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Amministrative, il rush finale. Dieci domande ad Alessandro Delli Noci

I sei candidati in corsa per la carica di sindaco del capoluogo rispondono alle sollecitazioni di LeccePrima in vista delle amministrative. Si vota domenica dalle 7 alle 23

LECCE Con l’intervista ad Alessandro Delli Noci inizia la settimana di avvicinamento al voto di domenica prossima, 11 giugno. L’ordine di successione delle interviste è stato sorteggiato. A tutti i candidati sono state poste le medesime domande, senza che nessuno di loro, ovviamente, potesse conoscere le risposte degli altri candidati.

La campagna elettorale obbliga a battere la città palmo a palmo. Quali sensazioni personali ne ha ricavato e quali esigenze collettive le pare di aver raccolto?

"Giro la città da molti mesi oramai. La prima sensazione è di grande malcontento dei cittadini, per promesse fatte e mai mantenute dall’attuale amministrazione, promesse relative al fatto di rendere la nostra città una città per tutti, di offrire opportunità a ciascuno e non solo ad alcuni. Le esigenze sono tante e riguardano i diritti negati a tanti. Parlo del diritto di vivere dignitosamente, del diritto al lavoro, alla casa, parlo di bisogni primari insomma. Non solo, Lecce è una città in cui ogni intervento fatto non è mai rientrato in una visione più globale, dalla strada asfaltata sotto casa di qualche amico all’inaugurazione di importanti contenitori storici e culturali, come l’Apollo e il Convento degli Agostiniani, chiusi il giorno dopo l’inaugurazione e inaccessibili dunque ai cittadini comuni. Occorre invertire totalmente la tendenza che vuole questa città in mano esclusiva di alcuni privilegiati".

Alla luce di quanto sopra, c’è qualche iniziativa che aggiungerebbe alla sua agenda politica? Si rimprovera qualcosa?

"Ho costruito il mio programma politico con i miei concittadini e in mezzo a loro. Sei mesi di ascolto e condivisione, sei mesi di incontri in cui ho raccolto tanti incubi ma anche sogni. Trovate tutto lì dentro. Ma proprio per non rimproverarmi nulla e per evitare di lasciare fuori qualcosa ho creato un programma wiki, aperto, in cui ognuno può aggiungere nuove proposte che rispondono ad esigenze rimaste inascoltate".

La diffidenza nei confronti della classe politica è un fatto nazionale, e non solo. Si avverte anche in una dimensione di prossimità, quale quella delle amministrative, questa distanza?

"Al momento non credo ci sia molta differenza tra i dati nazionali e quelli locali rispetto alla sfiducia nei confronti della classe politica. D’altronde il mio movimento nasce proprio da lì, nasce proprio dall’esigenza di accorciare quel gap tra politica e cittadini, dalla necessità di riportare la politica nella piazza, tra la gente. Il problema è questo: in questi ultimi anni la politica si è fatta nelle stanze dei palazzi, palazzi chiusi ai cittadini che hanno sempre dovuto bussare e chiedere la cortesia di vedersi riconosciuti i propri diritti. Non funziona così. La politica non è gestione personale e personalistica della cosa pubblica, politica significa ascolto, condivisione e costruzione partecipata di interventi e azioni volti al benessere collettivo".

La domanda sulle priorità nei primi cento giorni di governo è scontato. Poniamo allora la questione degli atti dellamministrazione uscente che ritiene dannosi o insufficienti o comunque migliorabili

"Credo occorra agire immediatamente sui grandi fallimenti di questa Amministrazione: da una parte la graduatoria delle case popolari che avrebbe dovuto essere pubblicata alla fine di aprile e di cui non si sa nulla e che ha lasciato nella disperazione decine e decine di famiglie; dall’altra il Piano Urbanistico Generale, che è stato sospeso e che bisognerà riaprire, studiare e migliorare giacché questo strumento ridisegna la città dei prossimi vent’anni, dunque la città che consegneremo ai nostri figli. E per questo merita attenzione e la partecipazione di tutti".

