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Tregua armata tra Perrone e i giornalisti. A chiudere è solo un corridoio

Dopo la decisione di regolamentare l’accesso a Palazzo Carafa e la reazione di Ordine dei giornalisti e Assostampa, dall’incontro in Comune due proposte condivise: accreditamento e interdizione solo di una zona

 

LECCE – Attorno al tavolo della sala giunta di Palazzo Carafa, Paolo Perrone e i giornalisti hanno siglato un sorta di tregua armata  dopo il polverone scaturito in seguito al comunicato stampa – certamente maldestro nei toni – con il quale il primo cittadino ha deciso ieri di regolamentare l’accesso dei cronisti alla sede del Comune.  In assenza di consiglio comunale, sedute di commissione e conferenze stampa, l’ingresso sarebbe stato consentito dopo preventiva comunicazione, questa la sostanza rispetto alla quale LeccePrima ha preso una posizione favorevole.

Sotto gli auspici dell’Ordine dei giornalisti e di Assostampa, che da subito hanno invitato Perrone al passo indietro, si è giunti oggi ad una conclusione di buon senso: verrà introdotto da subito un sistema di accreditamento, come del resto nella stragrande maggioranza delle città italiane, e sarà interdetto l’accesso al “famigerato” corridoio che, al secondo piano, porta alla stanza del sindaco ma prima ancora a tutti gli uffici alle sue strette dipendenze (segreteria, ufficio comunicazione). E’ quello il luogo del fattaccio, della ripetuta violazione della privacy, -  non sua in quanto sindaco ma dei suoi occasionali interlocutori -, che Perrone ha brandito come una clava per un molto più prosaico regolamento di conti rispetto a singoli comportamenti che hanno creato problemi anche ad alcuni dei suoi collaboratori.  

perrone-8-7L’ordine e il sindacato hanno fatto la voce grossa - e la loro parte - perché a subirne le conseguenze è un’intera categoria, ma sarebbe stato singolare se un sindaco avesse adottato un provvedimento ad personam. Certo, sarebbe stato più ragionevole chiedere conto di alcune prassi alle persone interessate e ai direttori di testata e magari concordare con gli stessi cronisti di bianca una bozza di regolamento, ma Perrone ha scelto l’arma del comunicato stampa e dell’atto unilaterale, scatenando così una bagarre da guerra santa. La questione, in realtà, potrebbe essersi risolta già oggi dopo un confronto schietto durante il quale il sindaco ha tenuto duro sul principio della regolamentazione, ma ha anche accolto la principale richiesta che gli è stata avanzata: libertà di movimento senza discrezionalità in tutti i luoghi in cui il giornalista – nell’esercizio delle sue funzioni – consulta le sue fonti per raccontare la vita della massima istituzione cittadina. 

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