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Il centrodestra impietoso: "Crolla il consenso, sminuita l'immagine di Emiliano"

Il giorno dopo molti avversari politici si soffermano sul voto. Adriana Poli: "Si conferma il forte calo del Pd". E poi alla sua coalizione indica la via di Schittulli. Congedo: "Non c'è empatia a Lecce". Mazzei punta l'indice sul "caso Patù" e Amoruso taglia corto: "Incomprensibile euforia"

LECCE – Come sempre il day after rispetto a un’elezione, fossero anche solo primarie, quindi il primo passo verso la competizione finale, è costellato di commenti politici, analisi più o meno logiche all’insegna del tutti hanno vinto, tutti hanno perso. Di certo, si respira un clima diverso negli schieramenti e se gli sfidanti del centrosinistra si rianimano forti di quello che vedono come un flop di presenze alle urne, il popolo che ora, giocoforza, dovrà sostenere Michele Emiliano, punta come sempre sul grado di democrazia nella scelta di un candidato.

Di certo, i giochi a sinistra sono fatti e lo ricorda bene Adriana Poli Bortone, che, dalla presidenza di Fratelli d'Italia-An, liquida in poche parole le primarie (“da 190 a 130 mila partecipanti, si conferma il forte calo del Pd”) e guarda piuttosto alle ansie in casa propria, ritenendo che “nel centrodestra non devono più esserci indugi” e puntando tutto sull’oncologo barese Francesco Schittulli: “Gode anche dell'amicizia e del favore di Giorgia Meloni, può essere il candidato di punta della coalizione. Ulteriori temporeggiamenti – sostiene - danneggerebbero gli esiti della campagna elettorale”.

Luigi Mazzei, consigliere regionale di Forza Italia riprende il leitmotiv dei giorni precedenti e ribadisce che a suo avviso le primarie del centrosinistra non sono state un esercizio di democrazia, “ma una mera lotta di potere sulle macerie dell’era di Nichi Vendola”. E cita le “baruffe interne allo schieramento che hanno messo in serio pericolo lo svolgimento della consultazione a causa dell’isterico litigio tra il governatore e Michele Emiliano”. In effetti, un autogol alla vigilia, un sintomo di tensione, del quale molti avrebbero fatto a meno.

adriana poli bortone12-21-5Mazzei cita anche il caso Patù, “allorquando l’ufficio anagrafe è rimasto aperto per l’intera giornata con spreco di utenze pubbliche e risorse umane per non si capisce bene quale funzione” e chiede “chiarezza su tali episodi per capire bene l’eventuale nesso causale esistente tra l’apertura di quell’ufficio, in cui si ha accesso a dati sensibili dei cittadini, e l’abnorme percentuale di votanti che si è registrata in quella comunità salentina”. Sul caso la consigliera di minoranza locale, Maria Luisa Cucinelli, ha presentato anche una denuncia. Più di ogni altra cosa, però, colpisce Mazzei il fatto che il centrosinistra abbia “perso più di 60mila elettori rispetto alla precedente esperienza”, a suo dire, quindi, testimonianza “della bocciatura dei pugliesi dell’esperienza targata Sel-Pd”.

Non meno tenero è il coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Amoruso. “A giudicare dalle compravendite stile ‘calcio mercato’ che Emiliano ha fatto nell’ultimo periodo, e considerando che è in campagna elettorale da più anni – dice -, ci si sarebbe aspettati un vero plebiscito per il segretario regionale del Pd che, invece, si è fermato al 57 per cento”. “Non si comprendono, quindi, le ragioni dell’euforia sua e dei suoi uomini – aggiunge - quando Dario Stefano, per esempio, porta da solo a casa il 31 per cento, pur rappresentando un partito che si attesta nella nostra Regione al 6 per cento. Chi ha, eventualmente, qualcosa da evidenziare è proprio il centrodestra: si tratta di un risultato che smonta l’immagine di Emiliano, che si è ben rivelato ai cittadini per una febbrile smania di potere”.

Immancabile, poi, la voce del vicepresidente vicario del gruppo Pdl-Forza Italia in Regione, Erio Congedo, che si sofferma soprattutto sul dato della partecipazione degli elettori delle primarie del centrosinistra a Lecce città e vi vede un appannamento significativo della sinistra locale. “Senza senso dell’identità e dell’appartenenza, persino di empatia con la città e con i leccesi - dice - è chiaro che non si può evitare un progressivo allontanamento di elettori e militanti”.

