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"Con il decreto più clandestinità e insicurezza": la rete Sprar contro il governo

Dagli enti locali e dalle associazioni che gestiscono il sistema d'accoglienza, una dura contestazione: "A rischio anche 600 posti di lavoro"

LECCE - L’appello a mettersi di traverso al decreto del governo su “immigrazione e sicurezza” non è caduto nel vuoto. Il coordinamento degli enti gestori Sprar, che comprende Philos, G.u.s., Arci e Rinascita, ha raccolto una consistente adesione al convegno tenuto oggi nell’hotel President di Lecce.

I relatori, per lo più addetti ai lavori ma anche rappresentanti delle amministrazioni comunali salentine che hanno attivato i progetti di accoglienza Sprar, hanno messo sul tappeto tutti i punti “critici” del contestato decreto che ha ottenuto il via libera il 4 ottobre.

“Ora siamo in attesa di conoscere l’esito degli emendamenti proposti e c’è tempo fino al 5 novembre per la discussione nel merito – ha spiegato Anna Caputo presidente di Arci Lecce -; siamo fiduciosi nel fatto che chi ha gestito l’Italia finora ha sempre creduto nel sistema Sprar e allo stesso tempo siamo sicuri che all’interno del governo attuale vi siano più voci e più idee su come condurre il discorso accoglienza in Italia. Il decreto rischia infatti di abbattere un sistema virtuoso, creando sacche di pericolosità sociale e clandestinità che non giovano a nessuno”.

Il Coordinamento ha quindi in mente un obiettivo chiaro: operare una pressione politica affinché questo sistema dell’accoglienza continui a lavorare bene, garantire i medesimi livelli occupazionali.

Sul territorio vi sono, infatti, una trentina di Sprar che impiegano circa 600 professionisti.  “Persone con studi importanti alle spalle e che credono in ciò che fanno – ha aggiunto Andrea Pignataro del G.u.s. Lecce -.  All’interno degli Sprar vi sono moltissime famiglie che hanno trovato supporto per ogni necessità, dalla salute all’istruzione dei figli. Famiglie che ora rischiano di dover interrompere un percorso virtuoso. Così come gli operatori dei centri rischieranno di perdere il posto. Questo decreto è sbagliato perché produrrà insicurezza, clandestini e metterà fine a un sistema dell’accoglienza proficuo. Soprattutto va eliminata alla radice l’equazione posta tra immigrazione ed insicurezza sociale”.

Gli enti gestori Sprar hanno quindi deciso di fare fronte comune contro un decreto che ritengono destinato a produrre “irregolarità e nuove marginalità”. L’avvocato Marco D’Antonio ha spiegato i presunti effetti del decreto così com’è ora: “Il sistema Sprar è stato preso a modello perché agevola e favorisce l’integrazione degli stranieri nelle piccole comunità locali, permettendo loro di essere assistiti e imparare la lingua: questo genera sicurezza e lima i conflitti sociali. Il decreto invece modifica la protezione umanitaria e di fatto rende più difficoltose le procedure per i richiedenti asilo. L’effetto potrebbe essere quello di aumentare il numero degli irregolari nel Paese”.

Al fianco del Coordinamento degli enti Sprar si è posta la Cgil di Lecce, rappresentata dalla segretaria Flai Monica Accogli: “Nella nostra organizzazione sindacale abbiamo raggiunto un elevato grado di preoccupazione per gli attacchi che la democrazia italiana subisce da anni: dalla delegittimazione della Costituzione, ai colpi inferti al sistema dei diritti del lavoro, fino al decreto-Salvini. La Cgil crede fortemente nel sistema Sprar, al punto che nei nostri documenti è impressa la volontà di lottare per ottenere rinnovati investimenti a sostegno degli Sprar. L’unica via per combattere davvero lo sfruttamento del lavoro nero, del caporalato o della sicurezza è l’integrazione”.

Il sostegno agli Sprar da parte dei sindaci salentini

All'appello diffuso dal Coordinamento hanno risposto anche i sindaci da Martano a Leverano, da Caprarica a Uggiano, passando per Lequile, Trepuzzi, Andrano, Castrignano De' Greci, Lecce.

"Da parte nostra l'esperienza dello Sprar è eccellente", ha chiosato il primo cittadino di Caprarica di Lecce Paolo Greco mentre il vicesindaco di Castrignano De' Greci, Paolo Paticchio, ha spiegato come “il multiculturalismo sia nelle nostre corde” e il tema delle migrazioni non sia un’emergenza legata al periodo storico, ma un fenomeno costante, “alla base della nostra civiltà".

Per il Comune di Lecce erano presenti Silvia Miglietta, assessore alle Politiche attive del Lavoro, e Antonella Agnoli dell'assessorato alla Cultura, che si sono dette "preoccupate" per il clima che si starebbe diffondendo anche nella città barocca.

Il sindaco di Trepuzzi, Giuseppe Taurino teme che il decreto possa fare da apripista allo smantellamento di altri diritti, come la 194, il riconoscimento delle coppie omosessuali, il tema del diritto alla vita. "Da quasi 40 anni - ha poi dichiarato Marcello Rolli, sindaco di Leverano - siamo un comune che ospita e oggi quella generazione di cittadini è una comunità che non ha un problema di sicurezza. Sono persone che danno un contributo enorme all'economia del paese e in tutti questi anni non c'è stato un solo episodio criminale che ha coinvolto un cittadino straniero".

Un plauso a tutti gli operatori e i professionisti che orbitano intorno al sistema accoglienza è arrivato dal sindaco di Uggiano, Salvatore Piconese: "Il lavoro che svolgono è un lavoro importantissimo". Un punto, quello sulla sicurezza ribadita dall'assessore nel Comune di Andrano, Paola De Paolis, che ha aggiunto: "Mi preoccupa che se il sistema Sprar viene modificato e cancellato creerà un disastro a livello locale, anche di natura occupazionale per chi ci lavora. Dobbiamo agire nell'orizzonte dei diritti. Dobbiamo organizzarci tutti insieme per fare un fronte comune".

La convenzione internazionale dei diritti dell'Uomo, che il prossimo 10 dicembre celebrerà i 70 anni dall'approvazione da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stata più volte richiamata durante gli interventi. "Con questo decreto non si dà atto a quella dichiarazione", ha precisato nel suo discorso il sindaco di Lequile, Antonio Caiaffa.

Prossimo appuntamento sabato 27 ottobre a Lecce, ore 9.30, piazza Napoli, con la manifestazione a carattere nazionale "Con i migranti per fermare la barbarie". Un corteo che riempirà la città di migliaia di ombrelli colorati che gireranno sotto lo slogan "Proteggiamo la protezione" per difendere i diritti dei richiedenti asilo, "contro chi li vuole trasformare in clandestini, contro chi vuole rendere impossibile ottenere la protezione, contro chi li vuole chiudere nei grandi centri, senza diritti e senza servizi, per difendere le tante belle esperienze di accoglienza come Riace, contro chi promuove la detenzione illegittima di chi fugge da guerre, persecuzioni, torture, carestie".

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