Rauccio, lungo l'asse di via Vecchia Frigole e prospicienti, appunto, la Est. Tra Perrone e Rotundo a poche settimane dal voto si accesero polemiche, condite da isterismi televisivi e botte di querele.

Oggi il capogruppo all'opposizione Antonio Rotundo torna sul'argomento "Iskenia", consegnando ai giornalisti fotocopia di quell'atto notarile pubblico, il "Memorial journal officiel di Grand-Duchè de Luxembourg", in cui si legge che "Pasquale Corcelli, l'imprenditore di Bari rappresentante legale di Iskenia, e il legale Andrea Bortone, figlio dell'allora sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone (e attuale vicesindaco) - dice Rotundo - sono soci, con altri imprenditori, in un'altra società avente sede anch'essa in Lussemburgo e regolarmente registrata nell'apposito Registro del commercio e delle imprese del Granducato. Si tratta di una società - questo il nocciolo secondo il Pd leccese - che come si può leggere nel verbale della stessa assemblea, oltre a scopi sociali di natura commerciale, si propone di effettuare affari di natura immobiliare, estendendo l'oggetto sociale all'acquisizione, la vendita, la messa in valore, la locazione e la gestione di immobili diversi".

Ora, se tra Iskenia e l'altra società nata anch'essa in Lussemburgo e legata al figlio della senatrice Bortone e ad altri salentini non risulterebbe alcun legame diretto, va da sé che il comune denominatore su cui pone l'attenzione il centro sinistra e proprio il legale rappresentante di Iskenia, il cui nome compare nei due gruppi d'impresa.

Rotundo si spinge oltre guardandosi bene nel mettere le mani avanti: "Non ci interessano gli aspetti relativi alle indagini giudiziarie sulla vicenda, ma sottolineare che l'unico soggetto noto ad oggi nell'affare Iskenia, Pasquale Corcelli, è un imprenditore che come abbiamo visto non è affatto sconosciuto ad alcuni ambienti della nostra città come incautamente dichiarato in campagna elettorale. Quello che ci interessa - prosegue - è rilanciare con forza la battaglia per la trasparenza, affermare l'idea di una programmazione urbanistica che risponda agli interessi generali, contrastare la logica opaca di decisioni assunte da ristrette oligarchie politiche e imprenditoriali, non piegando a interessi speculativi di pochi il nuovo Piano urbanistico generale in via di definizione. Ecco perché - conclude Rotundo - chiederemo al Consiglio comunale, certi che il sindaco Perrone sposerà la nostra proposta, di approvare un formale impegno per fare in modo che quei terreni, nella previsione del nuovo Pug, mantengano l'attuale destinazione agricola".

La società Iskenia acquistò a settembre del 2004 oltre 28 ettari di suolo agricolo ricadente nel Comune di Lecce al prezzo di 1,86 euro al metro quadro. Il primo a sollevare il caso su una presenta speculazione edilizia fu Mario De Cristofaro, nel maggio scorso candidato sindaco nelle liste dei Socialpopolari. Lo stesso De Cristofaro venne interrogato dalla guardia di finanza in qualità di "persona informata sui fatti", nell'ambito del filone d'inchiesta gestito dal sostituto procuratore Marco D'Agostino. Di seguito, la vicenda venne ripresa con forza anche da Antonio Rotundo e dal centrosinistra, che ne fece uno dei leitmotiv della campagna elettorale.

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