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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Tap-Snam, il punto della situazione: "Ristori, riprenda il dialogo con il Governo"

Audizione in Commissione bilancio regionale con l'ad Schieppati e il dg Montecchiari. Rassicurazioni sugli investimenti, ma anche molti punti interrogativi

LECCE - Decarbonizzazione, sviluppo dell’idrogeno, mobilità sostenibile, efficientamento energetico e ricerca: sono le macroaree verso le quali si rivolgono gli investimenti di Tap-Snam, attraversato dal gasdotto transadriatico Tap che approda a San Foca e si interconnette nel Brindisino alla rete gas nazionale Snam.

Lo hanno confermato i massimi vertici delle due aziende, ascoltati ieri dalla prima commissione del Consiglio regionale pugliese, nell’audizione convocata dal presidente Fabiano Amati su richiesta congiunta con Paolo Pagliaro e Luigi Caroli. L’amministratore delegato di Tap, Luca Schieppati, si è soffermato sugli obiettivi dell’intervento: non semplici ristori o compensazioni, ha spiegato, ma politica sociale d’impresa nelle località interessate, con un programma di investimenti di sistema per 25 milioni di euro, che salgono a 30 milioni con i progetti realizzati o avviati e con ricadute socio-ambientali e occupazionali nei territori.

Il confronto con il Governo statale si è interrotto con il precedente e non è ancora ripreso, ma Tap ha rilanciato la disponibilità ad attivare una cabina di regia nazionale, allargata alla Regione con un ruolo chiave ed agli enti locali. Per Snam è intervenuto il direttore generale Massimo Montecchiari, che ha ribadito l’impegno allo sviluppo di progetti di sistema, integrati col territorio. Le aree di intervento sono analoghe a quelle indicate da Tap. In particolare si punta alla produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, entro il 2030 sarà operativa almeno una stazione in Puglia, mentre lo sono già sette stazioni a gas, in provincia di Bari, per un investimento di 3 milioni di euro ed altre sono in progetto. Per altri progetti sul territorio, Snam attende proposte dai Comuni interessati.

La prima commissione, dal canto suo, ha sollecitato il Governo nazionale a riprendere il confronto con Tap, come ha osservato il presidente Amati. Caroli ha auspicato il dialogo con le comunità locali per interventi mirati. Pagliaro ha chiesto di rivolgere l’attenzione progettuale anche all’impianto di ulivi resistenti alla Xylella e a progetti di grande riconoscibilità identitaria e storica, come il ripristino e la valorizzazione dell’antico porto di Lupiae (Lecce) a San Cataldo, che ha grandi potenzialità turistiche.

“Tap e Snam attendono la chiamata del Governo nazionale per riprendere la questione degli investimenti e possibilmente chiuderla al più presto. Apprezzo la disponibilità delle due società nel confermare l’impegno sugli investimenti, nonostante il gasdotto sia in esercizio e abbia già distribuito ad oggi 2 miliardi di metri cubi”, ha dichiarato il presidente Amati, commentando le audizioni di Schieppati e Montecchiari. “Da un lato un’infrastruttura energetica che immette nella rete 18/20 milioni di metri cubi al giorno e che ad oggi ha distribuito 2 miliardi di metri cubi, e dall’altro forti resistenze nell’accogliere gli investimenti destinati al territorio. E su tutto il dialogo che non riprende tra il Governo nazionale e le due società”. 

“È questa la fotografia un po’ paradossale e un po’ incomprensibile della questione che oggi abbiamo trattato e rilanciato. Spero che nelle prossime ore si riattivi il negoziato e che i comuni maggiormente interessati capiscano le dimensione di un’opportunità da non perdere. Nel frattempo - ha proseguito Amati - invito i parlamentari nazionali a svolgere la funzione di pungolo nei confronti del Governo nazionale, perché non possiamo rinunciare a 25 milioni di euro di investimenti Tap o agli investimenti Snam che saranno quantificati non appena i comuni interessati avanzeranno le proprie progettualità”.

Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, ha rimarcato di voler “sollecitare i ristori promessi al territorio salentino come risarcimento di quello che abbiamo definito, in dieci anni di battaglie, uno sfregio e una ferita ambientale e paesaggistica per il Salento: il gasdotto che approda a San Foca, marina di Melendugno. Prendiamo atto della disponibilità dei dirigenti e siamo moderatamente soddisfatti per le dichiarazioni del general manager Tap, l’ingegner Luca Schieppati, che ha sottolineato l’importanza di intervenire con investimenti su opere che resistano nel tempo e diventino un segno distintivo di una riconciliazione col territorio, che non è mai stato d’accordo sull’approdo del gasdotto a San Foca. Ci ha parlato anche di 25 milioni di euro pronti ad essere immessi sul tavolo, oltre ai 5 milioni già spesi per riparare i danni causati dai lavori per la realizzazione del gasdotto”.

