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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Informazione e precarietà. Mario Vecchio si congeda in diretta su L’Atv

Il direttore responsabile del tg dell'emittente privata salentina lascia la conduzione: "Mancano i presupposti per garantire il corretto svolgimento delle proprie mansioni". Un altro caso che mostra le contraddizioni del settore

LECCE – “Una decisione sofferta ma inevitabile”. Così Mario Vecchio, volto noto dell’emittenza privata salentina, ha commentato l’avvenuta interruzione del proprio rapporto di lavoro con L’Atv, che probabilmente non trasmetterà per il momento il telegiornale. Dieci anni di lavoro, di passione, di servizio all’informazione, interrotti in un annuncio pubblico, fatto senza polemiche, col taglio pacato, ma non per questo deciso che gli è proprio, e in cui il giornalista ha evidenziato “la mancanza di presupposti per garantire il corretto svolgimento delle proprie mansioni”.

Tagli al personale, investimenti in attrezzature inesistenti e ridimensionamento della programmazione, hanno influito su quella che è sembrata la cronaca di una decisione annunciata: il resoconto delle problematiche sul campo è noto e simile a quello di altre storie, emerse in questi mesi, da quando il cameraman Vincenzo Siciliano, con coraggio, ha saputo denunciare i deficit di un sistema, prima di subire un ingiusto licenziamento. Il bilancio, dunque, dell’emittenza privata salentina in crisi e degli operatori del mondo dell’informazione che saltano continua, purtroppo, a farsi sempre più pesante e drammatico. Si naviga a vista dentro acque melmose, dove l’incerto, l’assenza di tutele, il futuro come chimera sono l’ordinaria amministrazione.

E i “casi” di “ordinaria precarietà” si moltiplicano, dentro un orizzonte dove non sembra intravedersi una risoluzione in tempi rapidi. Il racconto della provvisorietà del mondo dell’informazione aggiunge un altro doloroso capitolo, rendendo ulteriormente evidente, se non lo fosse già, quanto le incertezze del settore dentro la crisi economica siano strette nella morsa di logiche sempre meno rispettose delle professionalità in campo. Quel che è peggio è la sensazione che tutto quel che accade ormai non faccia più “notizia”, entrato dentro il circolo vizioso dell’“abitudine”.

Un faro su questa emergenza lo ha puntato Informazione precaria, che quotidianamente cerca di coordinare le attenzioni sulle storie e di squarciare il velo del mondo della comunicazione. Quanto a Mario Vecchio, si tratta dell’ennesimo esempio, più visibile, vista la sua notorietà televisiva (come nel caso di Gaetano Gorgoni), che scoperchia un mondo ricco di troppe contraddizioni, di ferite non sanate sulla pelle di un sistema intruppato e che avrebbe bisogno di una scossa.

Lui, l’ormai ex direttore responsabile, si è congedato a suo modo, conducendo l’ultima edizione del telegiornale e conservando l’attenzione alla professionalità fino all’ultimo momento: “L’Atv mi ha dato certamente l’opportunità – ha sottolineato - di farmi conoscere nel Salento, di far conoscere la mia professionalità e di entrare nelle case dei telespettatori. È stata un’esperienza durata quasi 10 anni, in cui ho conosciuto tantissime persone e in cui ho imparato molto, facendo un percorso che mi ha portato grandi soddisfazioni sul piano personale fino a  diventare direttore responsabile”.

“Per tutto questo naturalmente – ha spiegato - auguro a L’Atv un futuro migliore e spero che possa superare questo difficilissimo momento e tornare a garantire il suo telegiornale al pubblico televisivo. Per quanto mi riguarda – ha concluso – sono sereno perché ho lavorato con grandissima umiltà e serietà, sempre orientato all’obiettività e veridicità dell’informazione. Sono stati anni fatti di sacrifici, gioie ma anche delusioni, ho avuto il piacere fino alla fine di lavorare con grandi professionisti, giornalisti, registi e tecnici e personale di segreteria”.

“L’amarezza dell’esperienza appena conclusa – ribadisce - è in parte attenuata dalla stima e dalle attestazioni di affetto, di colleghi, amici e semplici telespettatori, che hanno fatto seguito alla mia comunicazione. Le loro parole mi hanno convinto ancor di più che ho lavorato bene e in maniera limpida e trasparente. Si è conclusa la mia esperienza di direttore responsabile de L’Atv, ma potrei presto tornare a lavorare in televisione”.

 

 

 

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