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"I medici della Sanità pubblica lascino studi privati"

Il monito del ministro Livia Turco a Lecce per appoggiare il candidato del centrosinistra Antonio Rotundo alle elezioni. Scintille nell'incontro coi pazienti oncologici di Casarano

Prima di salire sul palco del cinema "Massimo", il ministro della Sanità, Livia Turco, ha incontrato un comitato d pazienti di Casarano, angustiati dale carenze nel settore oncologico nel Basso Salento. Nel pomeriggio in un comunicato il candidato sindaco a Nardò, Gregorio Dell'Anna, già primo cittadino e deputato del centrodestra, aveva ricordato che il nosocomio neritino "non è in grado di assicurare la cardiologia 24 ore su 24, l'anestesia, la rianimazione, la terapia intensiva, il servizio infermieristico a domicilio, un centro attrezzato per la riabilitazione". E si era chiesto "perché i più alti rappresentanti della Sanità, come il ministro Turco o l'assessore Tedesco, invece di visitare l'ospedale neritino, si limitano a parlare di sanità in incontri elettorali che si tengono addirittura in Municipio o in qualche altra sede comunale? Hanno forse qualche imbarazzo ad incontrare pazienti, familiari e operatori sanitari, che potrebbero contestare e rinfacciare le tante promesse fatte da due anni a questa parte e mai mantenute?".

I pazienti oncologici hanno atteso un'ora l'esponente del Governo Prodi, venuto a Lecce per appoggiare il candidato sindaco dell'Unione, Antonio Rotundo, poi in una saletta del cinema le hanno consegnato una lettera. Una busta nella quale stanno le speranze di chi da anni attende risposte e la voglia di lottare di chi è afflitto da un male e dallo stress della chemioterapia. In quella busta la speranza di tornare a sorridere, nell'incontro la speranza di avere voce. Si sono sentiti soli i signori che ieri hanno ottenuto l'incontro dal ministro, hanno scavalcato i politici locali, si sono rivolti a chi poteva donare loro un cenno di disponibilità.

Neanche il tempo di esporre le proprie angosce che il ministro ha avvertito di dover raggiungere la sala in cui avrebbe tenuto il discorso. La portavoce del comitato è sbottata, facendo notare di aver atteso pazientemente l'incontro, di essere una paziente sottoposta a chemioterapia, pretendendo ascolto. E' intervenuto Rotundo: "Signora, ma lì (in platea, ndr) ci son centinaia di persone…". "Il cancro non aspetta nessuno" ha osservato una volontaria. "Da un anno aspettiamo - ha riferito la portavoce - che a noi malati di cancro siano consentite la cura e la prevenzione nell'ospedale di Casarano, dove doveva essere istituito il secondo polo oncologico. E invece non abbiamo strumenti, non diciamo di avanguardia, ma almeno quelli necessari per curarci bene. Il personale è precario…".

Rotundo ha interrotto ancora, proponendo un incontro con il direttore generale dell'Asl. La Turco ha spiegato di non avere competenza sull'ospedale di Casarano. Voci sovrapposte, in silenzio con volto inespressivo Teresa Bellanova, deputato Ds, e Loredana Capone, vicepresidente della Provincia; la portavoce dei pazienti oncologici ha riferito che la situazione generale della Sanità da queste parti non è buona. Il ministro, scortato da Rotundo, è salito in sala, dove l'attendevano l'assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, la stampa e poco più di un centinaio di fedeli dell'Ulivo. Dario Stefàno, consigliere regionale della Margherita, si è fermato nella saletta per cercare un dialogo con gli ammalati di tumore. Che si sono detti delusi dall'incontro con l'illustre ospite.

In sala il ministro Turco ha avvertito che la Puglia è l'anello forte della Sanità nazionale. E che il merito deve essere attribuito a medici e infermieri, "nonostante la retorica della malasanità". Gli operatori sanitari devono migliorare, ha fatto notare, ma non può essere lesa la fiducia fra cittadini e Sanità pubblica. Altrimenti, ha ragionato la Turco, non rimane che quella privata, quella che non sa operare "senza guardare al reddito delle persone". E no alla diversa velocità della Sanità fra centro-nord e Mezzogiorno. "Abbiamo iniziato a bere un amarissimo calice" ha informato il ministro: quello dell'indebitamento delle Asl. Il debito della Sanità del Lazio, ha riferito, è pari a 9,6 miliardi di euro. La colpa? "L'uso spregiudicato della Sanità". La promessa: "azzeriamo entro il 2010 il debito di queste Regioni". Ma la battaglia, ha avvertito il ministro, è culturale, perché ci sono molti furbi anche fra i pazienti.

Il comunicato di Dell'Anna nel pomeriggio aveva denunciato: "In questi due anni abbiamo visto solo il debito sanitario aumentare in modo sproporzionato, le liste d'attesa allungarsi in maniera altrettanto preoccupante, i ticket per gli esami diagnostici e per l'acquisto di medicinali crescere esageratamente". Il ministro ha annunciato che il ticket di 10 euro sarà abrogato. Questo sarà possibile, ha tranquillizzato, perché l'economia in ripresa consente di spendere per la Sanità. E ha precisato che l'economia è in crescita grazie a una politica di rigore nelle spese e di lotta all'evasione fiscale. Le liste d'attesa. Bisogna far funzionare i Cup (Centro unificato prenotazioni), bisogna lavorare in equipe, ma occorre, ha ammonito la Turco, che i medici della Sanità pubblica lavorino a tempo pieno. No dunque a quelli che dedicano maggior tempo agli studi privati.

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