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Martedì, 23 Aprile 2024
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Monta la rabbia dei lavoratori Filanto. Scucita l’intesa che salva il salario

Interminabile vertice istituzionale in prefettura mentre, fuori, i 600 dipendenti lamentano 7 mesi di arretrati. Protocollo che prevede la richiesta di ammortizzatori con effetto retroattivo. Azienda pronta al nuovo piano di rilancio

LECCE – Affrontare i lavoratori del gruppo calzaturiero Filanto, radunati per ore ai piedi della prefettura di Lecce, non è stato un compito semplice per i rappresentanti sindacali. L’attesa che ha preceduto il responso del vertice istituzionale, infatti, è stata logorante e carica di una rabbia comprensibile, dovuta ai 7 mesi di mancata indennità salariale. Oltre 600 persone infatti, grazie filo degli ammortizzatori sociali, sono rimaste dentro il ciclo produttivo e sono ancora appese alle sorti di cinque aziende del cluser calzaturiero. Cinque società in stato di pre-fallimento che hanno avanzato richiesta di accesso alla procedura di concordato preventivo: Filanto spa, Tecnosuole srl, Tomaificio Zodiaco srl, Italiana Pellami srl e Labor Pellami srl.

A monte del problema, un pasticcio burocratico che ora, in fretta e furia, si cerca di risolvere: sindacati e maestranze, infatti, contavano di poter dare continuità alla copertura della cassa integrazione, con il passaggio (dal febbraio 2013) alla cig straordinaria. La garanzia di una copertura economica lunga un altro anno, e strettamente legata alla richiesta di concordato preventivo ex legge 223, è però saltata. Innanzitutto perché la decorrenza degli ammortizzatori sociali partirà – su decisione del ministero del Lavoro - dalla data di omologazione del Tribunale e non da quella di presentazione della domanda, creando così un interminabile salto temporale.

E poi perché, come spiega il segretario di Femca Cisl, Sergio Calò “del tutto casualmente, abbiamo scoperto che i primi di giugno Tecnosuole ha ritirato la propria domanda, seguita dall’analogo dietrofront di Filanto spa”.

Il tavolo di oggi ha riunito finalmente insieme tutti gli attori della vertenza con l’obiettivo di recuperare le mensilità arretrate da un lato, e ipotizzare futuri percorsi occupazionali dall’altro. Le parti sociali (Cgil, Cisl, Uil e rispettive categorie Filctem, Uiltec e Femca), l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, un funzionario dell’assessorato regionale al Lavoro, il presidente di Confindustria Lecce, Angelo Costantini, il rappresentante del cluster aziendale Antonio Filograna, il presidente della Provincia, Antonio Gabellone e i primi cittadini dei Comuni del Sud Salento, con capofila Casarano, hanno firmato un Protocollo d’intesa che mira a recuperare la copertura dei mesi arretrati, individuando strumenti alternativi alla cassa straordinaria per procedure concorsuali.

In buona sostanza, da un lato l’azienda cluster si impegnerà a produrre un piano di rilancio industriale, valido per tutte e cinque le società, in virtù del quale avanzare una seconda richiesta di accesso al concordato preventivo. Dall’altro tutte le parti s’impegneranno a sostenere l’azienda nei percorsi di ristrutturazione del debito contratto nei confronti dell’Erario e dell’Inps.

Per ore davanti alla Prefettura

Già nei prossimi giorni, poi, la prefettura di Lecce invierà la richiesta di un nuovo incontro presso il ministero del Lavoro, alla presenza di tutte le parti interessate, per scucire la concessione della cassa integrazione in deroga ministeriale con effetto retroattivo: utile a coprire, cioè, il buco delle 7 mensilità arretrate e nell’attesa che vengano omologate le nuove richieste procedurali.

Tra le righe dell’accordo, fa sapere Calò di Femca Cisl vi sarebbe “il proposito di Filanto spa di risollevare la produzione, rilanciando il proprio marchio, con possibilità di assorbimento di una 50 di unità al massimo, su una platea di 650 persone ad un passo dal licenziamento”. Decisamente “troppo poco” per il sindacalista che rimane scettico riguardo agli esiti dell’incontro sul versante occupazionale: “Abbiamo individuato un percorso utile al mantenimento degli ammortizzatori sociali, ma non si parla più di lavoro, sviluppo, soluzioni di lavoro alternative per le persone che ormai sono state tagliate fuori dal comparto Tac”.

In realtà il Protocollo lancia, seppur timidamente, una proposta di dar seguito agli accordi per il reinserimento del personale che usufruisce degli ammortizzatori sociali, firmati da sindacati e 15 comuni del Sud Salento. La possibilità di reimpiego, nell’ambito delle occupazioni di pubblica utilità, rientra nel Piano straordinario per il Lavoro varato dalla Regione Puglia.

Di tono più positivo è il giudizio finale espresso dal segretario Uiltec Uil Franco Nastrini che pure frena sul progetto di rilancio industriale paventato dalla proprietà: “La sua efficacia dovrà essere valutata, ma non potevamo presentarci al tavolo ministeriale sprovvisti di una minima progettualità futura”

Il segretario confederale Cgil Lecce, Salvatore Arnesano, parla invece di un “piccolo passo avanti” compiuto oggi. Un atto necessario necessario “in quanto unico percorso utile a recuperare le indennità perse”. Ora la parola d’ordine rimane “rapidità” nella convocazione ministeriale, prima che lo stop imposto dalla pausa estiva arrivi peggiorare una situazione già critica.

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