Secondo Pagliaro, però, “va ricalibrata l’interlocuzione con Snam, perché, seppur sia stata ribadita oggi la disponibilità ad interventi risarcitori, non sono ancora chiare le cifre che la società intende erogare. Ho invitato l’ingegner Massimo Montecchiari a pareggiare la cifra di Tap, mettendo a disposizione altri 25 milioni di euro, in modo da averne 50 in totale. Somma che ho proposto di ripartire in questo modo: 20 milioni per la riforestazione delle campagne salentine dopo il disastro provocato dalla Xylella, 20 milioni per il rifacimento del Molo di Adriano a San Cataldo, a pochi chilometri dal bellissimo mare di San Foca, che potrebbe diventare davvero il simbolo della pacificazione con il territorio, e 10 milioni da distribuire ai Comuni interessati dal passaggio del gasdotto, con una maggiore attenzione a Melendugno”.

Il consigliere regionale Antonio Gabellone di Fratelli d’Italia, ex presidente della Provincia di Lecce, ha posto numerosi interrogativi. “A che punto è la concertazione  - ha chiesto il consigliere salentino - e la procedura per avere davvero questi fondi? Quali saranno i progetti e che impatto effettivo potranno avere in termini di sviluppo ed economia sul territorio? Chi dovrà effettuarli? In quali tempi? Sono tutti interrogativi che abbiamo posto ai manager di Tap e Snam presenti, i quali hanno confermato che la loro logica aziendale è improntata ad una politica di responsabilità sociale, già applicata in altri Stati, quali la Grecia che più che corrispondere indennizzi al territorio interessato, sostengono progetti di investimento che contribuiscono alla qualità della vita e dell’occupazione”.

Gabellone e i partecipanti all'audizione hanno ricevuto “rassicurazioni sulla circostanza che Tap ha provveduto a riconsegnare i terreni ai proprietari secondo lo stato originario, avendo provveduto a ricostruire i muretti a secco esistenti e a ripiantare gli alberi di ulivo all’epoca espiantati”.Ma non solo. Gabellone ha puntualizzato che il dialogo intrapreso con Tap e Snam non si può esaurire nella Commissione consigliare. “Per questo chiedo che lo stesso continui in un apposito tavolo tecnico convocato da Regione Puglia affinché con priorità ristabilisca l’interlocuzione con il Governo Nazionale che, allo stato, risulta interrotto dall’entrata del Governo Draghi”.

Il capogruppo del Pd al Comune di Lecce, Antonio Rotundo, è intervenuto oggi con una sua nota, chiedendo che il Governo avvii i tavoli di confronto con il territorio. “Come ha giustamente sottolineato il sindaco Carlo Salvemini sulla vicenda dei ristori Tap, spetta al Governo riprendere il confronto già avviato dai precedenti Governi e chiudere senza ulteriori rinvii la partita Tap risarcendo il territorio salentino con il finanziamento dei progetti indicati dai Comuni, tenendo conto dell'impatto che l'opera ha avuto sui singoli territori”.

“Da questo punto di vista – ritiene - non è inutile sottolineare che la città capoluogo ha pagato il prezzo certamente più alto per quanto riguarda la realizzazione del metanodotto essendo stato il nostro territorio attraversato per ben 23 chilometri dei 55 complessivi per costruire la condotta che ha collegato San Foca a Mesagne. Ma credo che il governo debba rispondere ai territori compiendo atti concreti nella direzione della istruttoria e della successiva approvazione del contratto istituzionale di sviluppo”.

“Dopo gli impegni dei governi Conte1e Conte2 - l'annuncio del Cis da parte del ministro Barbara Lezzi è di quasi due anni fa, ricorda - ci vuole un deciso cambio di passo affinché quegli impegni non restino sulla carta e si trasformino nella sottoscrizione del contratto tra il governo e gli enti locali su ben individuati progetti e con le relative coperture finanziarie.Da questo punto di vista sarebbe pertanto doveroso che il ministro Mara Carfagna faccia conoscere la  posizione del Governo in merito, che auspichiamo voglia confermare  l'orientamento di dare attuazione al Cis, destinando le risorse (sinora si è parlato di 250 milioni) e definendo un cronoprogramma dei tempi di realizzazione”.

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