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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

L'Udc: "Per le regionali di marzo ci vogliono tutti"

Il partito di centro continua a gongolare sull'avance dei due poli, ma non scioglie le riserve sulle proprie alleanze. E intanto i nomi sul tavolo sono sempre gli stessi: Di Paola e la Poli Bortone

BARI - "Ci chiedono con chi stiamo, ma sono gli altri che cercando si stare con noi". È questo il passaggio più incisivo dell'intervento di Angelo Sanza, coordinatore regionale dell'Udc, all'apertura della conferenza programmatica pugliese del partito. Una presa di posizione chiara, che sembra far gongolare i centristi nella convinzione di essere davvero osservati dai poli come "determinanti". E sembra incredibile a molti scoprirsi così forti ed incalzati dalle proposte di alleanza, rileggendo le fatiche degli ultimi anni di ogni formazione centrista, spesso a rischio strangolamento nelle due grandi realtà di destra e di sinistra. Ora il rapporto sembra essersi invertito e nello scudo crociato si gioisce per l'esposizione mediatica raggiunta e per la portata dei propri consensi in alcune regioni italiane, come la Puglia, dove, nonostante lo svuotamento delle proprie schiere, non ha ridimensionato i voti dell'Udc, dato ancora in costante crescita.

Ed allora, dal partito sia Buttiglione che Sanza continuano a giocare sulle posizioni che si assumeranno in vista delle prossime regionali pugliesi del 27 marzo, non chiarendo quale sia l'accordo più vicino, se col centrodestra o col centrosinistra.

"Non parliamo di nomi, ma vogliamo parlare di programmi": è lo slogan ripetuto come una posta di rosario, ostentando distacco per il totonomi e ribadendo che l'Udc promuove valori come la politica fuori dalla sanità, la legalità e la trasparenza dell'azione amministrativa, la difesa dell'ambiente, il miglioramento e la valorizzazione dell'Università, la lotta alla disoccupazione e l'attenzione alla famiglia. Rocco Buttiglione accenna persino alle encicliche di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II come ispiratrici delle azioni politiche dell'Udc.

Poi i nomi arrivano lo stesso, anche se non erano "previsti": si parla di De Luca, in Campania, quasi certo candidato del Pd, che da sindaco di Salerno non ha avuto problemi di rifiuti nella famosa emergenza del 2008, ma esce una "rosa" di volti anche per la Puglia che sarà, da Di Paola, amministratore di Aeroporti di Puglia, ad Adriana Poli Bortone.

Ed è soprattutto su quest'ultima che l'Udc non fa mistero di voler puntare per mettere in piedi una coalizione di governo vincente, in cui lo scudo crociato abbia un ruolo importante: il nodo da superare (e non sembra un passaggio di poco conto) è dove collocarsi, visto che la Poli si è sempre dichiarata una donna di destra e, quindi, verrebbe persino naturale pensare ad un'alleanza col Pdl. Tuttavia, nel centrodestra pugliese, i mal di pancia per gli ultimi dissidi con la stessa senatrice hanno alzato un muro duro da abbattere, anche perché potrebbe rimettere in discussione il peso di alcune figure politiche nella Puglia. Si rischierebbe, insomma, uno scontro sui numeri tra il ministro, Raffaele Fitto, Alfredo Mantovano e la stessa Poli Bortone, su una questione che di fatto ha sancito i primi screzi.

Più facile a questo punto, pensare che l'Udc tenti di riproporre in Regione il "modello Brindisi", facendo leva su un'alleanza che non possa essere dichiaratamente definita di "centrosinistra", basata piuttosto sulla motivazione meridionalista, di cui la stessa Poli si è fatta portavoce con il suo "Io Sud": ma sembra difficile pensare che il centrosinistra voglia accettare passivamente una candidata come la Poli, per la sua storia politica, ma soprattutto in virtù delle ultime vicende giudiziarie, che potrebbero inclinarne l'appeal elettorale. Più facile, invece, una soluzione con un candidato del Pd o della società civile, gradito all'Udc, con un ruolo importante per la stessa senatrice. Ma, visti i continui scossoni della politica, non ci sarebbe neanche da stupirsi se, dopo tanti veti, l'Udc decidesse comunque di appoggiare Vendola. La carta alternativa sul tavolo, perciò, potrebbe restare quella di Di Paola. Di certo, chi si aspettava di conoscere da questo appuntamento programmatico, qualche certezza in più sulle mosse dello scudo crociato, avrà avuto l'ennesima delusione.

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