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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Decreto ministeriale sui punti organico. Link: “Una condanna per le università pugliesi”

Dopo la protesta dei rettori di Molise e Puglia, insorgono anche gli studenti della rete Link Udu contro la norma che "penalizza le università meno forti economicamente, creando squilibri". Appello alla comunità accademica: "Difendiamo l'istruzione pubblica"

LECCE – Continua a far discutere il decreto ministeriale dell’ agosto 2013 che stabilisce i criteri di attribuzione dei ‘punti organico’ alle varie università italiane, che regola e condiziona le nuove assunzioni del personale docente. I primi ad esprimere preoccupazione per le condizioni di “penalizzazione” in cui versano gli atenei del Sud, già gravati da una difficile condizione socio-economica di partenza, sono stati i rettori di Puglia e Molise. Le loro proposte migliorative della norma sono state già scritte nero su bianco, sotto forma di documento programmatico portato all’attenzione delle forze politiche e sottoscritto anche dal nuovo rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara.

Oggi sono stati gli stessi studenti a voler prendere la parola su un problema che li riguarda molto da vicino poiché incide, indirettamente ma prepotentemente, anche sulla qualità della didattica, dell’offerta formativa e di tutti quei servizi che di fatto compongono il puzzle del ‘diritto allo studio’. Gli universitari della rete Link – Udu hanno espresso una critica non lontana da quella già formulata dall’amministrazione accademica salentina: “In un contesto in cui gli effetti delle politiche di austerity continuano a creare disuguaglianze all’interno del sistema formativo, il decreto “punti organico” rappresenta un ulteriore colpo inflitto all’università pubblica: questo decreto si concretizzerà nel fatto che alcuni atenei potranno effettuare un turn-over del 6 per cento e altre del 212 per cento”.

A poche settimane dalla chiusura dell’università di Atene, gli studenti ritengono “non più procrastinabile l’avvio di un percorso di recupero del carattere pubblico dell’università, che non può prescindere da un investimento forte e incisivo da parte dello Stato, soprattutto nelle zone maggiormente colpite dalla crisi, in cui le disuguaglianze sociali si moltiplicano e si estendono le fasce di povertà”.

Per queste ragioni la rete Link dichiara di aver accolto positivamente la presa di posizione, netta, dei rettori delle università pugliesi, congiuntamente al rettore dell’università del Molise.

“In particolar modo appare preoccupante la notizia giunta dalla conferenza stampa congiunta degli atenei pugliesi in relazione alla mancato stanziamento delle risorse aggiuntive al Fondo di finanziamento ordinario per la copertura dei rimborsi che gli atenei effettuano agli studenti esonerati dal pagamento della contribuzione a causa della condizione reddituale poco elevata – spiegano -.
Crediamo che non si debba cedere al ricatto attuato dal ‘decreto punti organico’ in cui le uniche risorse utili per l’assunzione di nuovi docenti potranno essere quelle costituite dall’aumento della contribuzione studentesca; l’impegno dato contro questo indirizzo dai Rettori della Puglia e Molise dovrà essere rispettata fino in fondo”.

Link Udu ha voluto lanciare un appello rivolto alla  comunità accademica, incitandola ad una “forte opposizione, e non intermittente, contro lo smantellamento sempre più palese dell’università pubblica”.

Le manifestazioni di protesta, come sempre, non si faranno attendere. Le prime azioni e “blitz” nelle scuole, università, case dello studente e quartieri cittadini, insieme alle assemblee straordinarie degli studenti, si terranno a partire dal 7 e 8 novembre e poi il 15 novembre, in occasione della giornata internazionale dello studente. “Crediamo sia necessario discutere delle vere emergenze sociali e democratiche del Paese, riappropriarci di quei luoghi per dare un segnale di speranza e di riscatto – proseguono i ragazzi - .
Deve essere chiaro al governo che uno dei pochi modi per rilanciare il Paese è ripubblicizzare il sistema formativo e di ricerca”.

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