“In un contesto in cui in Puglia l’affluenza generale è considerata dalle segretarie regionali più che soddisfacente, il dato dei 2mila 900 voti espressi a Lecce città è altamente significativo di uno scollamento tra il centrosinistra cittadino e la gente. Anche perché – aggiunge -parliamo del 4 per cento sul totale degli aventi diritto per un appuntamento certo non trascurabile dell’agenda politica pugliese”.

Inutile quasi sottolineare come sull’altro versante leggano le carte in modo differente. Pur con qualche se e qualche ma. Il consigliere regionale del Pd Antonio Buccoliero elogia “l’esperienza personale e politica di Emiliano” che ritiene sintomo di “una sua concreta capacità di affrontare ogni situazione critica con immediatezza e con soluzioni sempre rispondenti ai bisogni”. E gradisce l’immagine di “sindaco di Puglia” nella quale vede “l’intenzione di essere accanto ai pugliesi in un cammino che punti a fare del territorio una regione capace di trascinare l’intero Meridione al definitivo riscatto”.

Un altro consigliere del Pd in via Capruzzi, Sergio Blasi, però, ringraziando Guglielmo Minervini per “la sfida combattuta con coraggio e passione”, lancia un monito a Emiliano: “Ha vinto la sua partita ma in modo altrettanto chiaro dovrebbe aver compreso che nel centrosinistra nessuno è un’isola. C’è bisogno, per continuare a governare la Regione, di un centrosinistra unito e coeso, di una coalizione politica non solo forte, ma anche coerente con quanto in Puglia abbiamo costruito in questi anni. Da oggi – conclude - siamo tutti dalla stessa parte per continuare a preservare quel lavoro e per impedire che la destra, vecchia e nuova, possa metterci le mani per dilapidarlo”.

Giacomo Fronzi, coordinatore provinciale di SinistraDem Salento ritiene che le primarie pugliesi, “con circa 140mila elettori”, abbiano rappresentato “un esempio di come si possa rispondere con i fatti all’esigenza di prendere parte a quelle scelte fondamentali della politica da cui scaturiscono conseguenze decisive per la vita dei cittadini”. E su Emiliano, commenta: “Con il 57 per cento delle preferenze ha conquistato una vittoria netta, dimostrando di aver convinto, con le parole e con l’esperienza politico-amministrativa, di essere il candidato più adeguato a guidare il centrosinistra alle prossime regionali”.

Buccoliero (2)-2-4Nondimeno, annota il forte consenso racimolato da Dario Stefano. “In provincia di Lecce, probabilmente, il senso d’appartenenza e la volontà di sostenere un candidato rappresentante della “salentinità” ha contribuito al suo successo provinciale”. “Non possiamo certo escludere che sul risultato leccese abbia potuto incidere qualche disimpegno di troppo, o, al contrario, qualche impegno particolarmente zelante e parzialmente inaspettato, né possiamo eludere una qualche possibile disattenzione organizzativa. Sta di fatto – conclude - che Emiliano ha tenuto anche nel nostro territorio, dimostrando la bontà della scelta fatta da buona parte del Partito democratico e, al suo interno, anche da SinistraDem”.

II capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Pino Romano parla invece di “grande affluenza alle urne, che ha superato non solo le aspettative ma anche i numeri delle primarie in Veneto”, ritenendo il dato una “conferma che il centrosinistra in Puglia ha lavorato bene”. “Apprezziamo molto le parole del presidente Vendola che assicura lealtà alla coalizione, e quelle del senatore Dario Stefano che ha già dato a Emiliano la sua disponibilità a collaborare. Così come siamo certi dell’apporto di Guglielmo Minervini”. “Del resto – evidenzia il capogruppo Pd - il centrosinistra con queste primarie ha confermato la sua unità”. 

Salvatore Capone, parlamentare del Pd. Parla di “vittoria inequivocabile di Michele Emiliano” e anch’egli guarda ai numeri complessivi, “ben più alti di quelli registrati contemporaneamente in altre regioni”, a conferma “del valore e del ruolo delle primarie per i pugliesi”. “Adesso guardare avanti verso le elezioni di primavera dovrà necessariamente significare marciare uniti, valorizzando il radicale cambiamento che in questi dieci anni il centrosinistra e il Pd hanno promosso e favorito”. “Molto si è fatto ma molto si deve ancora fare all’insegna di un buon governo – prosegue - che oggi deve significare, necessariamente e prima di tutto, attenzione alle fasce più deboli, impiego ancor più mirato e per obiettivi dei fondi europei, tutela e salvaguardia della bellezza territoriale, sostegno ai comparti d’eccellenza dell’economia pugliese, sviluppo sostenibile, e soprattutto attenzione a tutti i territori pugliesi”. 

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