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Rifiuti, strisce blu, gasdotti ed elezioni. Intervista al sindaco Salvemini

Incontro a tutto campo con il primo cittadino leccese: tra provvedimenti recenti e temi da tempo sul tavolo. Dirimente per l'amministrazione la decisione del Consiglio di Stato, attesa tra meno di un mese

LECCE – Non sono ancora trascorsi sei mesi dall’insediamento della giunta guidata da Carlo Salvemini e poco meno di uno ne manca alla decisione del Consiglio di Stato sull’attribuzione del premio di maggioranza. Si tratta di un pronunciamento dirimente perché potrebbe privare il primo cittadino dei numeri per governare in piena autonomia una città che pure al ballottaggio lo ha scelto con quasi dieci punti di vantaggio sull’avversario, Mauro Giliberti.

Non è certo il tempo per i bilanci, ma per alcune riflessioni probabilmente sì anche perché le ultime settimane hanno fornito elementi molto interessanti per il dibattito: le persistenti difficoltà nella raccolta dei rifiuti, la discussa scelta di istituire le strisce blu per la sosta nei pressi del "Vito Fazzi", le proteste di alcuni commercianti che hanno imputato il calo delle vendite al piano della mobilità approntato per il periodo festivo. E poi ci sono i temi che accompagnano questa amministrazione sin dai suoi esordi a fine luglio: la gestione dei beni culturali e la complicata partita relativa ai gasdotti Tap/Snam senza dimenticare una sortita sulle imminenti elezioni politiche.

Partiamo dalle ultime ore: la decisione di destinare una parte dei parcheggi antistanti l’ospedale alla sosta a pagamento ha scatenato polemiche. Quali sono le ragioni di questa scelta?

La decisione scaturisce da una duplice necessità: una, segnalata anche dalla Asl, è quella di procedere alla riorganizzazione della sosta nella zona prospiciente al polo ospedaliero; l’altra quella di trasferire un segnale di fiducia alla cittadinanza che spesso segnala episodi spiacevoli legati al fenomeno dei parcheggiatori abusivi. In tutta Italia ci sono stalli a pagamento: la stessa cittadella della salute in piazza Bottazzi li prevede, addirittura al proprio interno. Abbiamo assunto una decisione con forti caratteristiche di socialità: si garantiscono 108 posti gratuiti, oltre ai 240 a pagamento e 8 per i disabili. La tariffazione è la più bassa possibile, 60 centesimi all’ora, con possibilità di ticket giornaliero a 1,50 euro, dalle 7 alle 20. Non è un provvedimento strategico, ma ha l’obiettivo di organizzare meglio il servizio. Ci sono state reazioni contrarie, altre favorevoli: chi governa è sottoposto ogni giorno al giudizio degli elettori, verificheremo con il tempo.

Un altro provvedimento appena licenziato prevede un pass a beneficio dei residenti nel centro storico per la sosta gratuita sulle strisce blu di determinate zone adiacenti: una misura finalizzata ad alleggerire la pressione dei veicoli sulla parte antica della città, così come lo era il piano della mobilità per il periodo festivo, che pure ha scontato le proteste di gruppi di commercianti. Come può un amministratore coniugare le esigenze di categorie più o meno influenti con una visione pubblica dello spazio cittadino?

Credo che siano le situazioni diffuse da oltre venti anni, riguardo i rapporti tra commercianti e residenti, che portano all’assunzione di alcuni provvedimenti di riequilibrio. Abbiamo chiesto al settore Mobilità di fare un’indagine per calcolare il numero dei parcheggi utilizzabili nella Ztl: una stima ci dice che sono poco meno di mille a fronte di 2mila e 800 permessi rilasciati ai soli residenti. È chiaro che c’è un problema di compatibilità: questo provvedimento consente di poter lasciare l’auto fuori senza sostenere costi. È un segnale di attenzione verso chi vive nel centro storico e fino a oggi era assicurato solo a pochissimi di loro.

Le iniziative per il periodo di Natale hanno scontato una prevedibile resistenza: devo dire però che la valutazione complessiva sulla base dei numeri relativi all’utilizzo dei mezzi pubblici e su un riscontro della cittadinanza è positivo. Del resto abbiamo chiuso solo viale De Pietro e via XXV luglio, in entrata: il fronte più resistente è costituito da commercianti che  risiedono nella Ztl dove da molti anni si è sottoposti a provvedimenti di chiusura nei festivi e dalle 21 alle 6 dei giorni feriali. Da piazza Mazzini abbiamo avuti risposte positive da attività storicamente insediate in quella zona. La conferma dell’inversione del senso di marcia in viale Marconi anche dopo il periodo festivo assolve a una funzione che vogliamo mantenere: si tratta di far comprendere che, arrivando da viale Otranto, piuttosto che fare tutto il giro si può accedere direttamente in viale Marconi.

