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La riforma della giustizia e il “Risorgimento dell’avvocatura”. L’intervento

Daniele Montinaro, avvocato e consigliere comunale, commenta gli esiti dell'assemblea degli iscritti all'Ordine di lunedì scorso. Si rischia l'astensione ad oltranza dalle udienze e quindi il blocco dei processi, come già sta avvenendo in Sardegna

LECCE - Più che una riforma della giustizia, un attentato alla giustizia che indebolisce il diritto alla difesa. Così Daniele Montinaro, avvocato e consigliere comunale, commenta il tentativo del governo di rimettere mano alla riorganizzazione del sistema giudiziario. Di seguito il suo contributo redatto a seguito dell'assemblea dell'Ordine.

"Si attendeva da tempo il risorgimento dell’avvocatura; sin dal tempo in cui i governanti del nostro Paese e i cosiddetti poteri forti hanno scelto deliberatamente di “annientare” l’avvocatura italiana e con essa la giustizia, rendendo lettera morta la nostra vituperata Costituzione. E’ oramai in atto un attentato alla figura dell’avvocato, seppur soggetto costituzionale della giurisdizione, rendendo ormai lettera morta, tra gli altri, addirittura l’articolo 24 della nostra Costituzione, impedendo ai cittadini l’accesso alla giustizia. Dopo gli ultimi tentativi di riforma - che più che tentativi definirei “attentati di riforma”, peraltro scritti da uffici legislativi composti da burocrati o magistrati in pensione oramai lontani dalle realtà dei Tribunali,  uffici rigorosamente sprovvisti della figura dell’avvocatura - era impensabile che il principale soggetto di tutela dei diritti nel nostro Paese e cioè l’avvocato, non iniziasse quello che definisco senza mezzi termini il risorgimento dell’avvocatura".

"E’ iniziato da Cagliari, dalla Sardegna, proprio da dove nacque nel 1960 il Regno d’Italia. Il Consiglio dell’Ordine di Cagliari nell’assemblea generale straordinaria degli iscritti all'Ordine degli Avvocati riunitasi il 7 febbraio 2014 ha deliberato: “l’astensione degli Iscritti da ogni attività nelle udienze civili, penali, amministrative e tributarie, a decorrere dal giorno 11 Febbraio 2014 ad oltranza, fino a quando non saranno manifestati da parte del ministro della Giustizia e del governo segni concreti di voler instaurare un confronto ed una concertazione con gli organi istituzionali e politici dell'avvocatura sulle riforme ed i temi della giustizia; di invitare i colleghi a richiedere la cancellazione dalle liste del patrocinio a spese dello Stato e delle difese d’ufficio; di proporre l’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea già indetta dall’Unione regionale delle curie per il 18 febbraio 2014 con la richiesta di invito ai Consigli degli Ordini degli Avvocati della Sardegna ed a tutti gli organi ed organismi rappresentativi dell’Avvocatura a rassegnare, in segno di protesta, le proprie dimissioni con espresso invito a tutti gli iscritti, stante l’importanza delle questioni da discutere; a partecipare all’assemblea straordinaria del 18 febbraio; ad assumere ogni iniziativa utile a diffondere ed illustrare il contenuto della presente delibera”.  

"Una decisione coraggiosa, difficile ma oramai necessaria. Come si legge nel corpo della delibera il diritto di difesa costituzionalmente garantito sta subendo un attacco senza precedenti; gli ultimi provvedimenti governativi, presentati come di riforma del processo civile, hanno purtroppo confermato la oramai consolidata tendenza a comprimere sotto diversi profili i diritti costituzionali. E così l’introduzione di filtri discrezionali sull’ammissibilità delle impugnazioni, la mortificazione del principio costituzionale di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali; la previsione di una responsabilità solidale dell’avvocato rispetto all’esito della causa; la sostanziale cancellazione del sistema delle impugnazioni attraverso l’abolizione del divieto di reformatio in peius, l’esclusione del controllo di legittimità sulla motivazione in caso di doppia decisione conforme nel merito e la conseguente tendenziale cristallizzazione degli orientamenti giurisprudenziali, la crescita esponenziale, costante, progressiva, incontrollata ed incontrollabile dei costi di accesso alla giustizia; la gravissima compressione dei diritti dei non abbienti attuata attraverso la drastica ed ingiustificata riduzione delle risorse da dedicarsi alla loro difesa, da sempre assicurata ai più deboli in modo pieno e qualificato dall'avvocatura, cui si è ritenuto da ultimo di imporre, senza preventiva concertazione, un ulteriore taglio dei compensi, in alcun modo commisurati alla quantità e qualità dell'opera prestata".

montinarod-2"Il governo, in persona del ministro della Giustizia ha disatteso ogni tentativo degli organi rappresentativi dell'avvocatura di intraprendere un dialogo, sordo ai continui richiami della Corte europea dei diritti dell' uomo avverso la constatata inefficienza ed inefficacia del “sistema giustizia” che impediscono di fatto l'effettiva tutela dei diritti dei cittadini, quali la dignità sociale e l'uguaglianza davanti alla legge, con riflessi negativi in merito al pieno sviluppo della persona, ledendo i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana, della Convenzione di tutela dei diritti umani e della Carta europea dei diritti dell'uomo".

"A Lecce, il 10 febbraio, si è tenuta l’assemblea degli avvocati iscritti all’ordine ed il fermento era palpabile. Per di più la drammatica situazione locale del drastico ed improvviso taglio delle sezioni distaccate di Tribunale, con tutte le inefficienze e difficoltà che ciò ha comportato per tutti gli operatori locali del diritto, ha reso gli animi e gli interventi dei colleghi ancor più passionali ed incisivi anche al cospetto del Consiglio dell’Ordine che evidentemente, nonostante tutta la buona volontà, alla stregua di tutti gli altri Consigli dell’Ordine d’Italia, vive una sensazione di assoluta impotenza".

"Gli interventi sono stati tanti e direi tutti sostanzialmente in linea con le ragioni espresse dai colleghi cagliaritani. La decisione è stata rinviata all’assemblea generale che si terrà il 18 (peraltro primo dei tre giorni di astensione proclamati dall’Oua), in quella sede si deciderà la linea da seguire ma che ritengo non possa oramai discostarsi da quella assunta in Sardegna per una rinascita dell’Avvocatura e della Giustizia in Italia; ma è importante veicolare con ogni mezzo di diffusione ciò che sta accadendo ed il giusto senso di questa battaglia che riguarda tutti i cittadini italiani e la tutela dei loro diritti. Extremis malis, extrema remedia".

 
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