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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

I tagli di Trenitalia portano nuova bufera nel Salento

A rischio la tratta Lecce-Bari-Torino. Congedo attacca il governo Vendola. De Cristofaro invoca la nascita della Regione Salento. Alfarano chiama a raccolta i cittadini. Maritati: "Scelta sciagurata"

Dalle rotte aeree, passando per i treni. Sul sistema trasporti pugliese è bufera politica. Dopo l'annuncio dei tagli degli Eurostar verso la regione, il centrodestra torna ad alzare i toni. Il consigliere regionale del PdL Saverio Congedo ha rivolto un'interrogazione a risposta urgente al Presidente della Regione Nichi Vendola e all'assessore ai Trasporti Mario Loizzo per conoscere "le iniziative che stanno intraprendendo al fine di evitare il nuovo tentativo di Trenitatia di tagliare gli Eurostar sulla linea Lecce-Bari-Torino". Secondo Congedo "tale recrudescenza dell'ostilità dell'azienda ferroviaria nazionale verso il nostro territorio conferma la debolezza del nostro Governo regionale che sull'argomento, soltanto poche settimane, fa aveva trionfalisticamente annunciato una vittoria rivelatasi effimera ed illusoria", associando "questa vicenda a quella relativa ai voli da e verso Brindisi". Morale, per Congedo "gli annunci del Governo regionale si sono rivelati patetici bluff".

"Queste vicende insieme danno chiara la visione di un inquietante smantellamento in atto del sistema trasportistico da e per il Salento che il Governo Regionale non sa o non vuole difendere", conclude il consigliere del Pdl, che ora domanda a gran voce che dell'argomento si discuta in occasione della prossima seduta del Consiglio Regionale. E non meno polemici sono i toni di Mario De Cristofaro, ritornato in auge nella politica locale con la fondazione del movimento "Salento libero".
"Ancora una volta il Salento è oggetto di decisioni inqualificabili che rappresentano una ulteriore prova dell'esistenza di una precisa e perversa strategia volta ad accentuarne l'isolamento ed impedirne sviluppo e crescita economico-sociale", dice De Cristofaro. "Raglio d'asino non giunse mai al cielo e, pertanto, è infantile e pressoché inutile lamentarsi e protestare ogni volta che il Salento subisce decisioni che lo penalizzano. Si abbia il coraggio di andare dritti al cuore del problema rivendicando, una volta per sempre, il diritto del Salento ad essere regione senza ridursi continuamente ad elemosinare qualche rotta aerea o tratta ferroviaria in più o in meno".

"Solo un'istituzione legittimata dal voto popolare è in grado di programmare e guidare lo sviluppo del territorio e garantire un futuro migliore ai salentini che vantano, dai Messapi ai giorni nostri, oltre 2000 anni di comune civiltà e storia. Per questo - dice De Cristofaro, già presidente del Consiglio regionale della Giunta Fitto - è incredibile che politici, imprenditori, sindacalisti eccetera, anche quelli più avveduti e seri, non sappiano uscire fuori dallo schema mentale del cosiddetto "Grande Salento" che - conclude - ha prodotto sin qui solo montagne di chiacchiere e zero fatti concreti e rinuncino, senza un motivo plausibile, a sostenere apertamente la causa della Regione Salento".

Per il Comune di Lecce a prendere parola è l'assessore al Turismo Massimo Alfarano, che dice: "Non oso credere che Trenitalia si comporterà nel modo in cui, in queste ore, si racconta. Non posso immaginare, da cittadino italiano prima ancora che da assessore al Turismo della città di Lecce, che le Ferrovie dello Stato Italiane pensino di migliorare e potenziare le tratte del Nord Italia, disinvestendo nel Mezzogiorno e abbrutendo l'offerta degli spostamenti sul nostro territorio in termini sia quantitativi che qualitativi. Mi auguro che si tratti solo di una provocazione perché, altrimenti, si dovrebbe chiedere l'intervento immediato del Governo dinanzi ad un trattamento impari tra Nord e Sud Italia".

"Il nostro territorio si trova, così, a correre il rischio di un serio isolamento visto il modo in cui le compagnie nazionali che gestiscono le tratte aeree e quelle ferroviarie hanno deciso di comportarsi con esso. Senza voler fare facili strumentalizzazioni - prosegue Alfarano -, appare chiaro che con questi provvedimenti si arrecherebbe un danno irreparabile all'economia e al turismo. Dico ciò pensando anche alle difficoltà che gli imprenditori salentini palesano quotidianamente, oltre che alla situazione delle nostre imprese turistiche che si stanno attrezzando per affrontare l'arrivo dei vacanzieri. Mai come ora, a stagione turistica iniziata, è necessaria un'azione che garantisca al territorio salentino e pugliese un maggiore sviluppo dei trasporti e non una sua riduzione".

"Se malgrado i grandi sforzi che le nostre istituzioni e i nostri imprenditori turistici stanno effettuando, dovessimo accorgerci, in fase di consuntivo, che si è verificato un calo delle presenze sul nostro territorio, potemmo gridare al mondo intero che Alitalia e Trenitalia ci hanno messo del loro. È questo il momento di alzare la voce senza alcuna esitazione di appartenenza politica - conclude Alfarano - e mi auguro, pertanto, che tutti coloro che hanno titolo istituzionale per farlo sappiano e vogliano dare voce al Salento".

Il sottosegretario alla Giustizia, Alberto Maritati, ha scritto una lettera al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi e agli amministratori delegati di Trenitalia Mauro Moretti e Vincenzo Soprano, sottolineando che "la sciagurata scelta di Trenitalia di declassare e far sparire alcuni treni che collegano l'Italia alla Puglia ed in particolare al Salento suscita indignazione per una politica che di fatto continua a penalizzare questo estremo lembo del nostro Paese. Infatti, oltre alla perdita di posti di lavoro, particolarmente preziosi in questo periodo, si rende così sempre più difficoltoso l'utilizzo del mezzo ferroviario, sia per i salentini sia per coloro che vorrebbero raggiungere con una certa comodità le nostre località turistiche. Né sembra rispettoso l'utilizzo di vetture in condizioni molto peggiori rispetto a quelle usate nel Nord dell'Italia. Sollecito una profonda riflessione da parte delle Ferrovie dello Stato - conclude Maritati - e una sempre più urgente revisione della politica aziendale contro il Salento".

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