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La Margherita perde petali: Lo Bue esce in polemica

Galatina: dopo aver lasciato l'incarico di presidente del Consiglio, Giorgio Lo Bue abbandona anche il suo partito. "Non sono affatto soddisfatto di certi comportamenti dettati da individualismo"

A Galatina la Margherita perde qualche "petalo": Giorgio Lo Bue, già presidente del Consiglio, lascia inaspettatamente il suo partito, pur restando saldamente nella maggioranza, guidata da Sandra Antonica. Da oggi sarà in Consiglio comunale come indipendente. Lo Bue, già qualche mese fa, aveva rassegnato le proprie dimissioni da presidente del Consiglio, ribadendo la propria volontà di rimanere un "semplice consigliere della Margherita": in quel caso, le ragioni erano apparse personali; ma questa sorprendente decisione fa capire che qualcosa è cambiato nei confronti del partito, che ha aiutato a crescere. Il suo nome era spesso menzionato nel possibile organigramma del costituente Partito democratico. Dunque, la decisione se non appare proprio come un fulmine a ciel sereno, poco ci manca: segni d'insofferenza e qualche attrito c'era stato all'interno della compagine di "Democrazia è Libertà", ma tutto era stato valutato come naturali divergenze di pensiero.

Ma a chiarire le proprie ragioni è lo stesso Giorgio Lo Bue, che avverte attraverso un comunicato stampa della propria ferma decisione: "Non sono affatto soddisfatto - scrive Lo Bue - degli ultimi comportamenti assunti dal mio partito. Frantumazione in piccoli gruppi, individualismi, non collegialità. Negli ultimi mesi il segretario, avvocato Patrizia Sabella, non ha mai convocato il direttivo e l'esecutivo per decidere su alcuni punti importanti sia politici che strategici che avrebbero visto unita la Margherita. Infatti, sono molti i gruppi o sottogruppi che si sono venuti a creare".

Lo Bue incalza, sottolineando più volte come nel partito e nel nascente Pd le scelte abbiano trascurato spesso la collegialità: "Ultima questione è quella delle eventuali candidature come componenti dell'Assemblea Nazionale e Regionale per la nascita del nuovo Partito democratico. Uno o due iscritti, soprattutto se occupano un ruolo importante, non si possono candidare senza comunicare agli altri le loro intenzioni, soprattutto se questi hanno il compito di traghettare i propri iscritti nel nuovo partito democratico. Sarebbe stato positivo se le decisioni fossero state prese collegialmente. Ormai i giochi sono stati fatti".

L'ex presidente del Consiglio comunale aggiunge poi una nota di personale amarezza: "Nel partito moderato della Margherita ci ho creduto. Ho dato il mio massimo impegno ed entusiasmo nonostante le contraddizioni interne che vi sono state nel passato: sono state tutte superate con il buon senso; ma quando nel primo partito galatinese, ( alle ultime elezioni ha raggiunto circa 3000 voti) le cose vanno a finire in questo modo, si è obbligati a prendere delle forti decisioni. Mi spiace, ma il mio atto di indipendenza dalla Margherita di Galatina, oggi, è obbligato. Mi spiace per il capogruppo, dott. Francesco Galluccio, che stimo e apprezzo il suo operato e la sua lealtà con il quale certamente ci saranno intenti comuni in consiglio". Lo Bue precisa, in conclusione, la propria nuova collocazione: "Ufficialmente sono indipendente e, quindi, faccio gruppo da solo. Infine, resto nel Centrosinistra per rispettare gli elettori che nel maggio del 2006 mi hanno dato la preferenza e che ancora ringrazio: penso che molti di essi mi capiranno".

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