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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il villaggio tricolore scivola sulle strofe dell'inno

Complice la bella giornata, in migliaia hanno festeggiato il "compleanno" dell'Italia tra artisti di strada, stand e giochi. Ma dopo la prima strofa del Canto degli italiani, tutti a leggerne il testo

LECCE - Meno male che ci ha pensato il Comune a distribuire il testo integrale dell'Inno di Mameli perché, dopo la prima strofa, ce ne sono altre quattro ma a conoscerle sono in pochissimi. E allora tutti a leggere il volantino per accompagnare la banda giovanile che, comunque, desiste prima di arrivare alla fine perchè l'intonazione non è di quelle convinte."Son giunchi che piegano/ le spade vendute:/già l'Aquila d'Austria/le penne ha perdute"....sarà per la prossima volta. Fino al marzo 2061, quando si celebrerà il bicentenario, c'è tempo per migliorare. E per capire che stringersi "a coorte" - richiamando cioè uno schieramento militare - è preferibile allo stringersi a corte, intesa in senso regale. Ma pazienza, l'Italia è un Paese ancora giovane e i tempi della storia sono diversi da quelli biologici.

La bella giornata dopo la tempesta di vento cessata solo questa notte, ha spinto alcune migliaia di leccesi a confluire nella villa comunale, dove l'Ufficio di presidenza del Consiglio comunale ha organizzato il "villaggio tricolore", dedicato ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Bandiere e coccarde, foulard ma anche pittule, tutto rigorosamente in verde bianco e rosso. Padri e figli, nonne e nipoti, comitive di amici. Verso mezzogiorno si fa fatica anche a camminare nel piazzale e i parcheggi tutto intorno ai giardini pubblici sono occupati da tempo. Tanto che al momento dell'esecuzione dell'inno, l'afflusso è ancora massiccio.

Prima di intonare il testo scritto nel 1847 dal genovese Goffredo Mameli e musicato poco dopo dal suo concittadino Michele Novaro, la folla ha ascoltato i brevissimi interventi delle autorità. Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, si è rivolto in particolare ai più giovani, invitandoli a non dimenticare il sacrificio di coloro che si sono battuti prima per dare corpo all'unificazione della penisola italiana e, qualche decennio dopo, per la liberazione del Paese e l'affermazione della democrazia. Dal prefetto, Mario Tafaro, parole di compiacimento per la grande partecipazione dei cittadini leccesi.

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