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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Guerra dei treni, politici sul binario della polemica

Sul caso dei tagli di Trenitalia è zuffa collettiva. Mantovano risponde a muso duro a Maritati, l'assessore ai Trasporti Merico replica a Prete. E intanto c'è attesa per il consiglio provinciale

Tira dritto il convoglio politico sui binari della polemica e nel gioco del tutti contro Trenitalia, ci scappa anche la zuffa collettiva. Diatribe su diatribe, l'assenza di quasi tutti gli ospiti al tavolo della Camera di commercio ha suscitato clamore, risposte piccate, autodifese. Le parole del sottosegretario alla Giustizia Maritati, in particolare, hanno colpito al cuore Alfredo Mantovano, che aveva avanzato l'offensiva: "Occupiamo i binari di Bari". Lesta è stata la risposta del sottosegretario: "Il senatore Mantovano avrebbe sollecitato, ponendosi alla testa, la nascita di un movimento rivoluzionario. La storia si ripete, come viene raccontato anche in questi giorni nelle sale cinematografiche con il film i Viceré: gli esponenti del pensiero conservatore e reazionario diventano facilmente capitani della (apparente) rivoluzione". Apparente anche perché, secondo Maritati, all'epoca del governo di centrodestra nulla sarebbe stato fatto per le infrastrutture nel Mezzogiorno (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4760).

"Inferior stabat agnus..., racconta la favola". Esordisce così, Mantovano, nella sua replica a Maritati. "Il sottosegretario alla Giustizia sembra adottare i panni del lupo: per il quale la colpa è sempre di chi sta prima; anche se sono passati quasi due anni e qualcosa è cambiato. E così, in presenza di extragettito, il Governo Prodi nella Finanziaria non dà risorse ritenute sufficienti da Trenitalia, ma la responsabilità è del Governo Berlusconi. Maritati dovrebbe spiegare come mai in passato Trenitalia, su sollecitazione della delegazione parlamentare salentina e del Governo di Centrodestra, ha concorso a salvare le sorti di Omfesa, e invece oggi taglia collegamenti ferroviari importanti. Auguro al senatore Maritati - prosegue Mantovano - di risolvere la questione nel modo più soddisfacente: magari cominciando a rinunciare allo scaricabarile. Gli assicuro, per quello che serve, tutto l'appoggio personale e politico, confidando che su questo fronte i parlamentari salentini ritrovino compattezza. Gli confermo che, in assenza di risposte tempestive, sono pronto a partecipare a tutte le forme di protesta, nessuna esclusa. Lo prego solo di risparmiare le favole".

Insomma, la battaglia è su tutti i fronti e grande è l'attesa per il consiglio provinciale monotematico sull'emergenza trasporti causata dalla soppressione di numerosi treni da parte di Trenitalia convocato dal presidente Sergio Bidetti per lunedì 26 novembre prossimo. A Palazzo dei Celestini è annunciata, fra gli altri, anche la partecipazione dell'assessore regionale ai trasporti, Mario Loizzo. "La soppressione di alcuni collegamenti ferroviari con il Nord d'Italia - dice Bidetti - penalizza gravemente il Salento, crea grandi disagi ai cittadini, danneggia l'economia, frena lo sviluppo turistico del nostro territorio. Dobbiamo sventare questo nuovo tentativo di spostare la stazione di testa da Lecce a Bari. E' storia vecchia che si ripete ciclicamente senza tenere conto delle gravissime ripercussioni sulla nostra comunità. Abbiamo invitato tutti rappresentanti istituzionali e sindacali ad affrontare questa nuova emergenza per trovare una adeguata soluzione al problema scongiurando il rischio di essere sempre più emarginati dal resto della penisola. Il taglio dei treni ha comportato una drastica riduzione dei collegamenti, ma anche una grave soppressione di servizi assai utili che offriva Trenitalia. Il trasporto di auto e moto sulle lunghe distanze, per esempio, contribuiva ad alleggerire il volume di traffico su gomma, a ridurre i problemi d'impatto ambientale ed a sviluppare il turismo verso Oriente. Con una energica iniziativa istituzionale, dobbiamo impedire la soppressione di quei treni che hanno un valore strategico per lo sviluppo del turismo e dell'economia complessiva del Salento".

E intanto, l'assessore ai Trasporti della Provincia di Lecce Giuseppe Merico invita a non strumentalizzare la questione e risponde alle critiche del presidente della Camera di commercio Alfredo Prete (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4750). "E' un dato di fatto: mai, come in questi ultimi tempi, la questione dei trasporti da e per la Puglia, da e per Lecce e all'intero della provincia salentina, è stata così presente all'ordine del giorno e nell'agenda delle istituzioni. Sottovalutare questo per fare semplice propaganda non è corretto e, soprattutto, non giova al futuro prossimo del Salento. Capisco Mantovano, Congedo e Fitto, che devono fare opposizione, ma Prete, che rappresenta un'istituzione, dovrebbe sapere quanto lavoro è stato fatto".