Emergenza abitativa: Salvini ha auspicato, proprio qui a Lecce, che si dia la priorità ai residenti da un decennio. Cosa ne pensa al proposito?

"Onestamente, non mi interessa quello che dice Salvini. Il problema della casa è un problema molto serio e non può essere banalizzato o strumentalizzato da chi, fino a ieri, avrebbe volentieri tenuto noi “terroni” fuori dagli alloggi popolari del nord! L’emergenza abitativa va gestita con alcune azioni prioritarie: prima di tutto un’azione di manutenzione straordinaria degli alloggi popolari esistenti che appaiono fatiscenti in molti casi; parteciperemo ai bandi regionali per l’efficientamento energetico degli stessi alloggi e apriremo tutti gli alloggi popolari che oggi sono chiusi e che non sono assegnati e ovviamente pubblicheremo la graduatoria che non è ancora stata pubblicata lasciando tante famiglie in attesa e nella disperazione. Questo non sarà sufficiente a risolvere totalmente il problema e per questo costruiremo un piano di social housing per la città, puntando su un’edilizia sostenibile, sociale e popolare".

Trasporti: il filobus si smonta o si rende più efficiente?

"Il filobus costa circa 250/300 mila euro all’anno e non 1milione e 200 mila euro come qualcuno afferma. Questo fatto non giustifica economicamente lo smontaggio del filobus stesso (che ammonta a circa 4 milioni di euro) giacché ci vorrebbero dodici e non tre anni per ammortizzare i costi dello smontaggio. Per questa ragione,  anche se esteticamente non ci piace e non lo vorremmo, occorre renderlo efficiente e non gravare economicamente sui cittadini. Abbiamo il dovere di offrire proposte fattibili, a breve termine e a costo zero per trasformare l’attuale servizio di trasporto pubblico in un servizio intercomunale. Nella nostra idea di trasporto pubblico, che abbiamo definito a petalo, si abbandona l’idea delle vecchie circolari che vanno da un capo all’altro della città, per dare spazio ad un sistema in cui i petali rappresentano le linee di collegamento tra il centro e i comuni dell’hinterland e dove nel cuore della città è il filobus a collegare velocemente le linee intercomunali tra di loro. L’utilizzo esclusivo del filobus sulle strade del centro cittadino abbatterà totalmente le emissioni di gas dei mezzi a gasolio attualmente utilizzati e permetterà di risparmiare 150mila chilometri (il 10 per cento del totale dei km percorsi) che riorganizzeremo per collegare i comuni dell’hinterland senza costi per l’Amministrazione Comunale. Senza parlare delle multe che, in questo modo, possiamo pensare di ridurre seriamente e che sono servite soltanto a far quadrare il bilancio comunale".

Il litorale resta la terra delle promesse troppo spesso mancate, che però si rinnovano a ogni scadenza elettorale. Perché stavolta dovrebbe essere diverso?

"Il litorale, più di qualsiasi altro luogo della città, è stato vittima di una mancanza totale di visione e di programmazione, come dimostra il Lido Salapìa di San Cataldo. Nel nostro programma noi non abbiamo fatto promesse né rispetto alle marine né rispetto ad altre urgenze della città. Abbiamo soltanto programmato delle azioni e degli interventi e abbiamo spiegato quando e come realizzarli, con quali risorse. Ecco perché, se saremo noi ad amministrare la città, sarà diverso. Io ci metterò personalmente la faccia, perché è mia intenzione, da sindaco, mantenere la delega alle marine".

Anziani e bambini, due fasce di popolazione di cui la città non sembra particolarmente amica. Come invertire la rotta, realisticamente?

