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Vertenze storiche ed emergenze: “Questa manovra non è equa”

Anche a Lecce sit-in della Uil che contesta le scelte del Governo Meloni. Consegnato alla Prefettura un documento con le proprie proposte

LECCE – Una manovra di bilancio “giusta ed equa”, perché così com’è impostata al momento “non si combatte la povertà, né si crea lavoro stabile”. A contestarla è la Uil che a Lecce, come in tutti gli altri capoluoghi pugliesi, questa mattina ha organizzato un sit-in di protesta. La mobilitazione regionale del sindacato proseguirà il 20 dicembre a Bari. Previsto, in quella data, un nuovo presidio davanti alla sede della Regione Puglia.

“Riteniamo siano poco incisivi gli interventi economici adottati – ha ribadito il coordinatore territoriale della Uil di Lecce, Mauro Fioretti – e manca una progettualità che possa dare risposte alle esigenze sempre più impellenti dei cittadini e dei giovani in particolare. Precariato e povertà dilagano, soprattutto al Sud – ha aggiunto il sindacalista –, le diseguaglianze aumentano e nell’ipotesi di manovra presentata dall’esecutivo non c’è traccia di vere politiche espansive in grado di contrastare queste emergenze. La grande partecipazione al presidio di oggi, che si è tenuto in concomitanza davanti alle sedi di tutte le Prefetture regionali, – ha proseguito – sta a indicare la consapevolezza di tutti sulla mancanza di risposte realmente efficaci da parte del Governo ai problemi reali del Paese”.

Nel corso della mattinata, i dirigenti sindacali sono stati ricevuti in Prefettura dove hanno consegnato un documento al prefetto vicario Antonio Giaccari con le proposte da loro formulate. Nel documento si specifica che le misure del Governo Meloni “non vanno nella direzione della stabilità e sono carenti di incentivi alla creazione di lavoro stabile e sano. Le nostre richieste di ridurre il cuneo fiscale a lavoratori dipendenti e pensionati, di detassare le tredicesime, gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello, di valorizzare le pensioni (bloccate dal 2011) e di mettere in campo investimenti per l’occupazione giovanile e femminile non hanno trovato spazio nella manovra, che invece alza il tetto dei voucher, non destina risorse alle politiche attive del lavoro, non affronta davvero la questione di una riforma fiscale e dell’evasione, anzi per certi versi rischia di incentivarla con l’innalzamento del contante”.

L’attuale proposta di manovra, secondo la Uil, “avrà ripercussioni anche sulla Puglia, territorio già falcidiato da numerose vertenze irrisolte, con centinaia di posti di lavoro a rischio nel settore industriale, la questione stabilizzazioni nella sanità e l’adeguamento dell’assistenza sanitaria alle esigenze dei cittadini, la formazione e il sistema scuola ancora troppo penalizzati”.

Fioretti ha poi ricordato che alle vertenze si aggiungono “i tanti nodi irrisolti che riguardano la provincia di Lecce: dall’emergenza Xylella che ha messo in ginocchio l’olivicoltura salentina, ai tanti problemi del settore agricolo, dove il ripristino di uno strumento come quello dei voucher non farebbe altro che togliere diritti e tutele previsti e garantiti per i lavoratori e le lavoratrici del settore; sul fronte dei trasporti, pesano la mancanza di un sistema integrato di logistica ferro-gomma-mare, la mancata riapertura dello scalo di Surbo, oltre alla cronica carenza di collegamenti efficienti da e con l’aeroporto di Brindisi, il sogno della metropolitana di superficie che speriamo non resti tale, e i lavori di ammodernamento della strada statale 275 Maglie-Leuca ancora fermi al palo”.

Altro settore in affanno, la sanità nella quale, ha detto il coordinatore della Uil leccese “si aggrava il problema delle liste di attesa infinite e non mancano problemi legati alla gestione degli appalti delle mense ospedaliere, ma anche al riconoscimento dei premi Covid per gli operatori sanitari; ci sono poi vertenze storiche ancora aperte, come quella dei lavoratori di Alba Service, degli operatori delle Terme di Santa Cesarea e, nel comparto tessile, quella dei lavoratori di Tessitura del Salento a Melpignano; e ancora, nel settore metalmeccanico abbiamo 120 esuberi di Alcar Industrie, mentre lascia perplessi il passaggio a Inps Servizi degli addetti ai call center di Comdata senza rispetto della clausola sociale”.

“Alla Regione Puglia – ha concluso Fioretti – chiederemo di moltiplicare l’impegno su questi fronti e al contempo di farsi portavoce autorevole delle istanze dei cittadini e delle cittadine di questa terra, che non può permettersi di perdere altro terreno da una prospettiva di crescita e di sviluppo”.

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