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In arrivo colata di olio africano. Fitto insorge: "Danno ai nostri produttori"

Per l’Italia rischia di essere un problema, per la Puglia e specialmente per il Salento una disdetta che si abbatterebbe su un’economia agricola già allo stremo a causa del contagio dovuto alla Xylella Fastidiosa. L'accordo con la Tunisia prevede altre 35mila tonnellate. Parte un'interrogazione

BRUXELLES – Per l’Italia rischia di essere un problema, per la Puglia e specialmente per il Salento una disdetta che si abbatterebbe su un’economia agricola già allo stremo a causa del contagio dovuto alla Xylella Fastidiosa e alle misure che ne sono derivate. E tutto parte da Bruxelles, dove l’Unione Europea, dopo un accordo con la Tunisia, ha autorizzato il Paese nordafricano all’ingresso, senza dazio, di 35mila tonnellate di olio, che si aggiungono alle 57mila già provenienti da precedenti accordi. Il nuovo nulla osta risale al 17 settembre.

Il leader dei Conservatori e riformisti, Raffaele Fitto, oggi insorge e presenta un’interrogazione alla Commissione europea contro di quella che definisce “una vera e propria colata di olio africano che rischia di travolgere il nostro extra vergine di oliva alla vigilia di una stagione già molto difficile, specie per gli agricoltori salentini alle prese ancora con il contagio del batterio”.

Fitto n’è convinto: “Gli effetti sull’olivicoltura italiana sarebbero non solo disastrosi dal punto di vista economico, per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non eccellente, non avendo le proprietà chimico, fisiche ed organolettiche che caratterizzano l’olio extra vergine di oliva italiano, ma anche sui consumatori italiani che potrebbero non essere sufficientemente informati sulla qualità e la provenienza dell’olio acquistato, soprattutto, attraverso i grandi marchi”. Un rischio perennemente in agguato.

A difesa degli olivicoltori, che secondo l’europarlamentare magliese sono fin troppo bistrattati, in Europa, di fronte alla Commissione ha posto alcune precise domande. La prima: “A fronte dell’accordo con la Tunisia sta pensando di provvedere, con altrettanto solerzia, alla tutela del settore olivicolo e alla produzione di olio extra vergine di oliva italiano?”. La quale introduce la seconda, in cui Fitto domanda se nella stipula dell’accordo si sia tenuto conto delle ricadute negative sull’olivicoltura italiana e quindi si stia ipotizzando di correre ai ripari con ristori per gli agricoltori o misure che agevolino anche le produzioni locali.

Infine, Fuitto domandato alla Commissione se siano previste campagne che promuovano il consumo “informato”, attraverso una capillare diffusione della cultura dell'olio extra vergine di oliva prodotto nei Paesi dell'Unione Europea. In fin dei conti, è una partita che si gioca anche sulla pelle del consumatore finale e non solo del produttore. “L’Unione Europea è un’opportunità sulla quale noi Conservatori e riformisti abbiamo scommesso più di altri – ha concluso -, ma mai a scapito delle nostre eccellenze”.

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