Video: Salvemini: "Temo forte astensionismo alle politiche"

In un paio di occasioni ha chiesto scusa ai cittadini per i disagi legati alla raccolta dei rifiuti. È chiaro che il capitolato è lacunoso oltre che datato, tanto che per cercare di sopperire avete varato l’iniziativa “Quartieri puliti”. Ma in questo contesto, come si fa a garantire un servizio ordinario sempre adeguato?

L’emergenza durante gli ultimi giorni dell’anno è stata legata alla momentanea chiusura della discarica di Cavallino e alla indisponibilità della stazione di trasferenza a Francavilla Fontana, circostanza che abbiamo risolto in pochi giorni e che però ha evidenziato la fragilità del ciclo dei rifiuti in Puglia con tutti i disagi del caso. D’altra parte ci siamo molto impegnati in questi mesi per dare segnali nella direzione di un maggior decoro per la città: questo fine settimana saremo a Villa Convento e a breve completeremo tutte le tappe previste. Come noto ci sono insufficienze legate al capitolato sulle quali stiamo lavorando secondo la contrattualistica vigente attraverso la revisione del quinto d’obbligo, individuando le voci che sono suscettibili di un adeguamento e dello spazzamento e della raccolta, con particolare attenzione a quello che viene individuato non a torto come uno degli aspetti di maggiore sofferenza che riguarda le marine leccesi: l’obiettivo sul quale lavoriamo è l’introduzione del porta a porta differenziato.

Servizi sociali ed edilizia popolare sono altre note dolenti, a Lecce come altrove, condizionate sempre di più da bilanci ridotti all’osso. Come si può rendere più dignitosa per tutti la cittadinanza?

Sulle questioni sociali e abitative non posso realisticamente proporre soluzioni in tempi brevi: abbiamo proceduto alla pubblicazione della graduatoria definitiva, fatto lungamente atteso e scandito anche da qualche polemica per procedimenti non perfettamente conformi alle norme tanto che per volontà del dirigente abbiamo sospeso l’approvazione della graduatoria provvisoria. Il tema vero è procedere all’aumento delle unità abitative popolari, a fronte di circa 700 nuclei familiari che bussano alle porte del Comune. Siamo in dialogo costante con Arca Sud, che l’agenzia regionale preposta al diritto alla casa, ma un’altra linea che seguiamo è quella dell’edilizia sociale, destinata a coloro che non possono accedere a quella popolare né a quella di mercato: su questo siamo da settimane al lavoro con Puglia Immobiliare, Arca e Regione per avviare quello che abbiamo individuato come importante intervento di recupero dell’ex Galateo.

Mura Urbiche, Teatro Apollo, Parco della Cave, parco archeologico Rudiae: sono tasselli dell’importante patrimonio storico e culturale cittadino per un motivo o per l’altro ancora incompiuti. Come intendete valorizzarli e, più in generale, possono cultura e turismo essere le leve economiche di un piccolo rinascimento leccese?

Già oggi la città è il principale attrattore di Puglia. Si tratta di alzare l’asticella, migliorando i servizi: all’interno di questa cornice assume importanza la messa a sistema dei più rilevanti interventi di recupero che oggi devono essere inseriti in un progetto di fruizione. In questi mesi abbiamo trovato una risposta per l’offerta dei teatri pubblici cittadini: l’Apollo, che abbiamo trovato primo di un piano di gestione, di risorse e addirittura di agibilità definitiva, oggi con il Teatro Pubblico Pugliese ha una continuità d’uso e una stagione di prosa all’insegna della qualità in sinergia con l’altro teatro comunale, il Paisiello, e in previsione della stagione estiva, con il teatro Romano e l’Anfiteatro. Poi c’è la partita delle Mura Urbiche, dove sono in corso alcuni cantieri: siamo in attesa del completamento dei lavori del convento degli ex Agostiniani che pure come le mura abbiamo tenuto aperte finché possibile per consentire la conoscenza di questi spazi da parte della cittadinanza. Siamo impegnati in un progetto complessivo di valorizzazione del Castello mentre sta per completarsi il terzo lotto: intanto abbiamo recuperato alcune parti significative, organizzato nuove mostre, aperto la porta che si affaccia su piazza Libertini e che definisce un inedito percorso di attraversamento fino a via XXV luglio. Il tema della messa a valore di questi contenitori è fondamentale anche perché dobbiamo rinnovare il percorso di conoscenza di Lecce che non può essere quello tradizionale che vede i turisti in giro per poche ore attorno al quadrilatero della strade storiche, spesso ignari della bellezza diffusa nella città.

