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La cocaina non c'è, ma la politica è ancora eccitata

Dopo la smentita di Motta, la querelle politica continua frizzante più che mai. Adriana Poli Bortone replica al Pdl: "Campagna diffamatoria nei mie riguardi". E Pisanò al Pd: "Ancora con i sospetti"

LECCE - Con il solenne pronunciamento di sabato scorso, a mezzo stampa, il procuratore capo Cataldo Motta intendeva forse porre una pietra tombale sulla vicenda che vede al centro i politici leccesi e l'uso di cocaina o altre sostanze stupefacenti. Una smentita categorica che doveva fugare dubbi, perplessità e insinuazioni striscianti (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30420).

Le voci avevano iniziato a circolare a margine dell'operazione "Augusta" dei carabinieri dei Ros, dopo lo smantellamento del presunto clan Rizzo della Scu, egemone, secondo gli investigatori, su Lecce e hinterland. Il sospetto era che più di qualche amministratore della cosa pubblica fosse a tempo perso anche "cliente" di esponenti della mala. Ma se il procuratore capo si è affannato a chiarire che non ci sono elementi in tal senso, la partita politica è tutt'altro che chiusa. Neanche dopo la catilinaria del sindaco Paolo Perrone nei confronti della stampa e della senatrice Adriana Poli Bortone (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30429).

Insomma, la droga nei palazzi probabilmente non circolerà, ma gli animi sono comunque ancora molto eccitati, tanto che oggi la fondatrice di Io Sud (la prima ad avanzare dichiarazioni, dopo il blitz) lancia una secca replica: "Un'indecorosa mistificazione è stata posta in essere da alcuni esponenti del Pdl locale. Nel ribadire a chiare lettere che il mio intervento è venuto solo a seguito di notizie divulgate dai mezzi d'informazione, respingo con fermezza ogni addebito essendo ormai chiaro a tutti che la lunga e costante campagna diffamatoria nei miei riguardi è determinata dai prossimi appuntamenti elettorali".

Adriana Poli Bortone, in sostanza, si difende ricordando di aver inviato un comunicato stampa dopo le prime notizie circolate, fin dal mattino, sul circuito mediatico, del possibile coinvolgimento di alcuni politici. E il generico riferimento ad "esponenti del Pdl", non è solo nei confronti del sindaco, ma probabilmente anche del parlamentare europeo Raffaele Baldassarre, e giunga a seguito di un acceso confronto innescatosi ieri nel corso di una trasmissione televisiva.

Un'altra replica è poi quella che Eugenio Pisanò, presidente del Consiglio comunale a Palazzo Carafa, lancia nei confronti del Pd. I democratici, domenica mattina, hanno convocato una conferenza stampa per chiedere alla Procura ulteriori e definitiva chiarimenti su possibili contatti, droga o meno, fra politici ed esponenti del clan (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30431). "E' inspiegabile l'atteggiamento assunto dalle opposizioni", dice Pisanò. "La politica tutta perde un'ulteriore occasione, ma l'occasione migliore la perde chi insinuando sospetti e propinando delazioni cerca di accaparrarsi consensi con un finto perbenismo del quale poco oggi importa alla nostra comunità".

"La gente comune e anche noi, in grande maggioranza, ci siamo stufati di leggere giornali o di vedere immagini televisive che rendono credibili qualunquisti dell'ultima ora o pseudo salvatori della patria. Così come siamo stanchi e stufi di vedere offendere inesorabilmente quei valori con i quali siamo cresciuti e che abbiamo cercato di inculcare ai nostri figli, così come hanno fatto i nostri genitori", aggiunge il presidente.

"Ovviamente mi riferisco a tutti i livelli istituzionali, in particolar modo a quelli più esposti, non solo mediaticamente. Lo spettacolo di disgregazione sociale dell'ultimo periodo devasta più velocemente la nostra nazione. Era quasi normale che gli effetti nazionali si riverberassero sulla nostra città che nella parte viva e attiva cerca di emergere tra mille difficoltà da una contingenza economica che sta soffocando l'intero Paese, l'Europa e il mondo".

"Oggi - conclude -, leggendo i giornali, ci si rende conto che l'insinuazione posta nella conferenza stampa del Pd lascia intravvedere che ci sia qualche dubbio sulla credibilità dei cosiddetti pusher dell'informazione, non negativamente, anzi quasi riaccreditandoli dinanzi ad un documento di estrema chiarezza prodotto dal procuratore capo, dottor Motta" nel quale "ho piena fiducia perché vivo il territorio e conosco la vita di quest'uomo illustre al quale tutti dobbiamo rispetto per il suo encomiabile lavoro e per i brillanti risultati ottenuti che ci aiutano a vivere con maggiore serenità le grandi difficoltà del momento".

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