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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

La sabbia che non c'è più: e addio palette e secchielli

I lidi delle marine leccesi hanno così poca sabbia che i bambini stentano a giocare. E mentre la poltica si rimpalla le responsabilità, l'imbrazzo serpeggia tra turisti, vacanzieri salentini e gestori

La cosa più assurda, che la dice lunga sulla politica a 360 gradi, è che si continui a parlare in piena estate di sabbia che manca sulle coste delle marine leccesi. La verità, si è fatto pure in pieno inverno, ma quel che ci consegna la politica sotto l'ombrellone infilato su 50 centimetri di spiaggia è imbarazzo per i turisti, per i bagnanti in genere e per i gestori dei lidi. Noi a guardare la spiaggia che non c'è e la politica a discutere. Tutto a 40 gradi all'ombra. Una meraviglia. "Responsabilità mia? Macchè, la responsabilità e solo tua". Sabbia di cava sì, sabbia di cava no. Allora preleviamola da qualche altra parte. Niente da fare. Brindisi che di ce no al ripascimento e perfino dall'altra parte dell'Adriatico, in Albania, si sono ricreduti: "Cosa? Volete la nostra sabbia? Ma non se ne parla proprio!".

Allora: (ri)sentite cosa diceva l'assessore al Comune di Lecce alla Fascia costiera Adriana Poli Bortone (Pdl) lo scorso 31 maggio: "Ci troviamo di fronte ad una lunga serie di inadempienze da parte della Regione Puglia che rischiano di mandare per aria tutto il lavoro che il Comune di Lecce ha compiuto in questi lunghi anni attraverso studi approfonditi e di alto livello sul ripascimento della sabbia, cose che avrebbe dovuto fare invece proprio la Regione, con il rischio di perdere il finanziamento per il progetto presentato da noi sul ripascimento del litorale leccese di oltre 5 milioni e 500mila euro se entro la fine di quest'anno l'assessorato regionale non sarà in grado di presentarci il suo Piano delle coste. Perché questo è il punto. Forse il presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico non ha letto bene gli atti pronunciati dal Tar, o forse ha forti pregiudizi verso il Comune di Lecce: il Tribunale amministrativo regionale - ha spiegato Poli Bortone - dice che la Regione non ha suffragato sufficientemente il suo parere riguardo al prelevamento di sabbia dai fondali marini di Brindisi" (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=8491).

Sulla questione intervenne poi il consigliere regionale Antonio Maniglio (Pd), passaggi che potete trovare qui a fianco nell'argomento specifico che trattiamo. Dice oggi la sua anche Antonio Rotundo, capogruppo all'opposizione a Palazzo Carafa. Il quale afferma in una nota: "Dopo il pronunciamento delle Autorità albanesi che non autorizzano il prelievo di 200 mila metri cubi di sabbia necessari al ripascimento delle nostre coste, il rischio, già molto alto, di perdere i finanziamenti europei diventa una prospettiva molto concreta. È infatti dal 2001 che il Comune - aggiunge - ha a disposizione ben 5 milioni di euro di fondi europei e se tale somme non verranno rendicontate entro la fine di quest'anno quei fondi verranno revocati".

Ovviamente il rischio è ben noto all'amministrazione comunale di Lecce, che ha già messo le mani avanti e che non ci sta a farsi carico delle spese sostenute fino adesso se dovesse perdere il finanziamento sul suo progetto: chiamerà per questo in causa proprio la Regione.

Rotundo si chiede: "C'è lo spazio per un tentativo in extremis da parte del Comune per evitare quest'epilogo? La proposta che avanzo - spiega - è quella, sentiti gli operatori commerciali degli stabilimenti balneari, di verificare se ci sono i tempi tecnici per una variante dell'attuale progetto che preveda la realizzazione di barriere orizzontali protettive della fascia costiera, i cosiddetti frangiflutti che nella realtà in cui sono stati realizzati hanno dimostrato di essere strumenti efficaci contro i processi di erosione. Per queste ragioni, chiedo al sindaco di avviare questa verifica innanzitutto a livello di fattibilità tecnica, anche ricercando l'intesa con la Regione Puglia che ha approvato all'epoca il progetto originario. Se questa verifica tecnica di rimodulazione del progetto dovesse dare esiti positivi - conclude - credo che il Consiglio comunale possa rapidamente essere posto davanti alla necessità di effettuare la scelta della variante quale unica strada per non perdere il finanziamento".

E così, buoni propositi e comunicati stampa a parte, la sensazione che aleggia tra i cittadini e che quando la politica tenta di risolvere i problemi dei cittadini, in realtà sta facendo tutt'altro. Una volta al mare i bambini giocavano col secchiello e la paletta. Questo gioco, dalle parti di San Cataldo, diventa quasi impossibile. E bambini e villeggianti non sanno perché. Forse perché non ci sono più le quattro stagioni? Ed è naufragio.

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