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Il Pd non decide il candidato, ma scarica Vendola

Dall'assemblea regionale del Pd, alla presenza di D'Alema, non esce il nome del candidato alle regionali: mandato a Blasi per "esplorare" alleanze e accordi. Cassata la ricandidatura del governatore

BARI - Un déjà vu, un copione già visto altre volte. Il Pd non decide. O meglio sceglie di mandare il segretario regionale, Sergio Blasi, ad "esplorare", a cercare, perseguire contatti con gli alleati, con quelli che fanno parte o hanno fatto parte del centrosinistra e quelli che ne sarebbero potenziale integrazione. L'assemblea attesa, quella di ieri sera alla presenza del giudice supremo dell'intricata matassa pugliese, Massimo D'Alema, si conclude con un nulla di fatto sul nome del candidato alle prossime regionali. Ma una certezza c'è: che quel candidato non sarà Nichi Vendola, ufficialmente defenestrato dall'assemblea, senza che nessuno abbia il coraggio di dirlo con chiarezza.

La direzione indicata da D'Alema è univoca: i "no" a Vendola soprattutto dell'Udc non saranno superabili e, quindi, per avere lo scudo crociato ed allargare il centrosinistra serve un nome più condiviso di quello del governatore uscente. Del resto, l'ex presidente del consiglio e ministro degli Esteri del governo Prodi aveva avuto modo di sottolineare che per conquistare l'Udc alla causa del centrosinistra si sarebbero dovuti verificare "sacrifici del partito e di persone". Urge, pertanto, un nome alternativo che sia approvato anche dal partito di Casini: gli indizi continuano a portare sempre a Michele Emiliano, già designato in pectore come colui che dovrebbe raccogliere il testimone del centrosinistra pugliese dall'amico Vendola, ma sulla sua candidatura restano aperte un paio di questioni. La prima è legata ai dubbi personali del magistrato, che avrebbe ancora ritrosia a fare questo passo, attendendo prima un placet dallo stesso Vendola; la seconda riguarda il comune di Bari, dove non sarebbe facile rimpiazzare il sindaco con un candidato in grado di replicarne il grande consenso elettorale.

C'è poi la questione primarie, che resta l'altro nodo da sciogliere. La sensazione è che le consultazioni popolari stavolta non si faranno perché nel Pd qualcuno teme il ritorno di Nichi "il rosso", già vincitore indiscusso cinque anni fa con il candidato designato, Francesco Boccia.

D'Alema, nel suo intervento, non ha risparmiato qualche colpo duro al governatore Vendola, ribadendo che la situazione si sarebbe resa difficile non per colpa delle trame del Pd "ma dalla decisione di Vendola di candidarsi", convinto che di fronte al fatto compiuto i partiti si sarebbero accodati. D'Alema ha affermato di aver a lungo chiesto a Vendola di prendere l'iniziativa di chiamare le forze politiche attorno a un tavolo, per verificare la possibilità di portare l'alleanza per il Mezzogiorno al governo della regione. E se questo non è accaduto, secondo D'Alema, è perché Vendola si sarebbe reso conto che attorno a quel tavolo sarebbe stata messa in discussione la guida della regione.

Durante l'assemblea, alcuni manifestanti hanno mostrato dei volantini con la scritta: "Liberi di scegliere. Nichi Vendola presidente". Ma i pareri discordi nei confronti di questa controversa decisione del Pd di defenestrare Vendola sono numerosi. E nel pomeriggio, alla Città del Libro di Campi salentina, intorno alle 17.30, in concomitanza con la partecipazione del governatore Vendola all'evento, dovrebbe tenersi una piccola manifestazione a sostegno del presidente e contro la scelta del Pd. Un altro modo per i sostenitori della "primavera pugliese" per riaffermare che quella stagione non può concludersi così.

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