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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Alla ricerca dei bambini che la dittatura fece sparire. Un incontro e un film

Ci sarà anche un alto diplomatico argentino nell’incontro di lunedì 19 novembre presso l’Open Space. Durante la giunta militare centinaia di bambini, appena partoriti, furono tolti alle madri che vennero uccise perché dissidenti

 

LECCE - Lunedì 19 novembre, alle ore 18.30, nella sala polifunzionale Open Space “Lecce Giovani”, in piazza Sant’Oronzo,  si terrà l’iniziativa Il diritto all’identità dei bambini argentini , campagna promossa dalla Repubblica dell’Argentina per la ricerca, anche in Italia, dei “nietos” (nipoti), i neonati sequestrati dalla dittatura militare argentina e successivamente scomparsi.

In Argentina, durante l’ultima dittatura 1976-1983, oltre ai 30mila desaparecidos, i militari fecero scomparire centinaia di bambini. Il loro atroce protocollo stabiliva che quando sequestravano una donna incinta la mantenevano in vita finché partoriva. Poi le si toglieva il bimbo, che veniva dato in adozione con documenti falsi o consegnato ad altri militari o complici. La madre veniva uccisa o gettata viva in mare. Oltre cinquecento bambini hanno seguito questa sorte: 107 sono stati recuperati dall’instancabile lavoro dell’Associazione Abuelas (Nonne) de Plaza de Mayo. Ma ne restano ancora molti da ritrovare e alcuni di loro potrebbero risiedere oggi in Italia.

All’iniziativa parteciperanno Carlos Cherniak, ministro dell’ambasciata argentina in Italia e responsabile sezione Diritti Umani, Domenico Laforgia, rettore dell’Università del Salento, Paolo Perrone, sindaco del Comune di Lecce, Francesco Manna, consigliere internazionale del presidente della Regione Puglia, Mariano Longo, presidente del Corso di Laurea in Sociologia dell’Università del Salento, l’avvocato Marta Vignola, Ada Donno  (Casa delle Donne) e Alessia Bleve (Arci Zei).

Nell'ambito dell’incontro sarà proiettato il film “Verdades verdaderas. La vida de Estela Carlotto” (Argentina 2011), sulla storia di Estela Carlotto, Presidente delle “Abuelas de Plaza de Mayo” (Nonne di Plaza de Mayo), del regista argentino Nicolas Gil Lavedra.

Il lungometraggio racconta la storia di Estela Carlotto, della sua famiglia e della lotta delle nonne di Piazza de Mayo, donne impegnate nella ricerca dei bambini desaparecidos rubati alle famiglie dalla dittatura argentina. Il film ha vinto il Premio per i Diritti umani assegnato dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) e da Signis World. La pellicola racconta la vicenda di Estela de Carlotto, una delle nonne di Plaza de Mayo che promossero la ricerca e reclamarono giustizia per gli oltre 30mila dissidenti che tra il 1976 e il 1983 la giunta militare argentina rapì e uccise.

Viene narrata questa brutta e dolorosa pagina della storia del paese sudamericano “dalla prospettiva di Estela, moglie, madre e nonna che combatte per la giustizia e la ricongiunzione della sua famiglia. È un esempio per tutti coloro che hanno sofferto delle perdite ingiuste e dolorose”, si legge nella motivazione del premio.  Il film ha un doppio carattere biografico: uno esplicito, dato dalla storia di Estela, e uno implicito, essendo il regista Gil Lavedra, figlio di uno dei giudici che presiedettero il Processo alla giunta militare argentina.

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