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Infermieri “ostaggi” delle Asl. Melli: “Pronta l’ipotesi di accordo per le assunzioni”

La direttrice generale è intervenuta in assemblea con i lavoratori. Inviato in Regione l’accordo che prevede subito 64 assunzioni e così a scaglioni fino alla fine di marzo 2017

LECCE – Dall’assemblea alla mobilitazione il passo è breve: gli infermieri che attendono il trasferimento nell’ Asl di Lecce (bloccati a causa del mancato nulla osta da parte dell’azienda cedente) da giorni hanno allestito un presidio permanente presso la direzione generale di via Miglietta. E ora minacciano, per la giornata di venerdì 18 marzo, una manifestazione a Bari.

L’annuncio si è concretizzato questa mattina, a ragione dell’intervento della direttrice generale Silvana Melli che proprio oggi ha raggiunto i lavoratori in assemblea. La numero uno dell’Asl leccese sembra bene intenzionata a sbloccare la situazione ed ha ufficializzato la sua proposta di accordo che, nelle prossime ore, giungerà sul tavolo dei colleghi delle aziende sanitarie interessate e del direttore del dipartimento regionale di promozione della Salute, Giovanni Gorgoni. L’idea della Melli, approvata dal sindacato Usb, è quella di scaglionare le assunzioni, arrivando a coprire interamente la platea degli interessati nel corso di un anno.

Nel dettaglio, la Asl ha accolto la richiesta di assorbire le prime 64 unità, provenienti dalla graduatoria regionale di mobilità e corrispondenti alle cessazioni degli incarichi a tempo determinato, entro la fine di aprile 2016: 15 provenienti dall’azienda di Taranto; 46 da Brindisi, uno da Bari, uno da Andria ed uno dal Policlinico.

“Entro il 30 aprile saranno perfezionati i trasferimenti degli infermieri posizionati tra il 74° e il 219° posto”, si legge nell’ipotesi di accordo. La novità è che la Asl non intendere procedere con il congelamento delle restanti posizioni, così come si era deciso in un primo momento. Al contrario, procederà con le assunzioni frazionate, sbloccando la procedura di mobilità per altre 62 unità entro la fine dell’estate e l’ultima parte (a completamento della graduatoria valida dei 160) entro la fine del marzo 2017.

Gianni Palazzo, esponente del sindacato di base, ritiene che la manager abbia voluto lanciare un vero e proprio assist agli infermieri leccesi i quali, pur essendo stati chiamati in servizio un anno addietro, continuano a vivere i disagi e le fatiche del pendolarismo. “Questa proposta era già stata avanzata, in forma ufficiosa, dalla stessa Melli e respinta dai colleghi per motivi che non ci sono chiari – puntualizza il sindacalista -: noi invece la riteniamo un’ipotesi di buon senso, compatibile con tutti i possibili risvolti del piano di riordino sanitario,  capace di non stravolgere le piante organiche della Asl e di non creare ammanchi di personale perché procede gradualmente con i trasferimenti. La Asl può assumere gli infermieri che non rientrano negli incarichi a tempo determinato grazie alle ulteriori deroghe che saranno concesse dal ministero in virtù dei pensionamenti”.

20160316_114637-2Al momento, tuttavia, la direttrice Melli possiede solo un centinaio di deroghe che sta già utilizzando in buona parte per il personale infermieristico: “Più di tanto non è possibile fare considerato che qui mancano anche i medici - ha puntualizzato lei -. L’errore, a monte, è stato fatto un anno addietro da chi mi ha preceduto: generalmente, infatti, si cominciano a chiamare 20 o 30 persone alla volta dalle graduatorie di mobilità”.

La frittata è fatta ed ai lavoratori non resta che sperare in una firma congiunta su questa ipotesi avanzata dalla Asl che, evidentemente, intende risolvere la vertenza in maniera indolore. “Noi non resteremo con le mani in mano – aggiunge Palazzo -: è questo il momento per operare pressioni su tutti i livelli istituzionali affinché la posizione dell’azienda sanitaria locale non rimanga isolata. Chi ha voluto trattenere le persone come ostaggi, mandandole a lavorare lontane da casa per anni, costringendole a continui sacrifici e negando loro il diritto al trasferimento, dovrebbe vergognarsi. Venerdì saremo a Bari: la nostra mobilitazione continua, perché questa è la strada giusta. La via giudiziaria dei ricorsi, che pure qualcuno sta accarezzando, è troppo lunga e contraddittoria rispetto alla volontà comune di sbloccare le procedure di mobilità nel minor tempo possibile”.

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