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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"La lista del Pd sia rappresentativa e concorrenziale"

Appello di Area Democratica, che denuncia "furberie" nella composizione della lista del Pd, dopo lo scossone primarie: "Necessario un congresso provinciale in cui contino i 360 eletti nei circoli"

LECCE - La politica regionale è tutta proiettata nella composizione delle liste, che entro la fine di febbraio comporranno gli eserciti in campo per la competizione elettorale. In questo contesto, s'inserisce la riflessione del gruppo provinciale di Area Democratica che vede nelle regionali 2010 "un passaggio politico-sociale ed istituzionale di prima grandezza per l'Italia", rilevando come all'orizzonte, però, non ci siano "significativi progetti complessivi né credibili risposte territoriali o settoriali", eccezion fatta per la Puglia "non quella dei partiti e dei gruppi di interesse", "delle imprese e dei giornali", "delle oligarchie politiche e del presunto consenso organizzato", ma "un'altra, irriconoscibile per Berlusconi e i suoi viceré, che dal seno stesso della destra ha partorito la contestazione più radicale allo strisciante, ma sostanziale antimeridionalismo del governo".

Un'altra Puglia, secondo Ad, irriconoscibile anche per D'Alema e Casini, "portata alla luce dalle primarie" che hanno affidato a Nichi Vendola la responsabilità di rappresentare complessivamente, nelle prossime elezioni regionali, "un progetto di continuità e, tuttavia, di cambiamento profondo". Un "terremoto", di cui "ancora oggi il Partito Democratico fatica a prendere atto", come evidenziato dalla "sconvolgente assemblea regionale di lunedì scorso" e dalle "furbizie" e "giochi di sopravvivenza" con cui, in ambito provinciale, si starebbero componendo le liste, soffocando il "polmone delle autentiche novità presenti nei 360 delegati all'assemblea provinciale".

"Noi - precisano da Ad -, diversamente da Lorenzo Ria, da Cristina Conchiglia, da Dario Stefano, da Carlo Salvemini e tanti altri non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare il nostro partito, né tanto meno di essere silenziosamente messi fuori. Noi ci siamo dentro e vogliamo che cresca, perché lo riteniamo indispensabile per l'Italia e il mezzogiorno. Ma vogliamo anche che cambi, perché sempre più rappresenti gli interessi generali e interpreti le esigenze di cambiamento emerse con forza nella società".

Secondo Ad, il primo fronte del cambiamento interno deve essere l'assemblea congressuale provinciale, la cui "esclusiva fonte di legittimità sono i 360 eletti nelle assemblee di circolo", con un significativo collegamento alla composizione della lista del Pd per le regionali: "Non sono condivisibili le logiche tutte funzionali agli interna corporis delle future candidature politiche, quelle in cui si viene nominati e non eletti - si legge in una nota ufficiale -, che hanno sinora ispirato le proposte di candidature. Sarebbe inaccettabile una lista composta per il successo di pochi e, particolarmente, dei consiglieri regionali uscenti, i quali devono essere presenti in lista in quanto uscenti e non in rappresentanza di aree".

Secondo Ad, nella lista devono essere "significativamente presenti le due grandi culture politiche che hanno fondato il nuovo partito", con un ruolo importante per la città di Lecce e i centri urbani più popolosi, in particolare quelli del sud Salento, e con il coinvolgimento delle donne, da scegliere "esclusivamente per logica di valore e non per togliere le castagne dal fuoco a candidati uomini astuti o poco generosi". Per Ad, la lista deve assicurare una "competizione reale e leale tra tutti i 14 candidati, tendendo, per quanto possibile, a una situazione di partenza di pari opportunità per tutti" senza "creare privilegi per nessuno".

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