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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Turismo e cultura, questi sconosciuti. Tre sindaci alle prese con il rilancio del territorio

Tosi, Perrone e Bianco ospiti di un convegno dedicato al potenziale inespresso delle città a forte vocazione turistico-culturale. I nodi: burocrazia, frammentazione dei brand, riduzione degli investimenti. "Il pubblico deve lavorare con il privato e fare rete"

LECCE – Turismo e cultura, due asset del territorio dal potenziale inespresso. O espresso faticosamente a causa della costante contrazione delle risorse e dei finanziamenti statali. Ne sanno qualcosa i tre sindaci di altrettante città assolutamente distanti tra loro (e non solo in termini geografici) ma fiore all'occhiello del patrimonio artistico italiano: Catania, Verona e Lecce. I tre primi cittadini, Enzo Bianco, Flavio Tosi e Paolo Perrone, hanno delineato gli scenari del turismo culturale, nell'ambito della competizione globale, nel corso di un convegno moderato dalla giornalista Monica Maggioni presso il teatro Paisiello.

Il dato di partenza fa ben sperare: nell'ultimo anno i flussi turistici hanno registrato un incremento del 5 percento pari a più di un miliardo di visitatori in giro per il mondo. E, a dispetto di tutto, l'Italia conquista una buona posizione: il 26 esimo posto sui cinque continenti, 6° in Europa. Certo, ha ammonito Bianco, c'è poco di cui essere orgogliosi se solo trent'anni addietro il Bel Paese manteneva un indiscusso primato mondiale. "Siamo stati velocemente scavalcati da Francia, Usa, Cina e persino dalla Spagna – commenta il sindaco siciliano -. E questo nonostante l'Italia possieda il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'Unesco".

Evidentemente, più di qualcosa nelle politiche destinate alla promozione del territorio non ha funzionato. Sul banco degli imputati sale, innanzitutto, la frammentazione delle risorse e delle competenze tra i vari enti governativi e locali. Seguita da una strategia di marketing suddivisa per Regioni: ciascuna con il proprio brand da promuovere, con il proprio stand in bella mostra nelle ferie internazionali, mentre il 'prodotto Italia' proprio non riesce a decollare. Senza trascurare "i drammatici tagli all'arte ed alla cultura, considerati alla stregua di rami secchi": l'unico punto che riesce a mettere veramente d'accordo il leghista Tosi, il pidiellino Perrone e Bianco a capo di una giunta di sinistra.

Ognuno, quindi, si arrangia come può: "Noi sindaci siamo i terminali di una strategia nazionale che ha parcellizzato i fondi, riducendoli sempre più, al punto che Verona oggi spende un terzo rispetto a quanto spendeva sette anni addietro – ha spiegato il primo cittadino -. Non rimane che spendere bene quei pochi soldi che si hanno ancora a disposizione, canalizzando gli investimenti sui grandi eventi che hanno reso famosa la città". Se la patria di Romeo e Giulietta è la quarta capitale turistica in Italia, un motivo ci sarà. E Tosi non ha voluto rinunciato alla stoccata leghista nel paragone con la città di Napoli: "Abbiamo investito in ordine e sicurezza e questi parametri hanno un forte impatto emotivo sui visitatori".

IMG_2987-2-2Il turismo culturale, in buona sostanza, rappresenta la tipologia di turismo ideale, "qualitativamente migliore, sostenibile per la città e facilmente destagionalizzabile perché scandito dagli eventi", ha precisato Perrone. Manca del tutto, però, una rete di servizi efficiente, capace di reggere l'esperienza emozionale del turista.

"Nessuno ancora ci ha veramente creduto – ha ammonito in chiusura Bianco – perché le città a forte vocazione artistica non generano importanti flussi. E rappresentano solo il 39 percento del totale. Lo stesso ministero dei Beni culturali è, da sempre, il più martoriato e dal 2008 ha perduto oltre un miliardo di finanziamenti pubblici".  

Unanime il coro dei cittadini nel voler rimuovere gli ostacoli della farraginosa macchina burocratica che, nel caso dell'arena di Verona, ha impedito per lungo tempo la vendita dei servizi ai privati. Anche Perrone ha rammentato una scarsa collaborazione iniziale della Regione Puglia nell'avventura della candidatura di Lecce a Capitale della Cultura: progetto partito quasi per gioco, nel corso della sua campagna elettorale, che ha preso corpo grazie al sostegno della comunità e degli sponsor locali. Quasi a dire che la commistione tra pubblico e privato, almeno nel settore turistico, non è solo possibile. Ma anche auspicabile.

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