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Alessandro Delli Noci, l'under 30 che punta alle Politiche comunitarie

Primo degli eletti in Futuro e Libertà con 705 voti, è stato il presidente della cooperativa che gestisce le ex Cantelmo. Difende il suo recente passato dalle polemiche e spiega la ricetta del suo exploit: "Lavoro sodo"

LECCE - "Sono sempre stato di destra, ma mai un estremista". Alessandro Delli Noci, 29enne e primo degli eletti in Futuro e Libertà, è uno dei volti nuovi della politica cittadina. Alla prima esperienza elettorale, ha ottenuto 705 preferenze ed è per forza di cose il più accreditato del suo partito per un assessorato nella nuova giunta che Paolo Perrone sta covando mentre si gode una vacanza lontano da Lecce. Laureato in ingegneria, è stato fino all'inizio della campagna elettorale il presidente di Lecce Città Universitaria, cooperativa che ha ottenuto la gestione delle Officine Cantelmo, un contenitore culturale nel quale sono passati decine di concerti, convegni, incontri.

La madre, Anna Maria Perulli, è dirigente del settore Politiche sociali e Istruzione del Comune di Lecce. Una situazione di "potenziale" conflitto che, a fine intervista, neutralizza con parole nette: "Non amministrerò nei settori di competenza di mia madre". Del resto un precedente polemico c'è ed è proprio legato all'attribuzione della gestione delle ex officine. Tema sul quale Delli Noci punta i piedi: "La cooperativa, che è stata formata con ex rappresentanti universitari di tutte le liste, in maniera trasversale, ha pensato solo a lavorare sodo per trasformare una scatola in un faro per la città. Io ho alzato sedie, spazzato per terra, pulito, fatto innumerevoli volte le cinque di mattina. E' stato l'impegno quotidiano e la collaborazione con tutti a portarmi ad avere questo risultato".

Alessandro, quando hai capito di potercela fare?

"Ad un certo punto mi sono reso conto di aver costruito una base sulla quale scommettere. Sin dai tempi universitari ho sempre nutrito una forte passione per la politica che per me è come un tarlo. Prima o poi va tolto".

Definisci il tuo profilo politico.

"Sono sempre stato di destra, ma mai un estremista. I miei riferimenti sono valori tradizionali come la nazione, la religione, la famiglia (è sposato, ndr). Vicino idelogicamente ad Alleanza Nazionale, dopo la sua scomparsa ho perso i punti di riferimento che spero di trovare nel partito in cui mi sono candidato e che merita di avere un riconoscimento nella formazione della giunta".

Appunto. Quale assessorato ti piacerebbe ti venisse attribuito?

"Io sono un ingegnere prestato alla gestione di uno spazio culturale. Nel momento in cui Lecce si candida a capitale europea nel 2019, non mi sento pronto per la delega alla Cultura. Secondo me ci sono alcuni aspetti sui quali l'amministrazione è indietro ed uno di questi è quello dell'innovazione tecnologica. Ritengo di poter dare un contributo tecnico e politico per quelle che sono le mie competenze, essenzialmente legate alle politiche comunitarie". 

Cinque degli ex assessori non sono tra i 23 consiglieri eletti. C'è uno scontro generazionale in atto nel centrodestra?

"Non lo credo, ma sono convinto che la politica abbia processi ciclici. Ogni amministratore deve capire a che punto della curva si trova. Il mio exploit è spiegato dal fatto che in me molte persone hanno identificato tanto un punto di riferimento quanto un volto nuovo, e in questa fase di antipolitica crescente non è cosa da poco".

Come ti spieghi la disfatta del centrosinistra?

Per un anno e mezzo si sono posti il problema del capitano e non della squadra. Un dibattito atroce per l'individuazione del candidato sindaco, mentre è rimasto poco tempo per gli aspiranti consiglieri che dovevano radicarsi nel territorio. 

Con una maggioranza così forte si può prescindere dal confronto con le opposizioni?

Farlo sarebbe un errore capitale. Io sono un amante del confronto perché ti consente di capire se la tua direzione è quella giusta e se l'atteggiamento degli avversari è costruttivo.

Chi, tra quelli che ti siederanno difronte, vorresti dalla tua parte?

Sicuramente Carlo Salvemini. Nel centrodestra manca una persona con la sua capacità di approfondimento e di analisi.

 

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