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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Il cancello della discordia chiude la biblioteca

L'ingresso inferiore della biblioteca Sant'Angelo di Gallipoli "protetto" dal Comune con una soluzione esteticamente discutibile. Ed è polemica anche sugli altri monumenti che sono al buio

Che nella città bella quello della "Cultura" con la C maiuscola fosse un capitolo, per così dire, chiuso era ormai acclarato da un po' di tempo. Ora, dopo la comparsa della moderna cancellata che ostruisce l'ingresso inferiore della biblioteca comunale della storica ex chiesa di Sant'Angelo nella città vecchia di Gallipoli, se n'è avuta un'ulteriore conferma. Beni storici e architettonici letteralmente calpestati? Un giudizio forse troppo severo e affrettato? Questione di punti di vista. Indubbio però che quel cancello, che sicuramente non si addice alla valenza storica di quell'im-mobile, poteva essere realizzato seguendo magari la "discendenza" naturale dell'inferriata auto-ctona già presente ai lati della muratura di recinzione. Un particolare semplicemente estetico.... Di certo le necessità del Comune di Gallipoli sono quelle di tutelare quel bene e di proteggere dall'ingresso selvaggio ai locali superiori della biblioteca. Un provvedimento comunque tempo-raneo a quanto è dato di sapere. Magari limitato alla stagione estiva o dettato dalla mancanza di vigilanza per molte ore della giornata per via degli orari ridotti di apertura o per l'indisponibilità di personale. Al di là di tutto però, oltre all'incongruenza estetica già evidenziata e del tutto persona-listica, anche i turisti di passaggio potrebbero avere l'impressione di un luogo di cultura letteralmente "blindato". Ma tant'é. E sulla vicenda non mancano le prime prese di posizione anche dal fronte politico cittadino. I più sensibili e accorti in tal senso sembrano essere i componenti del direttivo cittadino dei Comunisti italiani che ammoniscono: "Scandalo alla cultura di Gallipoli e alle sue bellezze architettoniche!".

Riferimento? Neanche a dirlo al cancello posto all'ingresso della biblioteca comunale. "Se pur come intervento temporaneo" recita una nota del Pdci gallipolino, "è ugualmente lesivo dell'imma-gine che la città si appresta a dare ai suoi visitatori. Infatti il rudere cancello posizionato all'ingresso della biblioteca comunale di Sant'Angelo fa gridare allo scandalo. Scandalo alla cultura, e così oltre al fatto che il Castello da oltre quattro mesi è spento, il monumento al riccio è spento da altrettanto tempo, ora aggiungiamo la cancellata della biblioteca. Di questo passo dove andremo a finire?". L'occasione è ghiotta per ricordare, a chi di competenza, che il partito dei Comunisti italiani ha avanzato numerose richieste in passato, anche a mezzo stampa, al fine di far posizionare l'originario capitello sulla colonna della cancellata di ingresso alla stessa biblioteca, caduto tre anni fa, ad opera di vandali quando incendiarono l'antico albero della biblioteca. "Nonostante siano trascorsi tanti anni nulla ancora è stato fatto" recita ancora la nota, "anzi lo stato dei luoghi continua a peggiorare. E di chi sono le responsabilità? E' una cattiva gestione da parte degli uffici oppure è l'assenza dell'interesse degli amministratori che sino ad oggi hanno governato male la città beffeggiando più volte anche gli artisti locali? Forse sarà che la cultura, qui a Gallipoli, sta scomparendo".

Considerazioni amare che si concludono con un auspicio: "Confidiamo nella persona del commissario perché prenda a cuore anche le bellezze architettoniche della città con interventi rapidi" concludono dal Pdci, "ricordando ancora che da oltre sette anni è scomparso lo stemma della città di Gallipoli in pietra carparo che era posizionato alla cima del mercato coperto del Castello Angioino e che adesso non si sa più che fine abbia fatto... Sarà in qualche villa come ornamento? Ormai non c'è più da meravigliarsi visto che ormai portano via anche la fontana greca a pezzi. Povera cultura gallipolina, e pensare che sino a qualche tempo fa vi era qualcuno che gridava di voler portare la gallipolinità. E neanche questo ha saputo dare".

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