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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Violenza di genere: a rischio il rapporto tra vittime e figli

Presso il centro “Renata Fonte” un incontro al quale ha partecipato la vice ministra Bellanova che ha rimarcato anche l'importanza di salvaguardare le relazioni con i minori

LECCE – Presso il centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce si è svolto ieri un incontro al quale ha partecipato anche la vice ministra alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova.

L’iniziativa è arrivata quasi in coincidenza con il rinnovo della convenzione tra l’Ambito Territoriale Sociale di Lecce e “Associazione Donne Insieme” che gestisce il centro. L’accordo, di durata biennale, prevede la concessione in uso gratuito di alcune sale nell’ex Conservatorio Sant’Anna e una dotazione di 20mila euro l’anno. Il centro offre servizi di ascolto, supporto legale e sostegno psicologico a donne e minori vittime di violenza.

“Raccontare e restituire alla città un’esperienza così articolata come quella di un Centro antiviolenza – ha dichiarato l’esponente del governo - è importante. Significa uscire dal cono d’ombra e dal silenzio che spesso avvolgono il lavoro delle operatrici, necessari a proteggere la vita delle donne vittime di violenza e dei loro figli, affermando la centralità della politica donne, il ruolo e il valore di luoghi fondamentali che in questi anni hanno maturato e radicato pratiche, saperi, competenze, consapevolezze, modelli di intervento. Significa dire alle altre donne e alla città ‘noi ci siamo’ ma anche sottolineare che la violenza di genere si può contrastare e sconfiggere solo con un grande lavoro di sensibilizzazione, coinvolgimento e informazione sui territori, e con il riconoscimento dell’importanza di quanto i Centri antiviolenza hanno maturato negli anni. Hanno ragione le operatrici impegnate 24 ore su 24: insieme si può”.

Il riferimento iniziale della viceministra è alla querelle che è sorta quando, con l’approvazione degli indirizzi per l’istituzione della Rete territoriale antiviolenza, si è temuto che il “Renata Fonte” venisse depotenziato e perdesse in autonomia. Ci sono stati momenti anche di accesa polemica nei confronti dell’amministrazione cittadina, visto che il Comune di Lecce è capofila dell’ambito, nonostante ripetuti tentativi di rassicurazioni sulla volontà di ampliare e rafforzare la rete di protezione. Il centro, peraltro, non aveva rispettato i termini dell’avviso pubblico regionale per la presentazione del programma antiviolenza. Alla fine la frattura sembra essersi ricomposta tanto che l’associazione “Donne Insieme”, firmando la convenzione, si è impegnata a partecipare ai tavoli di coprogettazione per definire le procedure di accoglienza e presa in carico delle donne e dei minori con tutti gli altri attori sociali coinvolti (Asl, forze dell’ordine, sistema scolastico).

Nel corso dell'incontro Bellanova ha snocciolato alcuni dati, ma anche sottolineato come dal 2017 esiste un Piano strategico nazionale contro la violenza maschile sulle donne, piano da quest'anno diventato strutturale con la garanzia di risorse per finanziare l'attività dei centri. La viceministra ha poi aggiunto: “Non a caso dico che va difesa e salvaguardata la relazione tra le donne vittime di violenza e i loro figli, che invece viene spesso messa drammaticamente a rischio. Quando le donne scelgono di denunciare ma per continuare ad avere la custodia dei figli devono spesso dimostrare di essere state massacrate, quando rischiano di perdere i figli poiché i procedimenti penali e civili seguono strade diverse, quando devono essere messe in sicurezza e devono abbandonare tutto, anche i figli. Mi chiedo, e chiedo, se quando una donna tace e sceglie di non denunciare le violenze subite, è anche per evitare di andare incontro a tutto questo”.

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