Gasdotto Tap/Snam. Da quando era consigliere di minoranza si è sempre detto contrario all’approdo a San Foca, ma anche rispettoso degli esiti degli iter istituzionali e giurisdizionali: se alla fine di questa fase confusa l’opera dovesse realizzarsi con tutte le autorizzazioni previste, Lecce siederà al tavolo delle compensazioni?

Ci siamo già espressi con la delibera di consiglio che ha negato la variante urbanistica ai fini dell’attraversamento del gasdotto sul nostro territorio e in quell’occasione abbiamo anche messo nero su bianco che se si dovesse giungere alla realizzazione dell’opera, Lecce, in quanto fortemente segnata dall’area di cantiere, chiederà dei ristori ambientali. Si tratta di una partita complessa, articolata, ancora aperta e ogni giorno scandita da novità, che seguiamo con l’attenzione dovuta come amministratori e come cittadini. Io per quanto possibile mi sono speso in sede di conferenza dei sindaci per raggiungere una sintesi tra tutte le posizioni perché ritengo sia interesse di tutti arrivare alla riconoscibilità di un interesse pubblico diffuso.

Manca meno di un mese alla sentenza del Consiglio di Stato sul premio di maggioranza. Se le dovesse essere tolto, ritiene possibile un accordo di programma, anche alla luce della linea dura della minoranza in questo scorcio iniziale? Non sarebbe meglio tornare alle urne?

Per espressa volontà dell’ex sindaco io le chiamo forze di opposizione e non di minoranza, amano essere considerate tali e con questo spirito hanno interpretato il loro ruolo rivendicando quotidianamente il risarcimento di una sconfitta politica abbastanza eclatante. Non mi pare che ci sia la volontà di un dialogo finalizzato a costruire le condizioni per una prosecuzione nell’interesse della città. Mi sembra invece ci sia il desiderio di tornare al voto, di sentirsi nuovamente dentro la città con un ruolo di protagonisti che evidentemente mal si concilia con quello di consiglieri. Io attendo l’esito del Consiglio di Stato con serenità, come sempre ho detto, perché so quello che va fatto: la mia stella polare è l’interesse della città, così come il patto politico siglato con i leccesi il 25 giugno. Se non fossero garantite queste condizioni all’indomani del pronunciamento le decisioni saranno conclusive e conseguenti.

Chiudiamo con le prossime elezioni politiche. Il fronte del centro sinistra appare duramente ammaccato e per giunta nuovamente frammentato. Con quale spirito si avvicina al quattro marzo?

Con un sentimento di amarezza perché percepisco un affanno clamoroso da parte delle forze progressiste, vi è un’incertezza legata alla costruzione di una alleanza, vi è una indefinitezza legata anche alla proposta di contenuti politici adeguati, il tutto accompagnato da una legge elettorale che credo ancora oggi molti cittadini non conoscono nei dettagli e che ti pone in una condizione di difficile valutazione del rapporto con i candidati dei rispettivi territori. Non è un caso che in queste settimane tutti gli impegni sono finalizzati all’individuazione dei candidati. Non avverto nessun entusiasmo popolare, il rischio di un forte astensionismo è alle porte, al di là di quale sarà il risultato. Non incoraggia certo leggere che le previsioni non danno alcun vincitore ma anzi preludono a nuova stagione di intese istituzionali in cui il profilo politico delle forze di governo dovrà essere mediato.

La mia storia politica e personale non ha bisogno di essere rivendicata, è sempre stata nello spazio del centrosinistra che oggi è ulteriormente diviso e frammentato e questo è ulteriore motivo di perplessità oltre che di amarezza da parte mia perché non vedo nessuno sforzo di trovare le ragioni di un’intesa pur ancora possibile: oggi molti ponti sono stati bruciati e la ricostruzione dalle macerie, come spesso accade in questo Paese, è sempre rinviata al dopo elezioni.

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