rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Presa in giro o democrazia attiva? Il territorio, intanto, fa sentire la sua voce

Alcuni tra i presenti all'incontro sul gasdotto si sono chiesti se i giochi, in realtà, non siano già fatti. Altri pensano che ci sia ancora margine per fermare l'opera. In ogni caso la comunità ha mostrato la propria determinazione al governo

LECCE – Solo il tempo dirà se l’odierna assemblea sul gasdotto Tap sarà stato un ipocrita esercizio di democrazia formale. Lo pensano in molti, convinti che gli ingranaggi del grande meccanismo istituzionale ed economico girino in sincrono sin dall’inizio. Indizi in tal senso non mancano, anche perché il percorso partecipativo avviato dalla Regione Puglia è stato oggettivamente tardivo, con un trattato internazionale approvato alla Camera dei deputati il 5 dicembre, pochi giorni dopo il primo incontro pubblico sull’opera, tenuto a Borgagne il 29 novembre. Il governo, intanto, da mesi aveva già rimarcato a più non posso la strategicità dell’opera, per l’Italia e per l’Europa.

Altri, invece, come l’assessore regionale alla Partecipazione, Guglielmo Minervini, pensano che non sia stata una giornata sprecata. Di certo si è capito, per chi non lo sapesse ancora, che la democrazia è una pratica molto faticosa, che la classe dirigente di questo Paese è ai minimi storici in fatto di legittimazione e credibilità, che la programmazione infrastrutturale e delle grandi opere non può più passare sopra la testa dei territori interessati. Pena l’assunzione di rischi di un conflitto sociale di cui il Salento non sente affatto il bisogno, anche se qualcuno, sotto sotto, soffia sul fuoco immaginando un’epopea della rivolta.

Oramai si parla del gasdotto, sempre più frequentemente, da almeno due anni. Su questa vicenda la provincia di Lecce sta conoscendo, per la prima volta, una mobilitazione importante, come ha testimoniato l’odierna partecipazione. Da Melendugno e comuni limitrofi sono arrivati in almeno un centinaio, ma c’erano almeno trecento cittadini del Salento a provare a seguire un dibattito che ha conosciuto punte di tensione che ne hanno messo in serio dubbio innanzitutto l’avvio e poi anche la prosecuzione nella sessione pomeridiana.

Non mancavano gli amministratori ed esponenti politici di ogni livello. Tra i primi il sindaco di Melendugno, Marco Potì, baluardo contro il gasdotto e Giancarlo Mazzotta, sindaco di Carmiano, che è arrivato in un paio di circostanze a brandire la fascia tricolore davanti al sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, in segno di sfiducia verso il governo. Tra i secondi, da Loredana Capone, assessore regionale, a Salvatore Capone, deputato dal Pd, dai parlamentari “pentastellati” Diego De Lorenzis e Barbara Lezzi a molti dirigenti del Pd salentino, il segretario Salvatore Piconese in testa.

L’impressione è che il tenace lavoro del Comitato No Tap – che sta dando grande prova di maturità – e quello dei consulenti del Comune di Melendugno che hanno redatto il cosiddetto “contro rapporto” allo studio di impatto ambientale e sociale presentato da Tap a settembre, abbia fatto comprendere ai tecnici del ministero dell’Ambiente presenti oggi che non sarà una passeggiata redigere la valutazione di impatto ambientale. Perché le perplessità sono tante, i dubbi assai profondi e, al di là degli atteggiamenti da tifoseria per cui qualsiasi argomento va bene purché sia finalizzato “no”, le obiezioni dal punto di vista tecnico appaiono solide e meritevoli di grandi attenzione.

Non sarà insomma facile per nessun decisore politico convincere questi cittadini e molti altri che si tengono costantemente aggiornati sull’affaire gasdotto, che l’opera debba essere necessariamente fatta e per giunta senza valutare veramente - e non sulla carta - opzioni alternative all’approdo a San Foca. Probabilmente entro l’inizio dell’estate, quando maturerà la Via nazionale, si avrà contezza dell’utilità o meno dell’incontro di oggi alle Officine Cantelmo. Per quella data sarà intanto pervenuta la valutazione, obbligatoria ma non vincolante, della Regione Puglia che appare sempre più orientata ad una posizione contraria. Del resto un giudizio negativo, relativo al progetto presentato da Tap nel 2011, c’è già stato.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Presa in giro o democrazia attiva? Il territorio, intanto, fa sentire la sua voce

LeccePrima è in caricamento