"Abbiamo previsto una serie di interventi che puntino a migliorare la qualità della vita dei cittadini, soprattutto puntando sulle fasce sinora messe ai margini. Tra queste ovviamente gli anziani e i bambini. Vogliamo potenziare i servizi nei rioni, attraverso la presenza dei consiglieri comunali di rione, la creazione di spazi di socializzazione, gli sportelli sociali ove reperire tutte le informazioni e le consulenze senza bisogno di recarsi nei centrali uffici comunali e degli ambulatori di quartiere dove offrire a tutti, e soprattutto agli anziani, servizi infermieristici gratuiti. E poi la nostra “città a misura di bambino” perché pensare una città adatta ai più piccoli significa garantire una migliore qualità di vita a tutti i cittadini. Per farlo, occorre potenziare i servizi come le ludoteche pubbliche dove realizzare attività educative rivolte ai più piccoli, e penso per esempio a corsi di educazione alla lettura o ancora a percorsi di educazione alla cittadinanza attiva che aiutino i bambini a prendersi cura, delle persone, dei luoghi, dei beni della comunità. Non solo, occorre pensare ad una politica di rifioritura urbana, ad un piano del verde per esempio, per far crescere i bambini in luoghi sani e dignitosi".

Lecce non è solo centro storico, ma lì vi è un problema di delicato equilibrio tra movida e residenti. Come se lo immagina sotto la sua azione di governo?

"Il centro storico è il fiore all’occhiello della nostra città e abbiamo il compito di preservarlo per chi ci vive e ci lavora ma allo stesso tempo di sviluppare il turismo. Di certo, vi sono delle responsabilità politico-amministrative che hanno portato la città troppo spesso e soprattutto dopo il weekend a presentarsi al mattino come una grande pattumiera, in uno scenario di abbandono che non è degno di una città vivibile ed emancipata. Abbiamo il dovere di tutelare i residenti, di presentare la città anche ai turisti in maniera decorosa e al tempo stesso di pensare ai commercianti e ad un’offerta culturale degna della città in cui viviamo. Avvieremo, cosa che abbiamo già iniziato a fare, un tavolo di discussione tra commercianti e residenti, per capire assieme a loro quali azioni avviare affinché gli uni possano continuare a trarre vantaggi dalle proprie attività e gli altri possano vivere serenamente nelle loro abitazioni. Solo a titolo di esempio, abbiamo pensato ad un progetto che riguarda l’insonorizzazione dei locali per rendere la città meno rumorosa ma culturalmente attiva. Questo è possibile attraverso una riduzione sulla tassa dei rifiuti solidi urbani per i bar, pub, ristoranti che decideranno di insonorizzare i propri locali".

La città con gli anni prende consapevolezza del suo potenziale in termini di capacità di attrarre visitatori. Eppure per aprire le chiese o dare continuità alle attività nei poli culturali si fa ancora una gran fatica. Come mettere finalmente a sistema cultura, turismo e divertimento?

"La nostra idea è quella di creare un piano strategico per la cultura e il turismo che valorizzi il nostro patrimonio ambientale e culturale, che crei condizioni favorevoli per le attività imprenditoriali, che pensi ad una valorizzazione dei contenitori e dei piani culturali della città, che non possono limitarsi ad essere un calendario senza senso di eventi. Questo è possibile soltanto generando una rete, mettendo in relazione tutti gli attori, inclusa la Curia e la Sovrintendenza, perché, per esempio, è impensabile che, d’estate, nel momento stesso in cui i turisti arrivano in città, quindi intorno alle 19, le Chiese siano chiuse. Infine, non è possibile pensare ad un piano per la cultura e per il turismo slegato dal piano del commercio e da quello della mobilità. Nella nostra visione di Lecce Area Metropolitana, vale a dire l’unione di Lecce e i comuni limitrofi nel raggio di quindi chilometri, abbiamo pensato ad una rete delle aree archeologiche che colleghi, attraverso un efficiente trasporto pubblico e con biglietto unico, il Parco di Rudiae, il teatro e l’anfiteatro romano e le aree archeologiche di Roca e Cavallino per esempio. Il tutto per rendere fruibile il nostro inestimabile patrimonio culturale in maniera sinergica".dellinoci_palco-2

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