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Il caso Alba dei Popoli alla commissione vigilanza Rai

Un'interrogazione firmata da tre deputati forzisti riapre il caso, mai realmente chiuso. Sul "flop milionario" resta ancora poco chiaro il ruolo di Progetti Italiani e del contratto con la Rai

L'edizione 2007 - 2008 dell'Alba dei popoli non è ancora terminata: le polemiche non tardano a spegnersi e il "caso", dopo essere approdato alla Regione, viene condotto anche in Commissione di Vigilanza Rai, con un'interrogazione firmata dai deputati Raffaele Fitto, Giorgio Lainati e Luigi Lazzari, che domandano lumi sul contratto stipulato tra la Rai, Regione Puglia e Comune di Otranto e la Regione Puglia per capire se fosse prevista la diretta televisiva della manifestazione. Spiegano i deputati forzisti: "La manifestazione era stata preventivamente presentata come un grande evento, che avrebbe portato enorme ritorno di immagine alla Città di Otranto e all'intera Puglia, grazie alla diretta televisiva prevista nella trasmissione del 31 dicembre su Rai Uno. In realtà Otranto è stata praticamente ignorata dalla tv di Stato che nella diretta televisiva ha privilegiato altri eventi.

Un fallimento costato centinaia di migliaia di euro al Comune di Otranto e alla Regione Puglia e del quale chiediamo conto alla Rai che sembra esserne principale responsabile". Ancora una volta viene richiesta chiarezza rispetto a quello che i deputati ribattezzano "flop milionario". Nel calderone, dunque, non mancano gli ingredienti di un succoso intrigo e le incertezze da romanzo giallo. Perfino Rimini, sorpresa da tanto caos, si è tirata dentro al dibattito, sostenendo per bocca del vicesindaco della cittadina romagnola, qualche giorno fa, che il programma in onda a Capodanno ha dato ragione alla strategia Rai, "perché ben 12 milioni di persone hanno visto la trasmissione da Rimini, con oltre il 70% di share". In realtà non è che lo share sia l'infallibile metro di misurazione, per una di quelle serate in cui l'attenzione reale alla programmazione è bassa (notoriamente il 31 dicembre gli italiani, impegnati ad ingozzarsi nel cenone, usano la tv come sottofondo, non come intrattenimento), se non nei fatidici momenti che avvicinano il conto alla rovescia verso il nuovo anno.

Se poi la tesi è volta a dimostrare che lo share sia sinonimo di un'ottima programmazione, anche qui ci sarebbe da discutere: anche perché il prodotto di Rimini, seppur concepito per un pubblico "familiare", ha riproposto la classica trasmissione da karaoke di massa con artisti attempati, impegnati in un repertorio (congelato nel migliore dei casi ad un trentennio fa), per altro di canzoni altrui. Senza voler dare addosso al cast di Rimini, fatto salvo per due big come Venditti e Irene Grandi, i paragoni con la serata otrantina sarebbero imbarazzanti. Ma al di là dei cast e delle strategie di "mamma Rai", resta da chiarire soprattutto la posizione della società "Progetti italiani", specialista nella confezione di format televisivi, che ha curato l'evento del 31 e che sembra aver avuto un ruolo interlocutore nella promozione del concerto all'azienda di Via Mazzini.

Ma la sua partecipazione a livello contrattuale resta nell'ombra dell'ignoto; a parziale restituzione del loffio programma, la Rai ha mandato in onda un servizio su Otranto nella trasmissione "Effetto sabato", condotta da Elisa Isoardi, ma pochi minuti di rivalsa non possono bastare: se qualcuno ha venduto fumo negli occhi, é giusto rivalersi legalmente sul contratto. Per quel che riguarda lo spettacolo in sé, forse un'ultima cosa andrebbe sottolineata: la spasmodica ricerca di dimostrare o decretare quale sia stata la migliore delle edizioni dell'Alba dei Popoli non rende merito a chi negli anni si è prodigato nella realizzazione di questo evento, indubbiamente cresciuto nel tempo.

C'era del buono e del limitato nelle edizioni passate come in quella appena conclusa. Occorre riconoscerlo, senza dividersi faziosamente, in atteggiamenti che spesso sforano in ostentazioni infantili. Capirlo per il futuro può essere utile. Come può essere adeguato in futuro unire le energie di tutti per migliorare le prossime edizioni. Se l'unione fa davvero la forza, la chiave di volta è perseguire appunto l'unità.

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