Continua Merico: "Ad oggi, le istituzioni provinciali e regionali si sono interessate dei trasporti sia interni che esterni alla Puglia con risultati significativi: dalla trattativa con l'Unione europea per rimuovere quegli impedimenti agli aiuti pubblici che rendevano le compagnie private non disponibili ad investire per avviare voli da e per Bari e Brindisi; all'intervento sull'ammodernamento della rete ferroviaria secondaria; fino all'intervento per l'aumento dei servizi minimi per il quale la Regione Puglia ha stanziato, attraverso gli ultimi due bilanci, 10 milioni di euro dopo 20 anni che al servizio pubblico non arrivava nulla. La Provincia di Lecce sulla questione trasporti si è mossa e continua a muoversi per collegare al meglio tutto il Salento. Credo che le amministrazioni non si muovono e non debbano muoversi in modo propagandistico - conclude -, ma con l'obiettivo di ottenere un risultato concreto attraverso tutto un complesso lavoro istituzionale che può anche non apparire, come in questo caso".

"La discussione in Consiglio regionale è stata utile e ha stimolato ulteriori iniziative in difesa degli interessi del Salento. La decisione del presidente Vendola di interloquire direttamente con Prodi testimonia l'alto grado di sensibilità sul tema dei trasporti e del diritto alla mobilità dei pugliesi. E' stato giusto, pertanto, investire l'assemblea regionale ed assumere una posizione di contrasto rispetto alle decisioni di Trenitalia". Così invece Antonio Maniglio dei Ds regionali, che esalta il ruolo odierno del presidente Nichi Vendola.

"La battaglia per trasporti efficaci, al servizio dei cittadini che non si possono permettere l'uso dell'areo o dell'auto e che usano il treno per recarsi fuori regione per lavorare, è doverosa ed è coerente con quanto è stato fatto in questi anni dall'assessorato ai trasporti. Dopo anni di assenza di programmazione e di investimenti si è invertita la rotta investendo nell'acquisto di nuove carrozze (ben 52 milioni di euro) o intervenendo a sostegno del trasporto urbano (e Lecce e Bari hanno visto riconosciuti servizi a carico della regione che da sempre gravavano sui bilanci comunali. Ecco perché - prosegue - ho ribadito l'ingiustizia e la insostenibilità dei tagli decisi da Trenitalia. Non abbiamo fatto decennali battaglie per l'elettrificazione e il raddoppio della linea Bari Lecce per viaggiare di meno ma per muoverci meglio, in condizioni civili. L'ordine del giorno approvato in Consiglio è un segnale di unità della Puglia e dà più forza al presidente Vendola e all'assessore Loizzo - conclude - per difendere con forza il salento e il diritto dei salentini a viaggiare nelle stesse condizioni in cui viaggiano gli altri italiani."

Il consigliere regionale della Cdl Saverio Congedo punta invece il dito contro la Giunta Vendola. "Abbiamo espresso e sostenuto unanimemente in Consiglio Regionale la rivolta unanime dei Pugliesi nei confronti dello scippo in atto da parte di Trenitalia dei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza da e per il Salento. Purtroppo però non possiamo dirci rasserenati dalle risposte ricevute dal Governo Regionale, che si è esercitato nei soliti riti auto-celebratori (peraltro mai tanto infondati come nel settore dei Trasporti come ben sanno i viaggiatori pugliesi a partire dai pendolari) senza essere in grado di offrire alcuna rassicurazione sui comportamenti del Governo e della maggioranza parlamentare di centro-sinistra, che evidentemente non ascolta i suoi referenti pugliesi".

"Certo è che, allo stato, sono a rischio -con buona pace dei proclami della sinistra sul diritto universale ai pubblici servizi - a partire dal 10 dicembre, ben 9 coppie di treni da-per Lecce e Taranto e che appare un assurdo pretesto quello dei costi, visto che Trenitalia si appresta ad aumentare le tariffe del 15 per cento e che chi viaggia da Lecce e da Taranto lo fa molto spesso in piedi ed in condizioni di assoluta precarietà per l'affollamento dei vagoni", ricorda Congedo. "E' assurdo che noi pugliesi e salentini, invece di vederci finalmente ridurre le pesanti discriminazioni in materia di infrastrutture e servizi di cui siamo vittime, si sia a costretti addirittura a difendere quel pochissimo che abbiamo".

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