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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Tap, i sindaci della mediazione: "Coesione oppure Salento fuori dagli investimenti"

Dopo la partecipazione al tavolo ministeriale, la "delegazione" ha riferito gli esiti. Taurino: "Io da sempre No Tap, ma cerchiamo di limitare oggi i danni di scelte fatte ieri da altri"

LECCE – Sarà l’assemblea dei sindaci della Provincia di Lecce, allargata al fronte sindacale e datoriale, a far sentire la voce del territorio rispetto ai cosiddetti “investimenti aggiuntivi” relativi alla realizzazione del gasdotto Tap.

Con questa formula si proverà a uscire dall’impasse e dalle polemiche sorte dopo che, la scorsa settimana, nove Comuni avevano lanciato al presidente della Provincia, Antonio Gabellone, un appello per superare il “muro contro muro”.

Una iniziativa che ha indotto molti a pensare che si voglia creare una sorta di vuoto istituzionale attorno all'intransigente opposizione del sindaco di Melendugno (ma anche di Vernole e Martano), Marco Potì e in generale del Movimento No Tap (questa mattina alcuni momenti di tensione presso il cantiere di San Basilio tra tecnici intervenuti per un sopralluogo, e accompagnati dalle forze dell'ordine, e attivisti che chiedevano spiegazioni). Non sarà dunque facile arrivare in sede di assemblea a una posizione unitaria e comunque concludente, ma per il gruppetto di sindaci che sostiene la necessità di partecipare ai tavoli romani in corso oramai da tempo, il rischio è che i soldi finiscano in altre zone della Puglia.

Il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, insieme ai sindaci di Trepuzzi e Andrano, Giuseppe Taurino e Mario Accoto, hanno esposto alla presenza del prefetto, Claudio Palomba, il resoconto dell’incontro di giovedì scorso nella capitale, insieme a sindacati, Confindustria, Tap e Snam (per il metanodotto di connessione).

Il video; Gabellone, Accoto, Toma.

I tre hanno riferito che la mancanza di coesione sul fronte delle istituzioni locali sta favorendo il protagonismo nella trattativa di soggetti che esprimono un livello superiore di rappresentanza (sindacati, Confindustria) e che questa modalità finirà per tenere ai margini le istanze del Salento, da inquadrare in una vertenza complessiva che include anche il nesso tra inquinamento e danni alla salute ed epidemia di xylella. “Io sono sempre stato un sindaco No Tap e non a intermittenza, ma oggi cerco di rimediare ai danni che sono stati fatti ieri”, ha dichiarato Taurino nel suo intervento dopo aver ricordato che sedeva in consiglio regionale quando una convergenza tra “governo, Regione e Comune di allora”, cioè di Melendugno, portò il punto di approdo fino a San Foca.

Quell’esito, oggi, è considerato irreversibile dall’attuale esecutivo: lo hanno detto sia il ministro per la Coesione Sociale, Claudio De Vincenti, che la vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, specificando anzi che la partecipazione agli incontri sugli investimenti aggiuntivi (compensazioni non è politicamente corretto) implica la consapevolezza dell’utilità dell’opera e dell’idoneità del sito. Una puntualizzazione indirizzata alla Regione Puglia che all’ultima riunione a Roma ha inviato Domenico Laforgia, responsabile del dipartimento economico dell’ente, come ascoltatore: una modalità giudicata ponziopilatesca.

Gabellone ha fatto distribuire ai presenti, una decina di amministratori locali – ai nove Comuni firmatari dell’appello da cui nacque il primo incontro in Provincia si sono infatti aggiunti Matino e Ortelle – le proposte avanzate da Confindustria Puglia, Uil, Cgil e Cisl. Con qualche differenza di prospettiva tutti convergono sull’opportunità di legare la realizzazione del gasdotto a iniziative per la green economy e la decarbonizzazione degli impianti pugliesi.

Confindustria, ad esempio, parla di “sostituzione delle apparecchiature di riscaldamento nelle scuole e in luoghi ad uso pubblico con altre a maggiore energetica e a basse emissioni”, ma anche di sostegno agli operatori del trasporto urbano e ai concessionari privati per la transizione a veicoli meno inquinanti. Per la Uil sarebbe opportuno offrire ai cittadini e alle imprese pugliesi “agevolazioni e sgravi fiscali sulle bollette del gas”, ma anche la quota di posti di lavoro riservata ai locali (attualmente stimata nel 20 per cento). Secondo Cgil il governo dovrebbe lanciare progetti alternativi come la produzione di idrogeno per i mezzi di trasporto, per arrivare poi a una rete di distribuzione in linea con le direttive europee. La Cisl auspica invece, oltre alla valorizzazione delle imprese locali nella realizzazione delle opere per il gasdotto, il varo di un fondo di finanziamento e garanzia degli interventi per l’efficienza energetica con il totale delle royalties, delle accise e tasse, (o almeno la metà) che “Stato e Regione incassano dalla vendita del gas della Tap”.

Ecco, in questa congerie di idee, manca la voce del territorio salentino, hanno ribadito Gabellone e alcuni dei sindaci: un paradosso, secondo loro, che bisognerebbe risolvere con una posizione chiara nei confronti dell’opinione pubblica. Il primo cittadino di Maglie, Ernesto Toma, ha chiesto ai colleghi di spingere su due tasti: il primo è quello di spiegare ai cittadini che il progetto Tap non inciderà negativamente sul danno sanitario da inquinamento, il secondo è che non interferirà con il settore turistico.

In conclusione dell’incontro il prefetto ha consigliato di estendere la convocazione per l’assemblea dei sindaci alle associazioni di categoria e alle rappresentanze locali dei sindacati in modo da costruire un punto di vista unico e un pacchetto complessivo di proposte, ribadendo anche che per il governo la questione dell’ordine pubblico è considerata fondamentale. Un monito piuttosto esplicito che arriva nel momento in cui a San Basilio sono in corso le prima manovre propedeutiche ad un ritorno in grande stile alle attività di cantiere e non certo per espiantare ulivi.

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